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Cerreto, crolla la pala prima dello “sfratto”

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Crolla la mini pala eolica Energywind installata al passo del Cerreto, nei pressi della provinciale, la cui installazione, lo scorso anno, fu oggetto di acceso dibatitto su questo sito, ma anche in sede giudiziale.

La mini pala eolica del Cerreto crollata mercoledì mattina

Il fatto è accaduto nella mattina di mercoledì verso le 8, quando a Cerreto era in corso una perturbazione. Raccogliamo la preoccupazione di un abitante della zona a crollo avvenuto: "Considerata la vicinanza alla strada provinciale che sale a Cerreto Laghi questo crollo poteva recare seri danni, oltretutto nella prossimità c'é una discesa dove d'inverno quando vi è neve i bambini praticano la discesa con gli slittini e bob quindi poteva essere un grave pericolo. Poi attigua vi è una colonna Enel che fornisce energia e a sua volta ha rischiato".

Laconico il commento di Renato Farina, consigliere comunale di minoranza (Pd) che proprio su Redacon aveva espresso perplessità su questo tipo di intervento: "La natura si è ripresa il territorio come è giusto che sia - afferma Farina -. Opere di questo tipo sono cose da fare con il coinvolgimento delle comunità, cosa che non era avvenuta. Personalmente sono d'accordo con il produrre energie rinnovabili, ma penso che prima di tutto noi dobbiamo tutelare il territorio".

Intanto la pala è rovinata a terra... "Ma per essa c'era un ordine di demolizione, scaduto il 29 febbraio, che non è stato rispettato. Quanto è accaduto pare una naturale conseguenza", conclude Farina.

Il generatore eolico era di tipo bipala della potenza di 55kw era stato installato a livello sperimentale, pare che nella società fosse presente pure il comune di Collagna. La vicenda su questa installazione prese il via nel novembre del 2009 con i primi progetti, le prime autorizzazioni, integrazioni, dinieghi, ricorsi. Il 21 febbraio del 2011 il comune di Collagna autorizzò l'installazione della turbina mini-eolica da 55 kw. Redacon diede notizia dell'avvenuta messa in opera del manufatto, su segnalazione di un lettore, il 21 settembre 2011. Prese però così il via una lunga sequela di 55 commenti, dove, tra l'altro, il Parco affermava di non saperne nulla e di avere "proceduto in via amministrativa e penale" conegnando la pratica  "all’esame della Procura della Repubblica di Reggio Emilia per la definizione degli aspetti penali, con particolare riguardo a quelli inerenti la presunta violazione delle norme di salvaguardia del Parco nazionale e delle norme paesaggistiche".

Mario Vaiani, uno dei soci della Energywind disse che "il Parco era perfettamente a conoscenza di quanto si stava realizzando" e, in merito alle polemiche che stavano montando, affermò "quanto realizzato vada a beneficio di tutta la comunità; sono disponibile a cedere in comodato gratuito terreni attigui a quello ove è stata realizzata la pala a chiunque ne voglia realizzare una".

Dalle parole di Farina, però, apprendiamo che la questione in tribunale era andata avanti, nonostante l'intervento, tra i commenti, del progettista della stessa. Al punto che entro il 29 febbraio avrebbe dovuto essere prevista la sua demolizione. Ma qualcosa è andato diversamente.

22 COMMENTS

  1. Non conosco gli aspetti penali di cui si parla e penso che al di là del caso specifico poco importino. Ritengo che ogni fonte rinnovabile vada utilizzata a pieno, regolamentata sì ma sfruttata a pieno, soprattutto se è veramente ecologica come l’eolico o il fotovoltaico. Purtroppo per affrancare la propria importanza associazioni e enti di ogni tipo si oppongono ad ogni progresso magari accampando tutele selettive. Inquietante è però pensare che una struttura di tali dimensioni non sia pensata per reggere alle intemperie e cadere a terra!

