Ricordate l’articolo di alcuni giorni fa sui bocconi avvelenati alle porte del Parco, a Casale di Bismantova? Il cane è davvero scomparso. La segnalazione ci è giunta davvero. La nostra enfasi, nel pezzo, c’era tutta. Il Corpo Forestale dello Stato con sede a Castelnovo Monti, in collaborazione coi Servizi veterinari del distretto, ha davvero svolto le indagini del caso. E seriamente il Corpo Forestale dello Stato, dopo pochi giorni, è giunto alle conclusioni: nessuno al momento può dire che il cane sia stato avvelenato. Perché la segnalazione che abbiamo ricevuto evidentemente era vera solo in parte. Purtroppo, per come formulata, associava la “scomparsa” di un cane (che inevitabilmente si finiva per dare per morto) a delle congetture (la diffusione di bocconi avvelenati in un certo periodo dell’anno, in un certo luogo: un fenomeno vero, ma non dimostrato in questo caso).
Di più: la segnalazione che ci era stato chiesto di riportare recava anche l’appello: “Non fidatevi più a mandare a spasso i propri cani da soli o senza museruola. Ci vuole la museruola per evitare che essi mangino i bocconi avvelenati”. Peccato che il povero animale è, sì, “scomparso” fisicamente da casa (fatto regolarmente denunciato), ma nessuno, al momento, può dimostrarne la morte per avvelenamento. Nessuno lo ha ritrovato e, quindi, nessuno ne ha potuto effettuare l’autopsia.
Inutile allarmismo che, al contrario degli intenti (forse “preventivi”) dell’autore del maldestro appello, ha distolto energie preziose da chi, invece, ogni giorno è chiamato a vigilare sul non accadere di “veri” episodi di mancanza di civiltà verso l’ambiente, in questo caso un celere e vigile Corpo Forestale dello Stato.
Lode a quest’ultimo, rammarico per l’inutile spreco di risorse che, al momento, ci risparmia solo la notizia di una vittima in più del veleno, che in questo caso non c’è. Di abbagli velenosi, in futuro faremo volentieri a meno.
Scusate ma proprio non capisco, bollate come “intenti preventivi” una notizia falsa, creata ad hoc, per far ricadere su “SCELLERATI, INUMANI, CARNEFICI”, quali i cacciatori che disseminano di bocconi al veleno il territorio, per poi PROSEGUIRE nella Stella Borghi che chiede la chiusura della caccia per 3 km nel raggio d’azione (la stessa scriveva: “Purtroppo quella lamentata è una piaga i cui responsabili sono difficili da sorprendere sul fatto, tuttavia sono del tutto evidenti gli interessi perseguiti e cioè quelli di fare ‘piazza pulita’ dei predatori che si nutrono di selvaggina, ponendosi così su posizioni concorrenziali e quindi di danneggiamento rispetto ad una categoria ben precisa e facilmente individuabile di persone”).
Commenti su commenti ed ora che si scopre che è tutta una balla, ma va bene così, ora fermiamoci e brindiamo a tarallucci e vino… No, questo proprio non mi piace!!!! Meditate, meditate, attenzione a gridare AL LUPO AL LUPO.
Concludo nella speranza di leggere formali scuse da parte della Sig.ra Borghi
(Roberto Malvolti)
NOTA DELLA REDAZIONE: si risparmi un inutile e scontato sforzo retorico, Malvolti. La notizia che avevamo era attendibile. I commenti che ne sono seguiti erano prevedibili, compreso il suo. Proprio perché non abbiamo intento di “bollare” alcunché non intendiamo né festeggiare, né reclamare scuse, né mettere il dito nella piaga sulla genesi della questione della quale, molto serenamente, diamo notizia ad aggiornamento avvenuto (g.a.).
Scusate se mi intrometto. Per quanto rassicurante possa essere la notizia della mancanza di conferma di un avvenuto avvelenamento, queso non vuol dire che il problema non esista sul territorio montano. Purtroppo diversi i casi di avvelenamento di cani e gatti accertati nel medio periodo, con tasso di mortalità elevato. Al di là di voler incriminare una categoria o l’altra, è sbagliato a mio avviso polemizzare sterilmente su un fatto non accaduto. Scagliamoci contro ” quelli ” che usano questi sistemi per liberarsi di un problema… Purtroppo la mia convinzione è che questo barbaro sistema sia ormai radicato nella nostra cultura costringendoci a convivere quotidianamente con il timore che prima o poi possa capitare anche a noi. Mi permetto solo di sollecitare tutti a segnalare qualsiasi informazione utile ( rinvenimento di esche, di carcasse di animali , morti improvvise senza apparente cause di animali domestici) alle autorità competenti e al Servizio Veterinario; una corretta e dettagliata mappatura potrebbe aiutare Corpo Forestale e Vigili Provinciali ad arginare il problema.
Grazie
(Loretta)
Il veleno che non c’è, è stata (o stava?) avvelenata la notizia! Titolo inutilmente spiritoso!!
