Riceviamo e pubblichiamo.
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Non riesco ancora a non pensare a un incontro avvenuto nei giorni di Pasqua. E’ primo mattino, esco e sono nella strada innanzi a casa. Sale, provenendo dal paese e chissà diretto dove, un ragazzo di colore. Alle volte questi incontri occasionali riservano la richiesta di qualche spicciolo o la compravendita di fazzoletti, accendini, biancheria. I nostri occhi si incrociano e, come ho previsto, l’uomo mi rivolge la parola. “Mi chiederà soldi”, penso appena sento la sua voce per la prima volta. E invece il giovane mi dice “Ho fame”. E poi ribadisce “Ho fame”. Non chiede denaro, non chiede elemosina, non vuole vendermi qualcosa di cui non ho bisogno.
Quanto ho di più vicino è una mela e due patate. Gliele offro. Afferra la mela con avidità e ringraziamento e la porta alla bocca. Rientro in casa, mi affretto a preparare una sportina di viveri, ma quando torno sulla strada l’uomo non c’è più.
A Vetto non avrei pensato di rivedere la fame in strada.
(EF)
…e andrà sempre peggio… che infinita tristezza.
(Monja)
Grazie a Redacon per portare alla luce queste situazioni con cui dovremo imparare a convivere se l’economia e l’occupazione non ripartono; situazioni che mai ci saremmo immaginati di vedere sui nostri paesi. Non so ancora per quanto tempo esodati, scoraggiati, pensionati, giovani disoccupati, licenziati, ecc. riusciranno a far fronte alla mancaza di lavoro, al taglio delle pensioni, all’aumento delle tasse, dei carburanti, delle bollette, ecc.
Chiunque sia a conoscenza di situazione gravi deve farsi carico di comunicarlo alla Caritas o all’amministrazione pubblica; spesso l’orgoglio, tipico di noi montanari, sbagliando, ci porta a tacere e sopportare, con conseguenze che potrebbero risultare molto gravi.
(Lino)