    (Marco)

  2. Credo modestamente che dovreste informarvi da fonti certe e ufficiali prima di scrivere alcune perle… Energywind è una società privata, il Comune non c’entra nulla. La pala sperimentale di cui accennate è tutta un’altra cosa, era stata installata come tester sopra a Collagna (e poi rimossa) nell’ambito di una partecipazione fra vari enti, che a iter autorizzativo concluso dovrebbe portare a installare alcune pale fra Collagna e Valbona. E anche per quanto riguarda la presunta autorizzazione ottenuta da Energywind per la costruzione della pala, se ne sentono in giro versioni molto diverse… tant’è che c’è un procedimento legale/giudiziario in atto. Credo che solo le autorità possano fornire una versione reale e aggiornata dei fatti. Detto questo, se le pale eoliche fossero costruite rispettando leggi, regole e autorizzazioni, non vedo quale problema potrebbe costituire la loro realizzazione… Certo è che se progettisti e impresari facessero bene il loro mestiere non ci ritroveremmo con pale eoliche probabilmente (?) abusive che per una normalissima “sventia” di crinale crollano miseramente al suolo, rischiando pure di far morti e feriti!!!

    (Commento firmato)

  3. Ma se entro il 29-02-2012 sarebbe dovuta avvenire la demolizione della pala da autorità competenti, perchè questo non è avvenuto? Se fosse caduta su cose o persone causando danni più o meno gravi chi avrebbe avuto la responsabilità dell’accaduto? Sì all’eolico pubblico, se condiviso dalle autorità competenti e sempre che si abbiano “ricadute” positive per la popolazione del territorio; no all’eolico privato installato nei giardini di casa…

    (Miriano)

  4. Io sono passato da lì un giorno in cui non si muovevano nemmeno le foglie e la turbina invece girava a velocità sostenuta sfruttando le correnti di quota. Mi sono detto: ecco un impianto ben progettato!
    Scopro adesso che, invece di crucciarsi sul danno subito, sulla brutta figura o sulla pessima progettazione strutturale, siamo qui a dibattere su quanto sia bella o brutta la torre eolica. Come se ripetitori, parabole sul monte Giogo, casermoni anni ’70, impianti sciistici dismessi e altre centinaia di meraviglie architettoniche del nostro Appennino fossero invece patrimonio riconosciuto e condiviso della nostra cultura e civiltà. Ma come riusciamo ad essere sempre così “politici”?

    (Davide Marazzi)

  5. Sono molto dispisciuta per quanto accaduto alla pala eolica e ancor più per la gente che prova quasi piacere per ciò.
    Non dimentichiamoci, che sebbene sia stato un intervento privato, ha comportato investimenti consistenti, ovvero spendita di denaro tutto guadagnato e risparmiato negli anni.
    Volevo segnalare ad un nostro “appassionato” di Redacon ovvero il Signor Farina, che i calcoli strutturali non vengono effettuati da chi decide di installare l’impianto eolico, ma dall’azienda costruttrice, quindi non conta nulla che l’impianto sia privato o sia pubblico.
    A questo punto dico: se l’impianto eolico fosse stato pubblico, sarebbe stato tutto ok? certamente…….

    (Lucia Vaiani)

  6. Credo che la discussione non vada posta tra pubblico o privato, ma costi-benefici, compatibilità/sostenibilità ambientale e obbiettivi/ finalità. Tradotto significa creare quelle pre-condizioni, per un dibattito senza alcuna pregiudiziale… Siamo un paese che sul tema delle energie “alternative” può e deve “crescere” ancora, mi permetto di dire, soprattutto dal punto di vista culturale…

    (Luca Ferri)

  7. Signora Vaiani, non fa differenza se il proprietario è pubblico oppure privato. Non si dovrebbe neppure discutere sull’opportunità o meno di realizzare pale eoliche, le energie rinnovabili sono il nostro unico futuro. Le uniche cose che fanno differenza sono:
    – se sono state ottenute le necessarie autorizzazioni edilizie e paesaggistiche;
    – se i lavori sono stati realizzati in conformità con le suddette autorizzazioni;
    – se la pala è stata progettata in modo adeguato, sia strutturalmente che funzionalmente;
    – se sono stati rispettati tutti i requisiti di legge in merito alla sicurezza.
    Mi sa che purtroppo in questo caso non siamo andati molto bene, su tutta la linea…

