E' un sito internet davvero unico nel suo genere, quello realizzato a 77 anni dal sassolese Savino Rabotti, poeta e scrittore da sempre attento al dialetto dell'appennino reggiano e nostro apprezzato collaboratore. Si chiama 'La voce del Tassobio', è raggiungibile all'indirizzo www.savinorabotti.it e sfrutta le potenzialità delle nuove tecnologie per tramandare e conservare un patrimonio orale che rischia di scomparire. Il sito, oltre alle informazioni sull'autore, vincitore di numerosi premi letterari e autore di diversi libri in lingua e in vernacolo, permette anche a chi non conosce il dialetto della Val Tassobio di apprenderne alla perfezione non solo la grafia, ma anche e soprattutto la pronuncia. “Il dialetto è un fenomeno principalmente orale, ben vengano le nuove tecnologie se consentono di salvare un'eredità culturale nell'interesse di tutti”, racconta Rabotti. Oltre al migliaio di termini, con relativa traduzione, tratti dal 'Vocabolario dei dialetti del medio appennino reggiano' di cui Rabotti è autore, il sito contiene infatti anche una serie di video che consentono di ascoltare la pronuncia delle parole e osservare il modo in cui il loro suono viene articolato. La data della 'messa on line' non è stata scelta a caso: è il giorno del compleanno di Savino Rabotti, nato il 13 marzo del 1935 a Castellaro di Vetto d'Enza: nel sito c'è l'immagine proprio della casa natale. Un regalo davvero speciale. Alla realizzazione del portale web hanno contribuito la moglie Maria e i figli Doriano e Roberto.
Tra le felicitazioni: quelle del Club Unesco "Vi ringrazio - ha scritto Calro Pellacani, presidente del Club Unesco di Modena e Consigliere della Federazione italiana dei club Unesco - per la bella realizzazione, che si pone in piena attuazione del progetto della 'Giornata della lingua madre' dell'Unesco. Il fatto che l'attivazione del sito sia stata effettuata proprio il 13 marzo non é casuale, coincidendo con tale progetto internazionale. Non mancherò di sottoporre la vostra iniziativa al mio club e alla Federazione italiana dei club Unesco quale esempio concreto di applicazione delle direttive dell'Unesco. Intanto, molti complimenti a voi (e in particolare a Savino e Maria). Spero che la stampa di casa nostra riprenda l'iniziativa con il dovuto risalto e faccia riscoprire un patrimonio identitario che ci appartiene. Mi piace accostare l'iniziativa di Savino e Maria a quella di Silvio D'Arzo (risalente al 1941) quando il giovane scrittore reggiano ebbe l'ardire di confutare le ricerche di cattedratici insigni che avevano catalogato i dialetti dell'area 444 (Alta Italia e Svizzera) in una ponderosa opera di 8 tomi, non rispettando le valenze fonetiche del dialetto della zona pedemontana reggiana (Albinea, Montericco e Pissarotto). Fu, anche quella, un'opera coraggiosa, dati i tempi, ma di cui non é rimasta traccia che negli archivi. Assieme alla vostra, meriterebbe di essere ripresa e divulgata da chi presti davvero attenzione a questi valori fondanti della nostra cultura e della nostra storia. Grazie, dunque, e molti complimenti".
(G.A.)
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CHI E'
Savino Rabotti
Nato a Castellaro di Vetto nel 1935, Savino Rabotti si è trasferito a Sassuolo quarant'anni fa per lavoro, ma ha sempre assecondato la sua passione per la poesia e per la scrittura. Tra i suoi libri figurano 'Virgulti', volumetto di poesie giunto secondo al premio nazionale 'Nuovi Autori' nel 1983; 'Il profumo della mia terra', 2003, dedicato alle tradizioni contadine, vincitore del primo premio per i saggi editi al premio letterario 'Silone' di Parma; la raccolta 'Canzoni Popolari', 2007, con oltre 250 testi di canti conosciuti in tutta l'area del Nord Italia; il volumetto + cd 'Lungo l'Enza', realizzato nel 2009 assieme al Trio Canossa; il ' Vocabolario dei dialetti del medio appennino reggiano', 2010, che raccoglie oltre dieci anni di lavoro che hanno portato alla riscoperta di ventimila vocaboli e cinquemila detti e proverbi della Val Tassobio e del Carpinetano; il quaderno 'L'Italia Unita nei ricordi di scuola', pubblicato nel 2011 in occasione delle celebrazioni per i 150 danni dell'Unità d'Italia. Testi di Savino Rabotti sono inoltre apparsi in numerose antologie e animazioni teatrali, e le sue poesie hanno ottenuto riconoscimenti nei premi letterari Caravella d'argento, Giarêda, Fipac, nei concorsi di Vezzano, Casalgrande e Sant'Ilario. Per anni ha organizzato rassegne di poesia dialettale e mostre di pittura e fotografia al Castellaro di Vetto, la casa a torre culla della famiglia Rabotti, presente da oltre sette secoli nella Val Tassobio.
