Esopo, scrittore greco che visse nel VI secolo a. C. :
La formica lavorava duramente mettendo da parte le provviste per l’inverno. La cicala non faceva altro che cantare tutto il giorno. Poi arrivò l’inverno e la formica ebbe di cui nutrirsi avendo accumulato il cibo necessario.
La cicala cominciò a sentire i morsi della fame e perciò andò dalla formica a chiederle se potesse darle qualcosa da mangiare. La formica disse: “io ho lavorato duramente per ottenere questo e tu cosa hai fatto durante l’estate? Ho cantato, rispose la cicala. La formica esclamò: "allora adesso balla”. E chiuse la porta.
Naturalmente, come possiamo udire e vedere anche ai giorni nostri, le cicale non si sono affatto estinte, ma anzi sono diventate molto più numerose e non hanno imparato ancora a lavorare. Continuano a cantare, ma a "fare" non ci pensano proprio; hanno ancora un buon appetito e tornano dalla formica, ma adesso, molto più baldanzose, per non dire prepotenti, non chiedono più: vogliono e pretendono.
Dobbiamo riportare il numero delle cicale e delle loro pretese a un rapporto diciamo... “più equilibrato”, altrimenti questi insetti “opportunisti” riusciranno a spogliare completamente le formiche “divorandone” i frutti del loro sudore e delle loro fatiche.
E se le cicale non ci riusciranno con “equità” non vorremmo che procedessero con “Equitalia”. Potrebbero addirittura sfondare la porta del formicaio e davanti ai “risparmi” delle formiche esclamare: quanta evasione!!! Espropriamola.
(Conte da Palude)
ma forse poi un bel giorno le formiche , avendone veramente abbastanza,
si ribelleranno e le formiche pur piccole e tutte simili, se s’arrabbiano sanno
essere davvero cattive
(Gianni Orlandini)
Vorrebbe, egregio conte, spiegarci meglio chi intende per cicale e per formiche e soprattutto, visto il suo accostamento, quali sono i “risparmi” da preservare da Equitalia?
Rimane, la sua, se non vengono “identificate” le cicale, una bella affermazione di principio.
Un metro di misura lo propongo: circa il 90% dell’IRPEF in Italia viene versato da pensionati e dipendenti, che sono diventati la minoranza dei lavoratori attivi…
(Elio Peri)
Ho segnalato l’attualità della favola. Io credo che la maggioranza dei lettori abbia individuato, senza particolari difficoltà, sia le formiche che le cicale. Per quanto riguarda il resto della favola è abbastanza seguire la drammatica cronaca di questi giorni per comprenderne pienamente il significato.
(Conte da Palude)
D’accordo, come sempre, per le sagge parole del Conte da Palude. Vorrei però aggiungere che le cicale di cui parla il nostro dotto Inquisitore hanno (tra i tanti) un grosso difetto: sono stonate!
(Mariotto da Reggio)