    (Commento firmato)

  8. Salve, sono Vaiani Fabio, il proprietario dell’impianto eolico. Non mi piace scrivere o rispondere a provocazioni ma questa volta credo sia proprio il caso di farlo sia per quanto accaduto che per quanto scritto nell’articolo. Per prima cosa sono molto dispiaciuto per quanto successo, sono pienamente consapevole dei danni che potenzialmente il crollo poteva recare, in quanto zona molto frequentata da bambini e famiglie. Sicuramente il più arrabbiato e sconsolato in questo momento sono proprio io, ma come ben potete capire tutto ciò non è assolutamente dipeso da me e tantomeno da una mia negligenza, piuttosto da una serie di coincidenze e fattori naturali che si sono intrecciati e hanno fatto sì che tutto ciò accadesse. Fortunatamente chi ha sbagliato ha riconosciuto l’errore ed è pronto a farsi carico di ogni responsabilità. Successivamente non conosco il Signor Farina, in quanto non ricopre alcun ruolo ufficiale, ma da quello che afferma mi sembra piuttosto confuso. Ci tengo solamente a ribadire che l’impianto è stato realizzato da Energywind (di cui sono l’unico socio accomandatario), perchè l’ufficio tecnico di Collagna con a capo l’Ing. Ferretti e la giunta comunale hanno APPROVATO il progetto (compreso il richiamo favorevole espresso dalla Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio nella seduta dal 11/11/2010 verbale n. 09/2010). Penso che altro da aggiungere sulla vicenda non ci sia.

    (Fabio Vaiani)

  9. Ribadisco che come imprenditore sono molto dispiaciuto per quanto è accaduto, ma sono anche contento che questo incidente si sia verificato in una giornata in cui non c’era nessuno nella zona interessata che, ricordiamo, è un luogo molto frequentato sia per attività sulla neve (slittini) sia per attività escursionistiche (sentiero GEA). Penso che ci siano altre cose da aggiungere sulla vicenda, innanzitutto mi presento ai Sig. Vaiani, sono consigliere comunale a Collagna e anche se non rivesto ruoli ufficiali so leggere gli atti amministrativi del mio comune. In particolare l’ordinanza di demolizione n. 23 del 29/11/2011 prot. 2293 del Comune di Collagna con la quale si ordinava la demolizione della pala in oggetto entro il 29/02/2012. Dopodiché mi chiedo, come penso sia lecito, il perché in data 11 aprile 2012 la pala fosse ancora lì…

    (Renato Farina, orgoglioso appassionato di Redacon e anche dell’Appennino)

  10. Signor Farina che Lei sia consigliere di minoranza non c’è ombra di dubbio.
    Sul fatto che che sappia leggere e utilizzare agli atti amministrativi ho qualche perplessità. La pubblicazione di atti privati con firme e riferimenti sulla stampa credo chi violino la privacy e su questo credo che non mancheranno ripercussioni. L’ordinanza all’ultimo capoverso riporta che è ammesso ricorso, tant’è che così si e fatto e la vicenda è sospesa e in attesa di giudizio; pertanto contrariamente a quanto Lei asserisce nessun tribunale si è ancora espresso.
    Per quanto riguarda la causa del danno è imputabile, dai primi sopralluoghi effettuati da “ispettori”, ad un cedimento strutturale,forse non causale, di parti in acciaio certificate e collaudate; è necessario fare indagini più approfondite per determinarne le cause; le parti lesionate verranno depositate presso un istituto certificato per ulteriori accertamenti.
    Saluti

    (Mario Vaiani)

  11. Scusate la mia ignoranza, forse ho capito male. Perché prima il comune ha concesso i permessi di istallazione del progetto eolico e poi è seguita un’ordinanza di demolizione??? Cos’è che non funzionava oppure quali motivazioni hanno spinto alla seconda risoluzione! Solo per curiosità e nessuna polemica, anzi!!!!! Le fonti di energia ”pulita” credo vadano incentivate! Grazie.

