Nel mese di febbraio 2012 è stato pubblicato un avviso di selezione da parte della società Iren per l’istituzione, gestione e collocamento di quote di un fondo immobiliare chiuso, in cui Iren Spa, anche per conto di Iren Energia, Iren Ambiente, Iren Emilia e Iren Servizi, intende conferire una parte del patrimonio immobiliare. Di seguito l’avviso pubblicato
- la tipologia di immobili da collocare nel fondo è ad uso ufficio/terziario, per un valore di ben 150 milioni di euro;
- come si evince dal bando: la Sede direzionale in via Nubi di Magellano in Reggio Emilia, la sede di via Gonzaga in Reggio Emilia, il Centro zona Castelnovo lungo la ss 63 a Felina, in via Casoletta.
All'assessore ai progetti speciali con delega al patrimonio, Uberto Spadoni, del Comune di Reggio Emilia, circa la destinazione dei 150 milioni che Iren intende ricavare dall'alienazione degli immobili, è stata posta una interrogazione del consigliere Olivieri del Movimento 5 Stelle. A dire dell’assessore, Iren intende impiegare quei milioni in "investimenti" e "creazione di nuovi business".
Pare invece che la destinazione dei soldi sarà diversa dato che un articolo Sole 24 ore del 17 aprile indica chiaramente le intenzioni della società. Si legge, infatti, che l’idea di mettere in vendita gli immobili era già stata annunciata dal direttore generale Andrea Viero nell’ambito di un più ampio piano per cercare di ridurre l’indebitamento.
Al 30 settembre 2011 il debito della società Iren era attestato a 2,6 miliardi di euro. Da questa cifra sono scomputati i 250 milioni di euro che il Comune di Torino le deve in base a bollette non pagate nell’epoca Chiamparino (fonte: Corriere della Sera, 17 gennaio 2012).
Ebbene, non riteniamo sia inopportuno chiedere ai vertici Iren se la vendita immobili servirà ad abbattere (anche se in minima parte) il livello di indebitamento, ovvero se ha ragione l’assessore Spadoni che dichiara che i 150 milioni ricavati dalla vendita immobiliare (che peraltro non sarà semplice, visto che si pronostica a livello generale un crollo dei valori immobiliari a fine 2012 del 20%) saranno utilizzati per investimenti.
Delle due l’una: entrambe le soluzioni è ben difficile che possano coesistere.
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ADDIO DOPO SOLI SETTE ANNI DI VITA
Vi lavoravano oltre sessanta persone solo sette anni fa
Era il 2005 quando veniva inaugurato il "nuovo Centro Zona Enìa", poi divenuto Iren. Un Centro Zona che si posizionava al servizio della Comunità Montana. Peccato, scoprire, nel volgere di soli sette anni che sarebbero scomparsi gli uni e gli altri. "In questa unica sede - ricorda un servizio di Telereggio dell'epoca - si concentrano oggi tutti i servizi di Enìa che nell’ultimo periodo erano stati suddivisi fra la sede 'storica'di Castelnovo ne' Monti e la sede di Croce. In precedenza, dal 1980 alla fine degli anni ’90, è stata attiva la sede di Carpineti". Erano, in quell'anno, oltre 63 le unità che vi lavoravano, affiancate da un’altra decina di persone di ditte esterne che collaborano stabilmente nei servizi.
E' altresì evidentemente fallita la sfida di "inserire fabbricati con funzioni terziarie ed industriali all'interno di un contesto urbano residenziale" (red)
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L'avviso pubblicato: Avviso Iren
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- L’attimo fuggente (20 aprile 2012)
La solita storia: la politica mangia e il cittadino paga…
(Cristian)
L’articolo genera, specialmente nell’ultimo capoverso, il fraintendimento che Iren stia per abbandonare la sede di Felina. In realtà leggendo il documento allegato si capisce che Iren stia cedendo alcune sedi immobiliari, riservandosi il diritto di mantenervi i propri uffici. In pratica si vendono immobili per ottenere liquidità immediata e poi si manterranno gli uffici e le funzioni in essi ospitate pagando l’affitto. Val la pena precisare solo per evitare “panico” immotivato…
(Commento firmato)
NOTA DELLA REDAZIONE: Ringraziamo per l’importante precisazione.