Trovo bellissima questa iniziativa tesa a salvare un’importante eredità culturale che ci appartiene e che purtroppo pareva destinata a scomparire.
Complimenti al Sig. Rabotti e alla redazione di Redacon per l’opportuna segnalazione.
Visiterò sicuramente il sito.
Cordiali saluti
(Alina Chesi)
Complimenti e felicitazioni a Savino Rabotti per la bellissima e meritoria iniziativa linguistica e culturale.
Bello è salvaguardare e far “riscoprire un patrimonio identitario che ci appartiene” e che tiene alto il livello più autentico della nostra Cultura di montagna tramandandolo alle future generazioni! Grazie!
(Ubaldo Montruccoli)
Il giorno del suo compleanno ci ha fatto un regalo stupendo! Ho apprezzato le sue bellissime poesie dialettali di cui lei e la sua signora mi avete fatto omaggio l’estate scorsa a S. Stefano; poi, proprio ieri sera ho letto, e gustato, su Redacon, nello spazio “CULTURA”, altri suoi versetti di grande spessore. Ora il sito ci darà l’occasione di rispolverare una serie di vocaboli e di modi di dire molto più efficaci che se pronunciati nella lingua di Dante! Veramente in gamba! Ma se oggi è il suo compleanno il regalo glielo dovevamo fare noi!!! Ma si sa, è l’epoca dei controsensi…
(Liliana Dazzi)
E’ fondamentale conoscere la grammatica della lingua italiana. E’ fondamentale mantenersi in esercizio perché, se non si scrive, ahimè, si dimenticano le conoscenze acquisite. Il dialetto però ha un potere in più: la spontaneità e l’efficacia nel rendere verace e vivido ciò che si dice. E’ difficile riuscire a tradurre con parole italiane il dialetto e rendere le parole stesse altrettanto espressive. Grande merito al Dott. Savino Rabotti! Ho visitato il blog ed acquisterò i suoi volumi. Il dialetto mi affascina, ma trovo che sia difficilissimo scriverlo! Ultima nota: è importante ricordare proverbi e “detti” dei nostri genitori e nonni, che a loro volta hanno fatto tesoro delle esperienze passate. La loro saggezza, con questa iniziativa, non si disperderà e non si dimenticherà! La storia si ripete, ricordiamolo! Grazie anche a Redacon che ci ha dato notizia della bellissima iniziativa.
(Luisa Valdesalici)
Complimenti Savino, ora il tuo vocabolario è in cielo o meglio in rete e tutto il mondo lo può consultare. Io cercavo il significato di bàsel e come si scriveva; ecco fatto, un clic: legno arcuato col quale si portavano due secchi posti alle due estremità, trattenuti da una tacca. E poi: drover al bàsel, bastonare.
Ciao Savino e a presto.
(Domenico)
Sono confuso ed emozionato per le tante attestazioni rivolte al sito La voce del Tassobio. Significa che siamo in tanti ad avere a cuore il nostro passato e in particolare le parlate dei nostri avi. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno espresso apprezzamento su questo giornale, su Facebook, con mails e telefonate personali. Grazie di cuore.
(Savino Rabotti)
Bellissima idea, sarebbe da imitare, vero?
(Mariapia)
Complimenti vivissimi a Savino che con grande passione mantiene vivo l’interesse per il dialetto, patrimonio di lingua e di cultura.
(Angela Pietranera)