Home Cronaca Riforma tra luci e ombre, ma con due elementi positivi

Riforma tra luci e ombre, ma con due elementi positivi

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“Chiediamo un modello sostenibile per il futuro, con il presente che cambia a seguito dei mutati equilibri economici, sociali, tra Nord e Sud del mondo”. E’ la richiesta formulata da Margherita Salvioli Mariani, segretaria della Cisl di Reggio Emilia nell’aprire il dibattito “Il Mercato del lavoro si riforma: quale lavoro per quale crescita”, organizzato dal sindacato reggiano venerdì 27 aprile all’Hotel Classic.

 

Salvioli: “Nel paese degli squilibri una riforma per il futuro”

 

“La riforma – ha detto la Salvioli Mariani dinnanzi a una platea di oltre duecento persone – si inserisce in un contesto europeo e mondiale dove, l’Italia, è in fase di recessione. Certo, questo mette in evidenza tutte le contraddizioni di una globalizzazione caratterizzata dalla supremazia arrogante della finanza sulla giustizia economica e sociale. Ne stiamo pagando le conseguenze anche nel mondo del lavoro Reggiano. A marzo di quest’anno sono oltre 20 mila i disoccupati e, i più colpiti, sono le donne e i giovani. Le contraddizioni, da noi, si chiamano perdita del potere d’acquisto del salario e delle pensioni, addirittura maggiore rispetto alla media nazionale e regionale. Quattro dirigenti di Iren che sono retribuiti con oltre due milioni di euro, mentre c’è la crisi! E aumenta in modo esponenziale il gioco d’azzardo capace di spendere, in un anno, in provincia di Reggio 602 milioni di euro!

E’ chiara la necessità di ragionare sugli strumenti più utili per affrontare la crisi, ma soprattutto per costruire un modello che diventi sostenibile nel futuro, sia dal punto di vista sociale che economico,  in una società in evoluzione”.

Ecco, quindi, il tema della riforma del lavoro. E, moderati dal giornalista Rai Giorgio Tonelli ne hanno discusso alcuni tra i maggiori esponenti a livello politico e sindacale. “La strada è in salita, ma la giustizia sociale non è mai stato un valore facile da mantenere”.

 

Santini: “Apprendistato e fase di transizione: elementi positivi della riforma”

 

“Su questa riforma abbiamo provato ad avviare una trattativa sindacale – ha affermato Giorgio Santini, segretario generale aggiunto Cisl – ma più che di soluzione a problemi pratici abbiamo rilevato la necessità di affermare posizioni. Comunque su due punti c’è stato l’accordo sindacale. Scegliere come tipologia contrattuale d'ingresso l’apprendistato come elemento che combina stabilità d'impiego e riduzione di costo per le imprese. Questa impostazione è stata accolta dal governo: è un elemento positivo, se si considera che l’82% delle assunzioni degli ultimi anni sono fatte con contratti temporanei. Alle imprese è offerto aiuto a fronte di un percorso. Si è deciso, inoltre, di tenere gli ammortizzatori così come sono, aggiungendo però una fase lunga di transizione. E’ chiaro che gli ammortizzatori in deroga non possono essere attivi per lunghissimi periodi. Ora la sfida vera, dinnanzi alla vita che si allunga, è quella di utilizzare gli ammortizzatori sociali per fare politiche di ricollocazione al lavoro. Le risorse della mobilità vanno indirizzate a costituire dei fondi per aiutare gli ultimi anni di lavoro nei quali sarà impossibile ricollocare le persone. Un lavoro di miglioramento si può fare, ma l’importante è non entrare nel gioco del meccanismo a perdere, per evitare che ognuno abbia la sua ragione. Senza scardinare l’impianto. Questa riforma se ben congegnata e con opportuni miglioramenti può aiutare il paese ad uscire da un pericolosissimo incrocio tra rigore e recessione”. E ha strappato l’applauso della platea quando ha affermato: “Le risorse sono da impegnare per mandare le persone a lavorare, non perché stiano a casa, attraverso le politiche del lavoro!”.

 

Giudizi critici dal mondo dei partiti

 

“Una riforma pessima e squilibrata a causa della rigidità in entrata e del cambio di tutte le regole” - la ha definita Giuliano Cazzola, deputato Pdl, vicepresidente dell’ XI commissione Lavoro pubblico e privato. “Era preferibile tenere l’articolo 18 come era, perché c’è una procedure molto complicata che in una fase di recessione economica e si irrigidisce il mercato del lavoro. Il governo dovrebbe ad accettare le modifiche proposte dai gruppi di maggioranza per realizzare un migliore equilibrio tra nuove tutele in entrata e maggiore flessibilità in uscita dal rapporto di lavoro. Norme che per altro vanno in vigore dal 2018: ergo le imprese scaricheranno i lavoratori adesso”. “La riforma sarà comunque votata per mantenere il Governo Monti”.

“Su molti punti sottolineati da Cazzola siamo d’accordo” ha detto Stefano Fassina, responsabile Economia Lavoro per la segreteria nazionale Pd “il governo non può sempre raffrontarsi al parlamento con degli out out”.

“Ma siamo qui con spirito costruttivo e non di sabotaggio. Anche se abbiamo l’impressione che questo intervento unisca l’intento di correggere gli eccessi di flessibilità, che erano divenuti penalizzanti per i lavoratori (ma anche per le imprese, che hanno perso in innovazione rincorrendo i bassi costi di manodopera). No alla difesa a prescindere di una cosa fatta, ma si all’ascolto e a trovare risorse – circa 500 milioni – per migliorare la riforma”. “Senza dimenticare il tema delle politiche attive per il lavoro di cui non si è parlato. Un problema molto serio”. Un giudizio negativo, per il governo, per avere rinunciato alla disponibilità a siglare l’accordo con le parti sociali.

 

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GLI ESODATI

Quei soldi “scomparsi”

Giorgio Santini si è espresso sul tema degli esodati. “Che è un problema da risolvere! Ma non con una proposta del ministro Fornero, ma con la ragioneria che avrebbe potuto attingere il miliardo all’anno necessario dalla riforma della previdenza. Ma alla nostra richiesta ci è stato risposte che quelle risorse erano state fagocitate dal pareggio di bilancio. Ora occorre trovare comunque queste risorse”.

 

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IL SALUTO

Salvioli Mariani: “La mia stima per Bassoli, giunto a fine mandato”

“Leggo sulla stampa – ha detto al termine del suo intervento Margherita Salvioli Mariani – della fine del mandato di Mirto Bassoli (segretario della Cgil di Reggio Emilia). A lui esprimo la mia stima e il mio saluto per questo percorso che oggi conclude, nel segno delle battaglie condotte per il lavoro, a volte anche con posizioni differenti, ma con grande rispetto”.

(G.A.)