Ammonta a 752.114 euro l’importo complessivo delle opere di forestazione previste dal Parco nazionale dell’Appennino all’interno dei finanziamenti previsti dal Piano di sviluppo rurale della Reggio Emilia Romagna.
“A volte si è percepito il sostegno alla forestazione quale intervento di tipo assistenziale – spiega Fausto Giovanelli, presidente del Parco a Redacon -, come purtroppo avvenuto negli anni scorsi in Calabria. Invece, nei progetti che abbiamo individuato, caso per caso intendiamo parlare di bosco in quanto tale. Con la consapevolezza, però, che nel nostro Appennino non esiste la filiera del bosco, in quanto questa non è stata attivata dal mondo delle imprese. E dove non arriva l’economia non può arrivare dall’alto un Parco”.
Quale il futuro dei boschi?
“Quello che pensiamo è un bosco che si apre a nuove funzioni (pensiamo al caso della Pietra di Bismantova e ai molteplici valori che qui il bosco ha come ricreatività, monumentalità, aspetti ambientali…). Con questi sei progetti in provincia di Reggio e due in provincia di Parma proviamo a dare nuove funzioni e nuove filiere al bosco, in quanto quelle vecchie non hanno funzionato. Con questi progetti diamo comunque ossigeno alle imprese locali in un momento storico nel quale, purtroppo, le imprese locali fanno fatica a lavorare”.
Tra gli investimenti forestali non produttivi (Misura 227 del Piano di sviluppo rurale) nel versante reggiano sono previsti interventi nell’area della Pietra di Bismantova (65.500 euro l’importo complessivo del progetto), per convertire il bosco all'alto fusto in aree con funzioni turistico-ricreative, si attueranno interventi sulle strutture per la fruizione turistico-ricreativa (aree attrezzate, rifugi), e la manutenzione straordinaria sentieri, con diradamenti in impianti artificiali di conifere. Al Rifugio Segheria dell’Abetina Reale (Villa Minozzo), 84.616,97 euro serviranno per la fruizione turisticoricreativa (aree attrezzate, rifugi). La realizzazione della variante alta all’Ippovia dell’Appennino reggiano e la manutenzione straordinaria del Rifugio Rio Pascolo nel Consorzio Alpe di Succiso all’interno del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano (Ramiseto) saranno attuati con un progetto di 88.779,94 euro, in particolare finalizzato a conversioni all'alto fusto in aree con funzioni turistico ricreative, manutenzione straordinaria sentieri, interventi sulle strutture per la fruizione turistico-ricreativa (aree attrezzate, rifugi). Nella “Foresta Ozola, Abetina Reale” (tra i comuni di Ligonchio e Villa Minozzo) si terrà l’intervento più consistente, 150.000 euro sempre per interventi sulle strutture per la fruizione turistico-ricreativa (aree attrezzate, rifugi), conversioni all'alto fusto in aree con funzioni turistico ricreative, salvaguardia paesaggio forestale, manutenzione straordinaria sentieri, manutenzione di opere di regimazione idraulica, diradamenti in impianti artificiali di conifere. Di multifunzionalità dei boschi, con particolare riferimento alla fruizione pubblica nel territorio del Comune di Busana si occuperà un progetto di 95.167 euro, mentre 146.300 serviranno al progetto per il potenziamento della multifunzionalità dei boschi, con particolare riferimento alla fruizione pubblica nell’area dei Laghi cerretani dell’uso civico di Cerreto Alpi (Collagna).
Nel parmense spicca nel Comune di Corniglio 150.000 euro di progetto finalizzati ai diradamenti, mentre a di Monchio delle Corti, 150.000 euro serviranno per il miglioramento strutturale boschi monospecifici, per la piantumazione di essenze rare e autoctone; costruzione/installazione strutture specifiche di rifugio per fauna; interventi sulle strutture per la fruizione turistico ricreativa (aree attrezzate, rifugi), manutenzione straordinaria sentieri.
Non concordo con l’affermazione “le filiere vecchie non hanno funzionato”, a meno che non si dica cosa vuol dire vecchie, 10-20-30-50 anni? Le ricordo che se ora possiamo vantarci di un patrimonio ambientale, boschivo appunto da “Parco nazionale”, forse lo dobbiamo ai nostri avi che con lungimiranza hanno sì sfruttato i boschi per mangiare e per vivere, ma li hanno sfruttati in modo corretto e, soprattutto, pensando al futuro. Il bosco usato, tagliato e manutenuto nel modo giusto è un patrimonio che continuamente si rinnova, diversamente muore (vedi i castagneti). Se per Lei vecchie filiere si riferisce agli ultimi 20/30 anni, allora concordo con lei.
Cordialmente.
(Fabio Leoncelli)