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Serata sul tema “Una montagna di sport e salute”

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Trekking sotto la Pietra

 Ha avuto un ottimo riscontro di partecipazione ed interesse la serata organizzata dall’Assessorato allo sport di Castelnovo per la presentazione del progetto “Una montagna di Sport e Salute”, e la promozione dell’attività fisica come un vero e proprio farmaco.

Un tema che potrebbe sembrare a prima vista propagandistico, ma che invece è supportato da una serie di dati scientifici, illustrati con grande immediatezza e capacità di coinvolgimento della platea dal dottor Gianni Zobbi, Responsabile del Centro di Medicina dello sport "Danilo Parmeggiani" e della Uos di cardiologia e riabilitazione cardiologica del Sant’Anna.

L’evento si è dipanato tra gli interventi dei fautori del progetto, le testimonianze di genitori e referenti delle Società sportive del territorio, e le parole di testimonial d’eccezione intervenuti alla serata, come l’Amministratore Delegato della Pallacanestro Reggiana Alessandro Dalla Salda e il portiere della Reggiana Marco Silvestri.

Ha aperto l’incontro, svoltosi in un clima colloquiale, l’Assessore Paolo Ruffini: “Da anni a Castelnovo portiamo avanti progetti per diffondere il più possibile l’attività fisica, coinvolgendo più fasce d’età possibile, a partire dai bambini, ed anche persone con patologie importanti per le quali tale attività può essere veicolo di riabilitazione. Abbiamo un territorio che oggi offre molte opportunità in questo senso, ed anche la fortuna di avere ragazzi che hanno cominciato qui da bambini il loro percorso sportivo e sono diventati professionisti di livello internazionale”.

La Direttricedel Distretto sanitario Ausl Marialuisa Muzzini ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra soggetti diversi per lo sviluppo di questi progetti: “Noi insieme al Comune, al Parco nazionale, alle associazioni come “Il Cuore della Montagna”, siamo impegnati a diffondere un concetto di salute intesa non solo come assenza di malattie, ma come un benessere psicofisico per il quale la prevenzione è essenziale, ed in questa prevenzione l’attività fisica è fondamentale, per avere un domani meno pazienti con problemi di obesità, cardiaci, di diabete, che vediamo spesso si presentano in giovane età”.

Il Presidente del Parco nazionale Fausto Giovanelli ha sottolineato “la qualità del nostro territorio, che oltre ad una dotazione importante di impianti sportivi, è una vera e propria palestra a cielo aperto, che offre tantissime opportunità per fare attività sportive, anche particolari, in cui spesso abbiamo praticanti che raggiungono l’eccellenza, come ad esempio lo sleddog in cui abbiamo oggi un campione europeo. Abbiamo un associazionismo diffuso e molti praticanti, e come Parco collaboriamo al progetto che riteniamo importantissimo del percorso cardio protetto di Bismantova”.

E’ stata poi la volta del dottor Zobbi, che ha mostrato una serie di dati inequivocabili, sulla serie di patologie che una attività fisica regolare può prevenire: dall’obesità, ai problemi di colesterolo alto, dall’ipertensione arteriosa all’osteoporosi nelle donne, disfunzioni erettili. “Inoltre -ha spiegato- è stata dimostrata una incidenza sensibilmente minore in chi fa attività fisica regolare di una serie di tumori tra i quali al colon, alla mammella, e naturalmente molte patologie cardiologiche. L’attività fisica dovrebbe essere diffusa fin da bambini, e proseguita fino all’età avanzata: si è visto che migliora la concentrazione, previene il decadimento cognitivo, migliora l’autostima, ed è utilissima persino in coloro che vogliano smettere di fumare, perché mette in circolo le endorfine che sono una sostanza positiva presente naturalmente nel nostro corpo, che sostituisce l’effetto della nicotina e ci rende meno nervosi”.

E’ stata poi la volta di una serie di testimonianze da parte di coloro che sono parte integrante del progetto: Maria Rosa Boni ad esempio, che ha illustrato le azioni di educazione motoria nella scuola elementare. “Abbiamo avuto modo in questi anni _ha spiegato_ di far provare ai bambini basket, nuoto, danza, atletica, baseball, pallavolo, puntando sempre sugli aspetti ludici e di squadra che per la loro formazione nonn solo fisica ma anche psicologica e di relazione sono fondamentali”.

