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“Quel federalismo che non ha dato latte. Anzi, ne beve”

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Proprio nelle ore in cui stavamo pubblicando questa riflessione di Fausto Giovanelli è giunta la notizia delle dimissioni di Renzo Bossi, figlio del senatur e fondatore della Lega Umberto, dal Consiglio della Regione Lombardia. Dirà addio a uno stipendio di 12 mila euro al mese

Fausto Giovanelli è stato senatore della Repubblica. Così ricorda l'avvento del Carroccio, così analizza quanto sta accadendo in queste ore dove, dopo le dimissioni del leader, Umberto Bossi, assistiamo anche alle dimissioni del figlio, Renzo, "il Trota".

* * *

È davvero finita  la Lega Nord? Ed è finito il vento che l'ha sospinta per vent'anni? Quando i leghisti arrivarono in Parlamento, nel '92, in molti ci chiedevamo chi erano "questi barbari", ignari di ogni deontologia politica, che entravano in Senato palesemente digiuni di ogni competenza o esperienza politica. In molti pensavamo: un fenomeno di protesta che passerà come sono passate altre ondate di qualunquismo. Sbagliavamo. La Lega è durata molto più che lo spazio di un mattino. E non è detto che sia finita ora. L'abbiamo capito dopo.

Era una protesta sì, ma non effimera... e molto particolare. Protesta non di estremisti e non di emarginati, ma di un "popolo operoso", che, al di là della retorica "padana", sentiva nelle viscere la paura della globalizzazione, sentiva che i frutti delle sue fatiche erano in pericolo, che il modello manifatturiero e sociale lombardo ed europeo erano in affanno. E si chiudeva in casa, per non vedere, per non pensare, per difendere quello che era e che aveva, con l'arma del disprezzo per la politica e per tutto ciò che fosse "altro": i terroni o gli extracomunitari, i partiti o la chiesa, i sindacati e lo stato, Roma o l'Italia, la finanza o l'Islam, l' Europa o la Cina... senza vedere quanto ciascuna di queste parole contenesse di buono, di costruttivo, di potenzialmente e praticamente utile per tutti. Xenofobi, quasi razzisti, grezzi ed agguerriti, convinti dell'opposto della realtà delle cose, che fossero indubitabilmente gli immigrati a sfruttare italiani e francesi e non il contrario. Come Le Pen in Francia, come Haider in Austria. Tutti inconsapevoli nostalgici della globalizzazione dell' '800: cioè della epoca coloniale, nelle quale popoli e risorse dei paesi extra europei erano sfruttate dagli europei padroni del mondo, tutti convinti di essere in credito verso qualcun'altro, magari verso tutto il mondo, piuttosto che coinvolti in una sfida da vincere con le proprie qualità e con l'innovazione. Oggi chiamerei tutto questo non qualunquismo, ma "la falsa coscienza dell' antipolitica nei paesi ricchi". Per i leghisti  il modello padano andava già bene com'era... bastava togliere dai piedi tutti gli altri. Si ripristinava l'idea del nemico identificandolo nella politica tout court, nella politica ormai impossibilitata a redistribuire ricchezza. Tutti al diavolo..! ...in nome del Dio Po, delle ampolle, delle ronde, della Lira padana o, bontà sua dell'incolpevole Alberto di Giussano. Contro tutto e contro tutti... il dito medio alzato e l' insulto facile  agli avversari politici per coltivare  l'illusione che,nella pianura padana -una delle zone più ricche e sviluppate del mondo -,anziché affrontare la nuova inattesa fatica di competere, fosse più semplice chiudere la porta e anche la mente, per sentirsi più duri e puri.
E ora? È finita? Ora non saprei.
La Lega forse. Le pulsioni di cui si è nutrita ci sono ancora.
Non interessa sapere se Bossi è un ladro di polli (personalmente non lo credo) o è solo un uomo politico che non ha avuto molta fortuna con la prole. Sinceramente il gioco al massacro della pubblicazione di intercettazioni di amici, segretarie e nemici di partito è barbaro almeno quanto  lo è stata la cultura politica della Lega.
È quest'ultima comunque che interessa. C'è un grumo forte di resistenza alla competizione aperta, alla comprensione del nuovo, all'apertura e alla cooperazione con "altri", col resto del mondo: è una Italia che si sentiva arrivata, vecchia nella mente prima che nel corpo, arricchita e attaccata alle rendite di posizione, che si sente in credito con il mondo e in debito con nessuno.
Questo grumo rimane e forse sarà ancora rappresentato dalla Lega Nord , che l' ha istintivamente nobilitato, ricoprendo paure e delusione con la patina dell' orgoglio padano... orgoglio di laboriosità innata, di fatiche vere, di successi raggiunti e ora in pericolo... Forse invece sarà rappresentato da qualcun altro... Impossibile saperlo ora.
Certo è che la Lega è franata su se stessa, dopo un' esperienza di governo parolaio e inconcludente.
Berlusconi ha avuto l'intelligenza di sostenere il governo Monti, cioè di mettersi a disposizione dell'interesse generale dell'Italia, che governando non aveva mai interpretato davvero. Bossi è tornato all' opposizione, per nascondere dietro il solito dito medio lo zero di idee rimasto alla lega. E lí è finito,aggredito dai suoi.
È bene che le riflessioni dei leghisti e le riflessioni degli italiani sulla Lega e sull'antipolitica che ha sparso a piene mani, non si fermi a girare attorno alla famiglia Bossi, alle badanti-senatrici, alle auto comprate, alle lauree vendute o ad altre amenità secondarie. È la suggestione politica della Lega che è fallita. Con le sue false premesse, con le sue velleitarie promesse, con le tasse che non si possono ridurre, con la semplificazione che non si vede, col federalismo che non dà latte. E ,anzi, ne beve.
Se l'Italia si risolleverà non sarà moralizzando Roma ladrona, non sarà spremendo il sud , non sarà sparando ai disperati sul canale di Sicilia, non sarà  insultando la politica. Sarà aprendosi di più e non chiudendosi per i prossimi vent'anni. Lavorando di più e meglio; selezionando il meglio e non il peggio. È ora di passare dal distruggere al costruire. Questo è il solo messaggio utile e positivo che l'Italia può trarre da questa ultima  vicenda del capo leghista, colpito dalla legge del contrappasso. Quasi che Dante, fondatore della lingua e perciò della nazione, si sia voluto prendere una rivincita, sulle troppe sgrammaticature linguistiche e civili che abbiamo subito senza remissione .

