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Ai Karpani, a 4mila metri

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Karpani è un villaggio quassù sui monti boliviani, ad oltre 4 mila metri di altitudine. Lo conosciamo da una decina di anni quando vi andammo per la prima volta insieme ad un equipe di medici volontari. Allora non c’era un sentiero che portava sino al villaggio e si scendeva per alcune centinaia di metri con in spalle il carico di materiali e di viveri per la gente del posto. Fu così che una suora intraprendente pensò bene che con un poco di dinamite si poteva aprire una strada. Grazie a quella idea “esplosiva” ora una specie di sentiero esiste.

Ma in tempo di piogge si fa ugualmente fatica ad arrivare. Ci piace immaginare che la nostra camionetta tiri un sospiro di sollievo quando riprende il cammino asfaltato dopo i salti, la polvere e le pietre su cui deve cimentare la propria forza motrice ogni volta che ci inoltriamo per quella specie di sentiero tra i campi di patate.

Durante l’ultima settimana siamo stati due volte a Karpani. Cerchiamo di mantenere il contatto con le famiglie del posto perché formano parte della nostra storia. Da Cochabamba si impiegano circa tre ore per arrivare al villaggio. Il clacson della macchina, che fa eco da una montagna all’altra, è l’avvertimento convenuto del nostro inaspettato arrivo. Anche lassù ci sono i cellulari ma il segnale spesso si perde tra tante cime e avvallamenti.

Andiamo sempre a Karpani con gli amici italiani che vengono a trascorrere un tempo con noi. Karpani è un villaggio bellissimo che scopri solamente quando sei a pochi passi dalle sue capanne/casette. Infatti, le casette appaiono lì sotto i tuoi occhi all’improvviso, come del resto anche i bimbi e le mamme – che pascolano le pecore - spuntano inaspettatamente sui massi enormi che sovrastano il piccolo villaggio composto da 26 famiglie. I papà si fanno vedere più tardi perché impegnati nei lavori dei campi.

Proprio dall’ultima visita con gli amici italiani, è venuta fuori una idea interessante. Quella di andare periodicamente a Karpani con i giovani della cittadella per fare una specie di scuoletta (di ripasso scolastico) con i bimbi del villaggio sullo stile di quella che gli stessi nostri giovani realizzano i fine settimana qui nella nostra cittadella. Per questo siamo andati ieri mattina con 7 ragazze/i per proporre questa idea su al villaggio. Loro stessi si sono incaricati anche di prepare giochi e soprese insieme a un semplice pranzo per tutti. Purtroppo la notte precedente è piovuto ancora con intensità per cui il viaggio è rimasto in sospeso sino all’ultimo momento, ma poi ci siamo avventurati. Meno male che il mal tempo è cessato durante la mattinata. E tutto è andato bene.
Appena arrivati, dopo avere caricato altre 4 persone durante il tragitto, abbiamo iniziato a giocare, prima con i bimbi, poi anche con i genitori. Difficile rendere lo spettacolo che si è creato con quei giochi! Giochi semplicissimi, come bandiera e una specie di palla mano dove, al posto della palla, si usava un cerchio. Le persone di montagna, tanto in Bolivia come da tutte le parti, sono per natura riservate e timide. Ci vuole il suo tempo per stabilire un rapporto. Ma dopo pochi istanti di gioco si è creata una simpatia e una festa spontanea tra tutti. Saremmo andati avanti per ore nonostante i 4 mila metri. Schiamazzi e gioia incontrollata nello spiazzo davanti alla scuola e alla chiesetta di Karpani, protetti dal maestoso silenzio di quelle montagne. E poi il pranzetto tutti insieme. La distribuzione alle famiglie presenti dei viveri che abbiamo potuto portare con noi quel giorno. E qualche considerazione insieme: la necessità di aprire quest’anno l’asilo per i bimbi più piccoli del villaggio. Un sostegno mensile al maestro. I turni giornalieri degli adulti del posto per la cucina dell’asilo. Necessari interventi di ristrutturazione per le casette del villaggio dopo mesi di troppe piogge. La nostra proposta di tornare periodicamente con i giovani: accolta con grande entusiasmo dai presenti. Ed altro. Tutto in uno spirito di amicizia e di solidarietà a scanso di interessi personali.

E poi il rientro faticoso su, sino alla macchina lasciata nell’unico posto che permetteva far manovra.

E, dopo i giochi festosi con i bimbi e la gioiosa innnocenza degli adulti, il tempo per uno sguardo indietro per altre considerazioni da condividere insieme.

La sotto, infatti, Benedicto torna al lavoro con l’aratro di legno e la sua giunta di buoi. Il tempo ha un altro ritmo a Karpani così come in tutti i villaggi dell’altipiano boliviano. Si usa ancora quell’aratro trascinato dai buoi che insieme solcano un terreno povero, pieno di sassi. La produzione di patate di quest’anno è andata perduta in un 50% a causa delle troppe piogge e delle inaspettate gelate. A Karpani, come in tutti i villaggi dell’altipiano boliviano, si mangiano patate al mattino, a mezzogiorno e a sera. Le patate si cuocciono due volte alla settimana perché a quelle altezze ci sono solo poche sterpaglie per fare fuoco. E l’acqua è un tesoro difficile da reperire! Non c’è corrente elettrica a quelle altezze, e non si può riscaldare spesso il cibo. Così quasi sempre si mangiano le patate fredde. Sabato, i nostri amici di Karpani ci dicevano che loro non hanno mai la possibilità di mangiare quel pollo che abbiamo condiviso con loro per pranzo.

Ogni famiglia del villaggio produce circa 30 sacchi di patate all’anno che si vendono a 100 boliviani al sacco. Il ricavato sono dunque 3.000 boliviani, pari a circa 300 euro. Quel ricavato rappresenta il reddito annuo di una famiglia di montagna in Bolivia. La Bolivia conta con 9 milioni di abitanti. Tre milioni vivono in queste condizioni. Ma, purtroppo, quest’anno, la metà del raccolto è andata persa, marcita sotto terra per le troppe piogge. Come faranno le nostre famiglie? Cosa mangeranno i nostri bimbi di Karpani?

A Karpani si tocca con mano l’immensa bellezza della natura che si contempla in un silenzio solenne per il timore di contaminarla. Ma si tocca con mano anche una immensa povertà che si fa ancora più cruda quando l’inclemenza della stagione la sferza.

Meno male che ai nostri giovani è venuta l’idea di andare più volte al mese su a Karpani per fare la scuoletta, così possiamo portare viveri, frutto della solidarietà e generosità che perviene a noi da tanti altri amici.

Meno male che da domani apriamo l’asilo così i bimbi più piccoli potranno avere un pranzo caldo almeno una volta al giorno.

Meno male che ci siamo conosciuti, una decina di anni fa, così abbiamo iniziato a percorrere insieme il cammino dell’amicizia e della condivisione.

 

Cittadella Arcobaleno, Casa de los Niños, domenica 1 aprile 2012

 

(Aristide Gazzotti)