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La storia per immagini dell’ex Colonia Roversi di Busana

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Per tutto il mese dell'entrante aprile, realizzata dall'assessorato alla cultura, rimarrà esposta presso il Centro servizi "Teresa Romei Correggi" una mostra dedicata all'ex Colonia Roversi di Busana nei suoi primi anni di vita dal 1940 al 1943.

La colonia fu costruita nel periodo d’oro del fascismo (1938-39) e portata a termine in pochi anni. Venne intitolata paternalisticamente “Villaggio montano Rosa Maltoni Mussolini” (madre del Duce). Per realizzare tale opera il Fascio di Reggio Emilia alienò la colonia di Sestola, nel modenese, che era stata opera del primo grande sindaco socialista della città, Luigi Roversi.

L’iniziale proprietà fu della Gil (Gioventù italiana del littorio). Nella colonia furono ospitati bambini e studenti delle scuole della città, bisognosi di cure. Dal 1941 al 1943 furono ospitati i “tripolini”, figli rimpatriati dei coloni italiani emigrati in Libia; questo fu l’unico periodo in cui la colonia funzionò anche nei mesi invernali. Nel 1944 la nostra montagna venne occupata dai tedeschi e la colonia fu scelta come presidio militare: vi venne installata la sede del comando e l’ospedale militare.

Nel 1945, con la ritirata tedesca, vi si insediarono per un breve periodo i partigiani. Finita la guerra, pur rimanendo proprietà della Gil, venne intestata a Luigi Roversi, sindaco molto amato e mai dimenticato.

Furono molti i personaggi anche locali che collaborarono e vissero all’interno della colonia, strutturata come un piccolo paese autonomo. Funzionava al suo interno l’infermeria, la lavanderia, il guardaroba, il forno per cuocere il pane, le cucine attrezzate molto bene.

Il paese di Busana però non partecipò mai molto alla vita di questo completo, perché sia i rifornimenti di viveri che le materie prime arrivavano direttamente da reggio.

Per informazioni: Uit Museo del sughero, tel. 0422890655 mail: [email protected] sito web: www.unionecomuni.re.it