(Fausto Giovanelli)

5 COMMENTS

  1. Si e’ scordato di citare un elemento, a mio avviso essenziale, nella Sua enunciazione dei capisaldi della politica leghista: il costante e netto rifiuto verso le stucchevoli ideologie delle quali Lei ,quasi come fossero un dono del cielo, non esita a renderne tutti noi edotti non appena ne  ha l’ occasione. 

    (commento firmato)

  2. Cavoli…. non te ne risparmiano una Senatore. Per me invece hai ragione da vendere. Non so se il tuo pensiero sia condizionato da più o meno “stucchevoli ideologie”, ma criticarti per quel che scrivi, dopo avere vissuto il Berlusconismo ed il Leghismo, ci vuole solo astio. Ma non la finiranno mai di dire che i comunisti mangiano i bambini? Il vero problema è che costoro criticano ma non hanno nè idee nè capacità di governare, solo di comandare.
    Con affetto

    (Loris Motta)

  3. Dal senatore Giovanelli mi sarei aspettato più che una indagine storico-sociologica sul fenomeno leghista, una riflessione da parte di un esponente del centro sinistra, di come le politiche o le “non politiche” sociali ed economiche di questo schieramento hanno favorito in Italia ed in Europa l’affermasi di formazioni razziste e xenofobe .
    L’appiattirsi sul pensiero unico liberista imperante, da parete di quella che una volta era la sinistra e parlo anche della socialdemocrazia nei suoi aspetti migliori nord europei, ha aperto praterie a queste risposte. In Italia poi dal Dalema della “costola della sinistra” alle ordinanze anti accattonaggio dei sindaci del centro sinistra è stato un fiorire di lisciate di pelo a una furia montante di nuovo fascismo. Per il resto come epitaffio su questo capitolo di una sciagurata storiaccia ahimè italiana e non padana invito a leggere il commento di P.G. Odifreddi che in calce riporto.

    (ellebi)

    Fine di un troglodita

    Finalmente esce di scena, travolto dagli scandali, uno dei tribuni del popolo più rozzi e imbarazzanti che abbia mai avuto il nostro paese, che pure ci ha fatto ripetutamente vergognare per la levatura personale, morale e politica della sua classe dirigente.

    Umberto Bossi ha incarnato per venticinque anni l’anima più rudimentale, ignorante e becera dell’italiano medio. E la Lega Nord ha rappresentato gli interessi più provinciali, conservatori e qualunquisti di una piccola (anzi, piccolissima) borghesia, degnamente rappresentata dal suo indegno leader.

    Quello che molti indicavano come un “politico finissimo” era ed è, in realtà, soltanto una persona sgradevole e volgare, i cui unici argomenti dialettici non andavano oltre il dito medio continuamente alzato verso l’interlocutore, e il vaffanculo continuamente biascicato come un mantra.

