Riceviamo e pubblichiamo.
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Con grande risonanza veniva recentemente presentato alla stampa e alla cittadinanza il regolamento per la tutela e il benessere animale.
Il regolamento, elaborato da Provincia, Comunità montana, Comuni capidistretto..., veniva presentato come “uno strumento per l’attuazione di norme sul benessere degli animali in modo omogeneo, ai cittadini offriamo invece uno strumento per conoscere diritti e doveri in un rapporto di civile convivenza con gli animali” (Rif. Redacon del 17 gennaio 2011).
In quell’occasione l’assessore provinciale all’agricoltura e al benessere degli animali della provincia di Reggio Emilia, Roberta Rivi, ricordando il protettore Sant’Antonio abate dichiarava: “La disaffezione nei confronti degli animali, spesso purtroppo testimoniata da episodi riprovevoli anche nella nostra provincia, è sintomo di inciviltà, quindi è in primo luogo un problema etico”.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione del regolamento, alla quale ha preso parte anche il dirigente del Servizio sviluppo economico e agricoltura della Provincia, hanno espresso la loro soddisfazione ed un ringraziamento all’assessore Rivi i rappresentanti del Servizio veterinario, Olga Pattacini, Stella Borghi. In quell’occasione tutti hanno glissato, forse per eccessivo entusiasmo, forse per dimenticanza, forse per furberia, sul problema del canile nel nostro Appennino e nonostante in quel momento fosse necessario dare un segno dell’attiva, concreta, civile e consapevole convivenza con gli animali.
L’articolo di Redacon dell'8 febbraio 2012 riporta una nota definita “battagliera” di Stella Borghi che con convincenti argomentazioni, a mio avviso in parte tardive, richiamava il sindaco del Comune capodistretto di Castelnovo ne’ Monti sul problema del randagismo e del problema del canile nel nostro appennino. Il sindaco Marconi, in una quasi rancorosa risposta, ripercorrendo a ritroso la penosa vicenda dichiara senza tanti giri di parole che il canile a Castelnovo ne’ Monti i cittadini non lo vogliono. Legittimo, tuttavia il sindaco dichiarando di amare gli animali e di essere personalmente sensibile al problema di fatto rimanda il tutto alla comatosa Comunità montana che è viva grazie ad un accanimento terapeutico politico di dubbia opportunità. Naturalmente l’agonizzante e, per correttezza aggiungo, povera Comunità montana sembra dover rinascere, come l’araba fenicia, in un accorpamento che non è chiaro neppure alla Regione Emilia-Romagna e ai sindaci dei comuni che dovrebbero partecipare all’abbracciata amministrativa. Tanto meno ai paganti residenti della montagna. Tornando al fatto che i cittadini di Castelnuovo ne’ Monti, come quelli degli altri comuni montani, non vogliono il canile credo che non si a vero, ma credo piuttosto che siano i politici di quei comuni a non voler il canile perché non vogliono assumersi le loro responsabilità verso quella concreta, civile e consapevole convivenza con gli animali a dispetto dei loro elettori. Peraltro il comune di Castelnovo ne’ Monti, giustamente considerato il capoluogo del nostro Appennino, che ha nel suo territorio l’ospedale, la caserma della Polizia stradale, il polo scolastico, i Vigili del fuoco, il Comando Compagnia Carabinieri, la sede dell’Iren e forse anche la più importante bocciofila, non può esimersi dall’avere anche un canile. Nel tempo non è esclusa la possibilità che si debba dotare di un moderno impianto di teleriscaldamento. Anche i bambini sanno che un buon medico riesce a somministrare al malato, per il suo bene, la medicina giusta anche la più sgradevole o nauseabonda. D’altra parte i cittadini del nostro Appennino non è che vogliono un appesantimento dell’Imu, prima casa compresa, ma questo non impedirà ai sindaci di applicare la nuova e pesante imposta sui loro cittadini. I comuni non sono società a responsabilità limitata e i sindaci debbono saper fare le loro scelte, ma non solo quelle che portano soldi alle loro casse.
Il recente e triste caso dell’onorevole ex Margherita, ora Pd, che si è intascato una vagonata di soldi è un’ulteriore episodio che toglie credibilità alla autoreferenziale classe politica che si irrigidisce e rischia di essere al di fuori di ogni collegamento con la realtà.
Nelle dichiarazioni dell’assessore Rivi avevo sottovaluto e non compreso pienamente il richiamo a S. Antonio abate – protettore degli animali - ma leggendo gli articoli ho capito, anch’io tardivamente, che ormai solo i santi e forse la provvidenza, ma non la nostra classe politica, ci potranno aiutare.
Cordialmente.
(C.V.)
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Ho letto l’articolo,scritto con raziocinio e buon senso, ma occorre una precisazione : confermo che la maggioranza degli abitanti del distretto Croce/Ca del cavo/Terrassanta (di cui io faccio parte) ha firmato una petizione contro l’insana proposta di fare il canile sotto la pietra di Bismantova.
(DC)
Condivido appieno l’intervento di C.V. – Molto meno la reazione irata del Sindaco di Castelnvo ne’ Monti, che sò persona dabbene e spesso disponibile al confronto, riservata nei giorni scorsi a Stella Borghi. In effetti la questione del canile è cosa che si trascina da troppo tempo e non può essere procrastinata alle calende greche dato che si tratta di un problema che ha risvolti sociali, ancorchè di tipo sanitario (si pensi, ad esempio, al randagismo e alle varie conseguenze che esso può portare…) – Ha ragione C.V. quando dice che “I comuni non sono società a responsabilità limitata e i sindaci debbono saper fare le loro scelte, ma non solo quelle che portano soldi alle loro casse”. E allora, sommessamente dico: coraggio Sindaco Marconi, si dia da fare, si assuma le sue responsabilità, faccia stò canile, magari in forma consortile con altri comuni del ns. bell’Appennino. Gliene saranno grati – mi creda – in primis i suoi concittadini, gli stessi veterinari della zona e, chissà che, anche da questi piccoli episodi virtuosi, non si cominci ad intravvedere un barlume di luce dal lungo tunnel nero in cui s’è cacciata, da troppo tempo, la nostra classe politica.
(Mariotto da Reggio)
P.S. Non datemi, vi prego, del qualunquista, ma RISOLVETE il problema!
Nella mia precedente riflessione dimenticavo di dire che 4-5 anni fa mio nipote espresse il desiderio di adottare un cane. Dopo alcuni ragionamenti fatti in famiglia circa il fatto che un cane non è un giocattolo quanto, invece, un essere vivente da accudire con affetto e costanza quotidiani, ci si è recati al canile di Villminozzo (RE) e lì abbiamo preso il meticcio più simpatico del mondo che oggi vive in famiglia, felice e contento. Della serie: un randagio in meno per la strada e altrettanti esseri viventi (umani compresi) a loro volta felici!
(Mariotto da Reggio)