    (Roberto Colombari)

    • Sig Colombari, sono Mario Vaiani e credo che la sua curiosità debba essere accontentata. Il 16 Marzo 2010 ho presentato la prima istanza per la costruzione di una pala mini eolica; a questa ne sono seguite altre due più due ricorsi in quanto mi erano stati diniegati. Finalmente il 21 Febbraio 2011, a distanza di cento giorni dal parere favorevole espresso dalla Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, mi è stato rilasciato il parere favorevole alla DIA.
      In Aprile comunico con raccomandata al Comune di Collagna, al Parco e alla Forestale che i lavori sarebbero iniziati a meta maggio 2011; così è stato.
      Il 17 giugno 2011 (quattro giorni dopo il No al nucleare, sarà una coincidenza?) mi è stato comunicato un avvio del procedimento per costruzione parzialmente difforme in quanto era stata costruita la soletta per sostenere i gruppi di trasformazione, e da li a seguire tutte le altre vicissitudini fino ad oggi.

      Cordiali saluti

      (Mario Vaiani)

  12. Scusatemi tanto amanti di pale, palazzetti e quant’altro sia piazzato sul nostro Appennino senza che si capisca bene se porterà benefici e a chi li porterà, non credete, (anche a riguardo del maxi progetto eolico di Valbona – Vallisnera), che si dovrebbe tenere maggiormente in considerazione l’opinione dei residenti, la maggior parte delle volte informati ormai a giochi fatti. E’ anche vero che questi grandi Enti sanno come e dove trovare i consensi; nei piccoli borghi di montagna si convincono più facilmente i pochi anziani e giovani disoccupati con l’illusione di ricavare qualche euro da un terreno confiscato e la promessa dell’eliminazione di una bolletta. Non sempre però le promesse sono mantenute; come in Abruzzo dove gli abitanti si sono visti costruire questi giganti a pochi metri dalle abitazioni, (con conseguente inquinamento acustico), continuando a pagare la fornitura di energia. Non so se questi sostenitori della pala privata scriverebbero le stesse cose scoprendo una mattina di averne una nel terreno a fianco. Tornando a Farina mi sento di spezzare una lancia a suo favore perché credo che con il turismo di comunità, le altre iniziative di cui si occupa la cooperativa e il rispetto dell’ambiente si possano creare nuovi, e più duraturi posti di lavoro per i giovani. Voglio comunque sperare che tutto vada per il meglio e che gli abitanti ne traggano veramente beneficio, comunque vada almeno avremo una nuova cartolina dell’Appennino e forse nuovi sentieri del Cai.

    (Corrado Fiorini)

  13. Grazie Signor Vaiani, anche se forse le solette andavano incluse nel progetto, sono dalla sua parte nonostante il brutto epilogo. Per ciò che riguarda il deturpamento ambientale è uno scotto da pagare, credo, visto che ormai le fonti di energie spero vadano cercate in queste fonti rinnovabili. Posso testimoniare, andando spesso in bici nella Foresta Nera, che quella zona è disseminata di pale eoliche che, ad onor del vero, non sono molto estetiche però la cura dei sentieri, dei paesini, delle strade che attraversano il territorio credetemi mettono in secondo piano le antiestetiche pale! Quello è un vero parco che ti fa venire voglia di tornare. Migliaia di km (e non scherzo) di sentieri curati come autostrade! A fine settembre, fuori stagione, si incontrano una marea di cicloturisti, incredibile. Anche la nostra montagna offre lo stesso paesaggio, però… basterebbe “copiare”. Perchè poi non si possono costruire di un verde scuro le pale eoliche???? Meglio che polemizzare sarebbe cercare dei compromessi fra tutela del territorio e produzioni di energie pulite.
    Grazie

    (Roberto Colombari)