Moris Lusetti, genitore, ha sottolineato a sua volta “l’importanza dello sport di squadra per la crescita dei ragazzi, perché imparano a condividere la gioia della vittoria e il peso della sconfitta senza drammi. Ma anche nello sport individuale, imparano un concetto molto importante che è la sfida con loro stessi”.

Toccante la testimonianza di Mariola Piazzi: “Come mamma di un ragazzo down, ho visto come l’attività sportiva per lui è stata un veicolo straordinario di dialogo con altri ragazzi, e come nella condivisione di questa esperienza lui abbia avuto non solo un beneficio fisico, ma anche nello sviluppo cognitivo. Se l’attività fisica, l’esperienza di squadra, è importante per i ragazzi normodotati, credo sia ancor più fondamentale per un ragazzo disabile, perché gli ha dato molto coraggio e fiducia in se stesso, ed inoltre nei ragazzi normodotati con cui si è trovato insieme, è emersa una sensibilità sorprendente nei suoi riguardi: tutti lo accudiscono e lo sostengono in modo molto bello”. La Piazzi ha poi parlato anche in veste di insegnante, sottolineando quanto la disciplina sportiva sia importante anche per sviluppare la capacità di attenzione e concentrazione: “Marco Silvestri, che è qui oggi, è stato mio studente, come lo è stato Giuliano Razzoli, e se si potrebbe pensare che l’impegno agonistico per loro sarebbe potuto essere una scusa per un minore impegno nello studio, ebbene non è stato così: sono stati ragazzi che si sono dovuti impegnare più degli altri, e sono riusciti a restare in pari con gli studi, con buoni risultati”.

Dalla Salda ha ringraziato per l’invito e sostenuto l’importanza dell’incontro: “Ormai con Castelnovo noi abbiamo una amicizia ed un rapporto che dura da molti anni: veniamo qui in un periodo chiave della stagione, la preparazione, e devo dire che ogni volta che salgo resto affascinato dalle potenzialità di questo territorio: gli impianti sportivi, l’ambiente che permette moltissime attività. Spesso ho visto quanto questo rende orgogliosi i montanari, giustamente, ma dovete spingere per aprirvi di più e promuovere queste potenzialità anche all’esterno, perché possono diventare un traino molto forte”.

Domenico Di Gesù ha illustrato l’attività dell’Asd Progetto Montagna, una società d’avanguardia perché opera a livello distrettuale: “E’ ovviamente faticoso, soprattutto in montagna, far giocare e lavorare insieme bambini che provengono da paesi così distanti, ma crediamo che sia un valore forte: permette loro di conoscersi e condividere una esperienza fortemente formativa: per noi l’obiettivo è che questi bambini tornino a casa contenti, indipendentemente se si sia vinto o perso, solo per aver giocato insieme”.

Franco Viappiani ha illustrato, in veste di esponente del Cai Bismantova, le attività escursionistiche dell’associazione: “Sono fattibili da tutti, ed anzi abbiamo percorsi che per le persone di una certa età sono adattissime. Per migliorare lo stile di vita nella direzione di una maggiore salute, gli indirizzi sono quattro: se si fuma fumare meno, se si beve bere meno, se si mangia troppo mangiare meno, e praticare attività fisica. Bè, l’attività fisica tra queste è l’unica che non comporta sacrificio, ma si fa divertendosi”.

Infine a concludere è stata l’esperienza di chi dell’attività fisica ha fatto la sua professione, il giovane Marco Silvestri: “Io ho iniziato qui in montagna la mia crescita atletica, tirando calci a pallone in cortile fin da piccolo. E davvero non so immaginare come sarebbe stata la mia vita senza lo sport -ha detto-, perché mi ha dato davvero tantissimo, e sono pienamente d’accordo con chi punta sul fare squadra per la crescita di bambini e ragazzi. Lo spogliatoio è un luogo magico, che ti consente di imparare la condivisione, come sostenere un compagno in un momento di difficoltà, come rialzarsi insieme da un periodo difficile. Quando avrò dei figli, farò fare loro attività fisica sin da quando impareranno a camminare, e non con l’obiettivo che diventino professionisti, ma perché so quanto è importante per il loro sviluppo”.