Queste due righe per dire una mia semplice impressione.
Mi sembra che da un po’ di tempo, alcuni articoli di Redacon (certo e per fortuna non tutti) siano volutamente drogati con lo scopo di fare sensazione, di colpire la fantasia di chi legge, di vendere una notizia senza curarsi della reale e completa fondatezza o con l’aggiunta alla notizia vera di molti particolari di fantasia o deduzioni a volte anche pesanti per le persone coinvolte.
Molti giornali a tiratura nazionale e anche locali, sono in parte “giustificati” per questo comportamento perché, per la loro sopravvivenza, hanno la necessità o l’illusione di vendere un maggior numero di copie. Illusione perché per quanto mi riguarda, mi guardo bene dal comprare o leggere questi giornali, per me questa non è una informazione corretta, ma sensazionalismo.
Forse ora, anche Redacon è costretta a fare numeri? E’ finito il volontariato? Oppure c’è concorrenza o una gara fra di voi in redazione per il numero di letture più alto? Si possono fare alcune osservazioni da parte di noi lettori o vengono respinte drasticamente?
Lungi da me l’intenzione di insegnare niente a nessuno, lascio generosamente ad ognuno le proprie rogne, ma forse la via migliore potrebbe essere quella di non dare una notizia certa quando certa non lo è o almeno citare chi la fornisce, oppure descriverla con un qualche ragionevole dubbio. Ripeto, questa è soltanto una mia impressione da semplice lettore, che non conta niente ed in parte coincide con quella espressa qui sopra da Roberto, ma rimane sempre un grande ringraziamento per il servizio che svolgete. Grazie.
(Elio Bellocchi)
RISPONDE LA REDAZIONE – Caro Elio il suo parere di lettore viene al pari di quello di un redattore. Se non ci fossero i lettori, non ci sarebbero nemmeno i redattori (sempre volontari e mai in gara, stia tranquillo) e viceversa. “Il veleno che non c’è” non ci pare affatto un titolo spiritoso ma semplicemente realistico. Sul fatto che sia stata “avvelenata” la notizia non abbiamo dubbi: proprio come indica lei, se ha la pazienza di rileggere l’articolo in questione, noterà pure che la fonte della notizia era stata opportunamente indicata, proprio come lei chiede.
In merito alla sua domanda se Redacon intende fare numeri si tranquillizzi: abbiamo dato una notizia inesatta (e non ci pare per questo di avere rincorso uno scoop che non c’è) e l’abbiamo rettificata appena abbiamo avuto gli elementi per farlo. Tutto qui. (g.a.)
Faccio solo una piccola nota dopo aver letto i quotidiani di oggi….sarebbe stata “cosa buona e giusta” se la stessa incisività e chiarezza della smentita apparsa su Redacon fosse stata impressa anche nelle poche righe che abbiamo letto sul giornale. Quello che rimane dopo averle lette è che il problema bocconi avvelenati ai piedi della Pietra o comunque nella nostra montagna non esiste, il che non è notizia reale. Il risultato mediatico è uno sminuire un problema concreto, attuale e reale che al contrario andrebbe fatto ben conoscere all’opinione pubblica.
(Veronica)
La notizia può essere falsa (o, diciamo, ancora da verificare) per quel che riguarda la Pietra di Bismantova, ma in comune di Carpineti, pochi giorni fa, sono morti (e non certo di morte naturale, ma con gli organi interni “bruciati”, probabilmente da liquido antigelo) due cagnetti che passeggiavano per la strada provinciale. E questa, vi assicuro, notizia falsa non è in quanto ne sono diretto testimone. E non mi vengano, i cacciatori, a fare la parte degli angioletti accusati ingiustamente, ch, non voglio accusare tutta la categoria, ma sicuramente qualche mela marcia c’è.
(Commento firmato)
Volevo replicare al qui sopra “commento firmato”. Premetto che io non sono nè a favore nè contro la caccia. Le mele marce sono ovunque, anche nei non cacciatori, coi quali molto spesso mi son ritrovato ad eseguire molti lavori di pulizia sentieri, fiumi, ecc. Nei nostri interventi non ho mai visto ambientalisti o presunti tali a chinare la schiena o a sporcarsi le mani…
(Stefano)
Al sig. Stefano. Non sono certo un ambientalista e neppure mi sento presunto tale. E chi le dice che non sono mai stato a chinare la schiena per fare pulizia nei boschi e fiumi? Ma non vedo questo c’entri con le polpette avvelenate. Vivendo in una famiglia di cacciatori, anch’io non sono nè a favore nè contro la caccia perchè penso che ognuno sia libero di fare ciò che vuole ma questo nel rispetto degli altri e mettere polpette avvelenate non è certo un gesto di rispetto. Se parlo di polpette messe da cacciatori lo faccio con cognizione di causa perchè, anche se non ci sono prove tangenti, si sa la gente mormora e quindi basta fare due più due ed il conto torna.
(Commento firmato)