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Economia montana sotto i riflettori

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Ci sarà lo stato di salute dell’economia montana al centro del secondo appuntamento proposto dalla Camera di commercio per offrire nuove chiavi di lettura e supportare nuove azioni relative allo sviluppo dell’Appennino reggiano.

Dopo il primo confronto che si è tenuto il 2 aprile all’Ostello della Gabellina a Collagna e si è incentrato su persone, giovani e famiglie, lunedì 23 aprile alle 18 a Carpineti (biblioteca integrata “Don Milani” in via Di Vittorio, 8) sarà sotto i riflettori la situazione congiunturale della montagna reggiana, frutto di specifiche analisi condotte dall’Osservatorio sull’Appennino reggiano attivato dalla Camera di commercio in collaborazione con il Laboratorio economia locale dell’Università Cattolica di Piacenza.

Dati specifici sull’occupazione saranno inoltre forniti dalla Provincia, con particolare riferimento a quelli del Centro per l’impiego di Castelnovo ne’ Monti.

Giungiamo in questo modo - sottolinea Enrico Bini, presidente della Camera di Commercio – a metà di un percorso che, dopo aver approfondito le attese e le speranze di quanti vivono in Appennino, con particolare riguardo ai giovani, passa ora dal lavoro e si concluderà con l’approfondimento della questione legata alle nuove imprese per lo sviluppo della montagna, offrendo una lettura ampia ed approfondita su bisogni ed opportunità che possono orientare le scelte di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali che operano per la crescita di questo ampio territorio”.

Proprio questa visione integrata di risorse e bisogni – spiega Giovanni Teneggi, responsabile dell’Osservatorio economico, coesione sociale e legalità creato dalla Camera di Commercio in collaborazione con la Provincia e il comune capoluogo – si può infatti pensare ad una crescita davvero sostenibile in un territorio in cui si riscontra, più che altrove, una strettissima interdipendenza tra fattori economici, infrastrutturali e sociali”.

Le analisi presentate il 2 aprile scorso hanno intanto offerto alcune importanti indicazioni sulle attese della comunità appenninica, con il 71,5% delle famiglie e il 58,3% dei giovani che ritiene che la vita in Appennino sia una buona opportunità.

Nonostante questo, però, solo il 37,5% dei giovani sarebbe intenzionato a rimanere (contro il 65,3% degli adulti), ed è evidente che su questo dato incidono non solo problemi infrastrutturali (la viabilità è considerata disagevole dall’88,6% degli intervistati), ma anche le scarse opportunità professionali (considerate inesistenti dal 35,2% delle famiglie) e la debolezza del welfare locale, così come le politiche per la promozione turistica e la valorizzazione culturale.

Su tutto, in ogni caso, spicca proprio la questione lavoro di cui si parlerà anche lunedì a Carpineti: in presenza di maggiori opportunità occupazionali, balza infatti all’88,2% la quota di famiglie pronte a rimanere sul territorio, fornendo anche indicazioni su un’aspettativa di formazione correlata ai fabbisogni dell’Appennino che pone in testa alla graduatoria l’ambito agrario (50,4%), seguito da quello alberghiero (42,7%) e dai servizi sociali (47%).