RISERVANDOSI… non vuol dire che al 100% rimarrà negli immobili, alcuni esempi: Telecom Italia ha ceduto gli immobili a Pirelli Immobiliare. Sede di via Fioravanti a Bologna ceduta e personale trasferito, ora direzione Emilia-Romagna dipende da Padova. Le parole nel 2012 non valgono nulla, la verità che questa mega fusione che ha CREATO IREN è un pozzo senza fondo di debiti, metterà in ginocchio i COMUNI che non ricevono più i dividendi ed impoveriranno i territori, centralizzando i servizi. E poi cosa si farà nella sede di Felina? Visti i tempi una cattedrale nel deserto.
Altra domanda, sempre riferito ai tempi, a quanto verrà venduta? Visti i crolli degli immobili, per concludere, non saranno i tembi sbagliati e che questo comporterà altra perdita di valore di IREN, visto che gli immobili sono a bilancio e sicuramente non a prezzi di SALDO che oggi il mercato RICHIEDE.
Saluto ricordando che i vertici prendono solo 500.000,00 € annui, VERGOGNA.
(Roberto Malvolti)
Ma, posto che riescano a vendere e anche incassando “bene”, in quanti anni si “MANGIANO” il venduto? In parole povere, posto ad esempio un incasso per la sede di Felina pari a 100, pagando dopo un affitto ipotetico di 10, questo significa che, sempre per ipotesi, in dieci anni IREN si è mangiata il capitale investito. Non mi pare un gran servizio e/o una visione lungimirante di chi amministra la società.
Saluti.
(Massimo)
IREN è stata gestita male dai vertici e quindi svenduta per pagare dibiti “di altri”. E’ ora che le coscienze popalari insorgano contro questi soprusi, siamo meno che carne da macello ed in montagna si pagano tariffe di molto superiori a quelle della città; di questo passo non solo si svuoteranno le case, ma comuni, servizi e la nostra bella ed amata montagna morirà. Chi pagherà per tutto questo? Come accade spesso in queste vicende, non pagheranno i responsabili, ma tutti i cittadini e contribuenti, quali noi siamo. Come dice Roberto Malvolti, ma con una piccola variazione: DOPPIA VERGOGNA !!!
(Enrico 60)
Il merito di tutto ciò ha un nome e cognome: TUTTE LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI CHE HANNO APPROVATO IN CONSIGLIO “UN’OTTIMA OPERAZIONE”. Come da sempre colpa di chi si accoda al volere dei POCHI che dall’alto manovrano tutto. Ma queste comunque sono parole al vento, tutto si dimentica e si sorvola, la solita storia che si ripete.
Cordialmente.
(Fabio Leoncelli, consigliere comunale di minoranza a Busana)
La storia non insegna nulla; quasi sicuramente questa sede Iren verrà venduta a qualche Real Estate o a qualche “paperone”, con la clausola che per un determinato numero di anni Iren resterà in locazione in questa sede, pagando un “super affitto”; facilitando così la vendita dell’immobile.
Il canone di locazione in pochi anni supererà il valore dell’immobile e alla scadenza del contratto, presumibilmente anche prima (pagando delle penali), qualche amministratore di Iren riterrà assurdo tenere aperta una sede con un canone d’affitto elevato e per poche persone; e la sede verrà chiusa; fine della favola, senza lieto fine.
Iren avrà tutti i diritti di fare le scelte che ritiene opportune, ma a farne le spese non possono essere i soliti montanari Reggiani, che accettano sempre tutto senza protestare o contestare nulla; mentre vediamo cosa ottengono certe categorie con le loro contestazioni (vedi la “farsa” della privatizzazione dei Taxi); ma per ottenere qualcosa in testa alle contestazioni ci devono essere i Sigg.i Sindaci dei paesi montani, Assessori e Consiglieri, Comunità, Sindacati e altri, ma il dubbio è: quanti di costoro hanno la forza di opporsi, possono farlo? e perchè non possono farlo?.
Ci auguriamo di non dover confidare solo sui cittadini; uomini e donne giovani o anziani, preti e suore e su chiunque abbia a cuore quei pochi posti di lavoro che restano sui nostri paesi.
(Lino Franzini)