Che ci siamo costruiti (e ci teniamo) una società che è un regno d’ipocrisia non lo si scopre oggi. Ma viene rinnovata, questa percezione, ogni volta che viene pubblicata, come ancora successo in questi giorni, una notizia di arresto per droga. Sempre la stessa diatriba: foto sì, foto no; nome sì, nome no; quello lo mettete perchè “marocchino”, quell’altro invece no perché figlio di.
Basta avere la pazienza e la buona volontà di tornare a leggersi notizie simili già pubblicate per constatare la varietà delle situazioni. Il trattamento dei singoli casi è diversificato alla (dalla) fonte della notizia; la redazione – la nostra redazione, inutile ribadire che opera nei confini del volontariato – solo talvolta ha possibilità di scelta. Scelta che può intervenire solo quando l’informazione che arriva è completa, perché in quel caso si può decidere se e quanto "ridurla": qualche lettore in passato lo ha legittimamente sottolineato. E’ un caso diverso, invece, quello accennato all’inizio dove la notizia non è completa e, sia chiaro, la nostra scelta non è mai dipesa dal colore della pelle o altre amenità.
Ogni lettore propone la propria visione della questione e anche della vita. Lo prendiamo singolarmente in considerazione e decidiamo in piena autonomia come regolarci. Avendo ben presente quanto spesso “le meraviglie si attacchino” (sottoscriviamo quel lettore che afferma che se si segue l’intera “filiera”… magari a km 0…). Non abbiamo fregole di fare “audience”, come solo ieri altri ci scriveva, non dobbiamo vendere, non intendiamo “rovinare” la vita di nessuno; semplicemente ci proponiamo di pubblicare qualche fatto che accade (al caso, anche rettificando, con la stessa evidenza; e anche questo non è di tutti). Ma non è semplice, come si vede, neppure questa scelta che potrebbe intendersi come “minimale”. Anche con le migliori intenzioni. “Accontentare” tutti è impossibile perché ciascuno, dicevamo, ha proprie inclinazioni e anche, perché no, proprie simpatie. E così va a finire che i più maliziosi, o i meno attenti, finiscono per attribuirci ogni posizione che sia loro comoda (ad esempio la malafede, oppure il tenere per una posizione politica...) per rafforzare le proprie impressioni o "certezze". Ci dispiace se qualcuno non comprende il disinteresse di questa esperienza, ma ovviamente non possiamo farci niente e semplicemente ne prendiamo atto.
Tutti, comunque, leggono (gratis) il poco che riusciamo a proporre stanti le nostre limitate forze. Non crediamo di essere indispensabili, altri sono sicuramente più bravi e lavorano per mestiere e probabilmente nemmeno si danno fatica di rispondere a simili “supposizioni”.
Sicuramente una cosa sottolineiamo: ci piacerebbe coltivare la presunzione di essere almeno un po’ di utilità, nel territorio che ci siamo prefissi di servire. E’ chiaro che, allorché dovessimo concludere che questo obiettivo non fosse più raggiunto, ne prenderemmo atto, molto serenamente, e per fortuna senza gravare ulteriormente sulla crisi del lavoro. Al momento, però, i problemi economici non ci riguardano e quindi siamo ancora qui a proseguire questo servizio, con il dovuto rispetto per i polemici, gli anonimi o i poco attenti.
(red)
Il servizio che ci date è grandioso ed è anche ammirevole l’impegno che ci mettete sottraendo parecchio tempo al vostro tempo libero. Questo nessuno lo mette in dubbio ed è un grande merito che vi siete conquistati. Però alcuni suggerimenti o alcuni gradini (o pecche) che vengono esposti dai lettori con lo scopo di migliorare ancora di più questo servizio, secondo me, andrebbero valutati appena un filino di più, magari anche ringraziando del suggerimento piuttosto che “gettare via”. Da semplice lettore ho questa impressione, sicuramente sbagliata. Poi giustamente avete una vostra linea che vi siete dati da seguire.
Grazie.
(Elio Bellocchi)