  14. Siamo alle solite, dietro a parole buone come energia pulita e progresso purtroppo si nascondono le solite speculazioni su finanziamenti prelevati direttamente a noi cittadini (anche in bolletta), leggi nate con un buon fine ma trasformate presto in gallina dalle uova d’oro.
    Tutti a cavalcare l’onda dell’energia pulita e quale miglior pretesto dopo il referendum sul nucleare per bollare tutte le persone comuni e le decine di comitati anti eolico come ambientalisti contrari a tutto?
    Informiamoci bene sui certificati verdi, la compravendita di energia da fonti rinnovabili e le centinaia di esperienze altrui prima di farci un’opinione emotiva a favore di una produzione di energia solo apparentemente pulita.
    Nel caso eolico a dire il vero non si potrebbe parlare nemmeno di fonti rinnovabili, visto che consumano un territorio che non è assolutamente rinnovabile ma molto limitato.
    Le parole molte volte ingannano e vengono usate ad arte per interesse.
    Curioso e dubbioso per natura mi sono letto e studiato molte pagine di studi, opinioni, esperienze, dossier, trasmissioni televisive, siti internet e molti miei sospetti si sono chiariti. Purtroppo al di fuori della pubblicità ci sono molti fattori negativi da considerare che sono stati portati in questa discussione da poche opinioni disinteressate.
    Sull’uso della parola progresso già abusata in passato, ho moltissimi dubbi e mi sembra usata in maniera molto distorta, progresso non mi sembra che voglia dire calpestare l’Articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana, consumando e deturpando un territorio pubblico in nome di una speculazione che ha un rapporto costo (pubblico) e beneficio (privato) molto sbilanciato su quest’ultimo.
    Anche paragonare il nostro territorio ai paesi nord europei non è condivisibile, qui si parla di un’Italia che è invasa ogni anno da turisti stranieri (tedeschi e non solo) per le sue bellezze paesaggistiche e storiche, non vengono per vedere i nostri impianti industriali, ma per vedere quella bellezza unica, a cui molti Italiani non danno valore, che si chiama paesaggio.
    Siamo irriproducibili e in questo caso non abbiamo nulla da copiare dagli altri paesi. Abbiamo quasi tutto diverso, il clima, l’industria, l’economia, il turismo, la superficie abitativa, la storia, l’ambiente, la densità di popolazione, i servizi, non possiamo non tenerne conto e paragonarci con altre situazioni molto lontane da noi.
    La memoria dovrebbe servirci a imparare da tutti gli errori e gli scempi che ci hanno lasciato in eredità le parole progresso e sviluppo.
    Etichettare questo come demagogia ambientalista o scusare nuove deturpazioni con le vecchie mi sembra veramente assurdo e illogico, dov’è il progresso e il buonsenso se devo ripetere gli errori del passato? Dobbiamo sempre scusare i nostri errori andando a cercare gli errori degli altri?
    Il mondo ambientalista sempre accusato di tutto, ma nei fatti tenuto sempre in nessuna considerazione davanti agli interessi economici, su questo argomento ha una posizione fondamentalmente favorevole non contraria a priori, anche se ci sono profonde divisioni sui tipi di impianto e le collocazioni più adatte.
    Purtroppo con l’eolico abbiamo già sotto gli occhi l’esperienza di decine di installazioni italiane e non serve cercarle all’estero, nel nostro Belpaese, ci sono decine di installazioni, nate come funghi, che non solo non hanno creato il lavoro promesso e un risparmio per la popolazione, ma hanno lasciato in eredità strutture industriali che continuano a rendere finanziariamente solo a qualche privato, anche se tenute ferme.
    Io posso capire che ci siano persone che non vedono o non vogliono vedere la bellezza del nostro appennino e che si ostinino a voler dare un valore economico a tutto, ma mi meraviglio tantissimo di enti vari e amministrazioni che da un lato ci obbligano, GIUSTAMENTE, a costruire con determinati criteri estetici e paesaggistici (il muro in sasso locale, gli infissi in legno,…) e dall’altra parte chiudono cento occhi su speculazioni enormi che impattano così tanto sul nostro territorio (condomini giganteschi da città con riscaldamenti a gasolio, piloni eolici….) Io mi augurerei che, qualche volta, pensassero anche a tutelare ciò che non è valorizzabile monetariamente, visto che nei discorsi, quando serve, nominano sempre l’alto pregio ambientale del territorio.