    Il cosidetto “programma politico” della Lega, d’altronde, era all’altezza di questa bassezza, e si limitava al protezionismo nei confronti dei piccoli commercianti e dei piccoli coltivatori e allevatori diretti, condito da anacronistici proclami per la secessione e l’indipendenza di una fantomatica Padania.

    Le patetiche cerimonie a Pontida, e le ridicole simbologie solari o guerriere, rimarranno nella storia del kitsch, a perenne ricordo delle camicie verdi: versione di fine secolo delle camicie nere o brune della prima metà del Novecento, e ad esse accomunate dall’ottuso odio razziale e xenofobo.

    Che un movimento e un leader di tal fatta abbiano potuto raccogliere i consensi di una parte consistente della popolazione del Nord Italia, era ed è un’ironica smentita della sua supposta superiorità nei confronti di “Roma ladrona” e del “Sud retrogrado”, oltre che una testimonianza significativa del suo imbarbarimento.

    Come se non gli fossero bastati luogotenenti quali Borghezio, Calderoli o Castelli, negli ultimi tempi Bossi aveva lanciato e imposto in politica il proprio figlio degenere. E’ un degno contrappasso, il fatto che proprio le malefatte del rampollo abbiano contribuito alla caduta del genitore. E, speriamo, anche del suo movimento.

    Padre e figlio possono ringraziare la fortuna che li ha fatti nascere in Italia, e non in Iraq o in Libia, anche se entrambi hanno contribuito a far regredire il nostro paese al livello di quelli. Non li vedremo dunque trascinati nella polvere, e giustiziati sommariamente: ci acconteremo, o accontenteremmo, di vederli sparire con ignominia dalla politica e dalle nostre vite. Anche se le grida di “tieni duro” da parte dei loro sostenitori ci fanno temere parecchio al riguardo.

  4. “Lavorando di più e meglio; selezionando il meglio e non il peggio”.
    D’accordo. Frase ad effetto e condvisibile.
    Il problema, però, è che meglio o peggio è diverso a seconda del gradino sociale in cui si sta seduti.
    Davvero Senatore pensa che questa bastonata che ha ricevuto la Lega significhi una attenuazione della diffusa, diffusissima antipolitica da parte dei cittadini?
    No. I cittadini si chiederanno, ancor di più, il perchè hanno votato contro il finanziamento dei partiti ed invecie i partiti, tutti d’accordo, continuano a spartirsi denari pubblici.
    A proposito Le rivolgerei una domanda semplice: perchè fra i cosiddetti rimborsi elettorali (già il termine “rimborso” evidenzierebbe il concetto che i soldi siano già stati spesi dai partiti quando li percepiscono e non altri concetti quali “certificazione dei bilanci” che presuppongono una gestione “continuativa” di denaro non già speso), perchè fra i cosiddetti rimborsi elettorali, calcolati in percentuale ai vori presi dai partiti, sono conteggiate anche le schede bianche, le schede nulle e addirittura le astensioni (cioè le persone che non vanno a votare)?
    No. I cittadini si chiederenno ancor di più perchè qualche partito non richieda l’ annullamento dei ribmorsi elettorali e non proposte di “trasparenza” dei bilanci dei partiti.
    I cittadini hanno accettato, negli ultimi mesi, tagli onerosissimi alle loro casse e difficilmente potranno accettare che non ve ne siano pari alle casse alrui. Perchè “l’ Europa” non “ci chiede” solamente di tassare persioni e salari. Ci chiede di diminuire i costi dell’ apparato statale e della politica.
    Perchè il club ABC non ha ancora tagliato gli stipendi di quei funzionari, almeno 10, che guadagnano di più di Obama?
    Perchè la commissione che doveva adeguare gli emolumenti e banefits dei parlamentari a quelli dei loro colleghi europei ha gettato la spugna ed il club ABC è intervenuto solamente per proporre una rinuncia ad altri aumenti?
    Perchè i parlamentari regionali godono di emolumenti e benefits così elevati e il club ACB nulla dice?
    Perchè il presidente di Iren, che annovera pubbliche amministrazioni fra i suoi soci, percepisce uno stipendio maggiore del presidente degli Stati Uniti d’ America e da Reggio non si leva alcuna lamentela?
    Perchè in Italia esistono ancora i vitalizi per i parlamentari e il club ABC tace?
    Perchè … per chè … perchè altre mille nefandezze che si potrebbero elencare?
    Forse il “cerchio magico” ha fatto sparire centinaia di migliaia di euro. Tutti gli altri cerchi, circoli e circoletti, clubs e umma umma quanti ne faranno sparire?
    Antipolitica? La vera antipolitica sono diventati i partiti. Tutti. Nessuno escluso.
    I cittadini possono ancora credere in una sola cosa: “Pulizia, pulizia, pulizia!”.

    (Elio Peri)