Chissà perché, a Roma, hanno la convinzione – ogni tanto – che la montagna italiana sia quella sopra i 1000 metri. Accadeva, così, che la tanto richiesta esenzione dell’Imu per i fabbricati rurali (quelli più poveri, degli agricoltori), fosse stata in un primo momento formulata solo per i territori al di sopra di questa altitudine (che nulla a corrisponde se non al riferimento statistico per definire, a loro modo, la montagna).
La buona notizia di giovedì, invece, riguarda i 13 comuni montani del nostro Appennino. Non si pagherà l’Imu per stalle, capannoni, fienili e gli altri fabbricati rurali strumentali che si trovano nei comuni montani. Quindi si provvederà riduzione del moltiplicatore per il calcolo dell'imposta sui terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali (Iap) per i quali è anche ripristinata la franchigia e gettito contributivo a carico dell'agricoltura ridotto a un quarto rispetto a quanto inizialmente stimato. Sono queste alcune delle novità passate con l'approvazione al Senato del Decreto fiscale n. 16/2012
Tra i commenti soddisfatti da Casina giunge quello del presidente del Consorzio per la valorizzazione dei prodotti dell’Appennino (Conva), Ivano Pavesi: “Se non fosse passata questa modifica sarebbero stati esentati solo i territori al di sopra dei 1000 metri, con un grave pregiudizio per i terreni montuosi dell’Appennino. Una battaglia che ci ha visto impegnati assieme a Caseus Montanus e che, pure, è stata sostenuta dal Ministero per le politiche agricole. Un segno di attenzione per la vera montagna italiana dove non può essere un coefficiente altimetrico (Istat!) a stabilire cosa è montagna e cosa no”.
“Si evita il rischio di dumping fiscale interno che la precedente formulazione avrebbe comportato'' rileva Enrico Borghi, delegato Anci alle politiche della Montagna. ''Resta aperto però - sottolinea Borghi - un tema per noi delicatissimo: lo Stato intende dare copertura a questa previsione? Oppure ritiene che i Comuni montani dovranno compensare questa esenzione aumentando il gettito su altre categorie? Occorre un esame più approfondito alla Camera, evitando norme dirigiste e lavorando sulla autonomia comunale per evitare pasticci''.
Soddisfazione anche tra le fila del Pd, con una nota della senatrice Leana Pignedoli. "Il gruppo del Partito Democratico in Commissione Agricoltura al Senato inizió, giá nel dicembre dello scorso anno, la sua battaglia di equità, tesa ad impedire che le aziende agricole italiane, piuttosto che concorrere ragionevolmente, al pari di altri comparti, alla soluzione dei problemi connessi alla crisi economico-finanziaria, fossero colpite da un' IMU rigida ed indeterminata, e dunque iniqua, come concepita dal c.d. Decreto Salva Italia". "Non abbiamo perso occasione per richiamare l'attenzione del Governo sulla necessitá di rivedere l'Imu agricola. Lo abbiamo fatto attraverso emendamenti ai più recenti provvedimenti, audizioni in Commissione e mantenendo un continuo contatto con i territori e con le Organizzazioni rappresentative del mondo agricolo. In questi ultimi giorni, durante l'esame del Decreto fiscale, grazie al sostegno di tutti i Senatori Pd, in particolare dei Capigruppo Pd nelle Commissioni V e VI e del Collega Enrico Morando, siamo riusciti ad offrire al governo, che l'ha accolta, una proposta molto equilibrata e rispettosa delle esigenze di un comparto che da tempo lamenta disagi e vive problematiche che rischiano di limitarne la rilevante funzione nell' economia del Paese".
"Giovedì il Senato, licenziando il provvedimento, ha di fatto stabilito che l'Imu a carico delle imprese agricole verrà definita il 10 dicembre, una volta ultimato l'accatastamento dei 600.000 fabbricati rurali entro il previsto termine del 30 novembre che amplierà la base imponibile consentendo di rimodulare al ribasso le percentuali oggi in vigore, troppo onerose, che avrebbero colpito indistintamente fabbricati e terreni di chi fa agricoltura e di chi specula". Ci sarà altresì un'attenta azione di monitoraggio che il PD non mancherà di assicurare, "affinché sia garantito il rispetto dei tempi, recuperando così equità, gradualità e sostenibilitá a quella che é una vera e propria riforma tributaria del sistema agricolo".
Io abito in un comune di Avellino, Montella, zona montana altezza 600 mt. Ho un’azienda agricola con fabbricati rurali, beni strumentali. Secondo voi devo pagare imu?
Grazie infinite a chi può darmi una risposta.
(Renato Pizza)