    A cosa servono mille leggi sulla tutela dei centri storici e del paesaggio se poi abbiamo davanti installazioni civili e industriali che le ignorano tranquillamente?
    Se si vuole sempre e solo parlare di vantaggi economici e considerare il paesaggio come bene irreale e astratto, teniamo bene in conto anche tutto l’indotto creato dal nostro paesaggio che non si può ridurre a spiccioli, e del costo di smantellamento di questi impianti industriali a fine vita (strade, elettrodotti, basi in cemento armato….), un costo che viene (come al solito) scaricato sulle generazioni future.
    Detto questo l’energia di certe fonti rinnovabili con tutti i loro difetti e il loro costo nascosto sia ambientale, che monetario è meritevole di essere incentivata e portata avanti, senza battaglie, ma con tecnologie adatte ai luoghi, scelti con semplice buonsenso.
    In Italia abbiamo tantissimo territorio gia cementificato e industrializzato, senza ormai nessun valore ambientale, in zone sufficientemente ventose (non certo come in altre nazioni dove l’eolico rende realmente) perchè rovinarne dell’altro?
    Oggi se si volesse utilizzare veramente l’energia rinnovabile in montagna si potrebbe fare casa per casa (alcuni lo fanno già senza tanti discorsi), si può arrivare ad essere autosufficienti, producendo sia calore che energia e soprattutto risparmiando con le case passive. Se i finanziamenti e le agevolazioni (che già esistono) fossero dirottati maggiormente verso tutte le famiglie che vogliono risparmiare energia?
    Certo in questo caso bisogna essere veramente consapevoli e favorevoli non solo a parole ma in prima persona, investendo soldi nella propria energia rinnovabile, con un vantaggio sia collettivo che personale.
    Forse non tutti sono disposti veramente a farlo in prima persona tra tutti i paladini che adesso sventolano la bandiera dell’energia pulita.
    Se vogliamo trasformare la montagna con i campi eolici e ritornare ad un vecchio modello di sviluppo travestito da nuovo, come molti vorrebbero, possiamo farlo, ma la maggioranza della popolazione deve essere bene informata a cosa va incontro e gli amministratori si devono prendere delle grandi responsabilità.
    Il progetto di impianto industriale (di questo si tratta senza tante belle parole) di diversi piloni eolici sopra Valbona, che pochi conoscono, è veramente assurdo e non mi sembra un compromesso che tuteli nessuno, posto su un crinale meraviglioso aperto verso tutte le bellissime montagne del nostro Appennino, in una zona frequentata da pastori, cacciatori, escursionisti e fungaioli, avrà oltre che un alto rischio per l’incolumità personale anche un impatto enorme sul paesaggio, sulla fauna, sul turismo, sul valore degli immobili e sull’ambiente, ma sta passando come al solito in silenzio per presentarci il conto a cose fatte.
    In futuro basterà sentirsi dire, ci siamo sbagliati, è stato un errore, colpa della burocrazia, errori di altri, non sapevamo, in una nazione civile chi sbaglia dovrebbe sempre pagare il conto per fare meno errori in futuro.
    Personalmente ho deciso di investire in Appennino acquistando una casa e ristrutturandola seguendo tutte le leggi paesaggistiche e dei beni storico-culturali e non l’ho fatto per avvicinarmi a strutture industriali ma per trovare il silenzio e la natura che tanti di voi disprezzano.
    Purtroppo è stata trovata un’altra gallina dalle uova d’oro di alcuni a svantaggio di tutti gli altri e il nostro prossimo futuro potrebbe essere pieno di questi annunci http://www.k-tn.com/secondhand_4.html ma anche di tante case, svalutate, in vendita.
    Spero che questa mia opinione possa venire pubblicata da Redacon, che mi sembra l’unica redazione che dia lo spazio dovuto a questo argomento. Riflettere molto attentamente su quello che si sta decidendo altrove è veramente molto importante, da parte mia non riesco a considerare la rovina del paesaggio montano come un semplice effetto collaterale, uno scotto da pagare o da sopportare in silenzio e la Costituzione come carta straccia.

    (Claudio Iotti)