La manovra economica varata a dicembre dal Governo Monti è molto pesante per il settore agricolo, come e più di altri interessato da vari provvedimenti di aggravio ed escluso o solo marginalmente interessato dalla parte dedicata allo “sviluppo”. Aumento dell’età pensionabile e dei contributi da pagare è la parte previdenziale, Imu su fabbricati e terreni con notevoli aggravi, accise sul carburante che è una componente importante dei costi produttivi, poi le varie scadenze relative al catasto, che vuol dire oltre agli oneri diretti anche pagare dei professionisti. Una “bella zuppa” secondo un detto nostrano, che si traduce in aumenti di spesa che rischiano di diventare insostenibili per certe realtà agricole.
La Cia di Reggio Emilia ha organizzato, nella giornata di ieri, un convegno di alto livello chiedendo ai comuni ed ai parlamentari di operare per alleggerire, in particolare, il carico dovuto ad Imu e accise sui carburanti. Un’informazione ampia è stato il risultato della mattinata per i molti agricoltori, anche della montagna, presenti al convegno presso la Cantina Albinea-Canali, dove si è dovuto predisporre una seconda sala con video-collegamento per ospitare tutti gli intervenuti al convegno, che ha visto la partecipazione di parlamentari, autorità locali, professionisti. Al centro dell’attenzione naturalmente è stata l’Imu, la nuova imposta locale che sostituisce l’Ici, che per il settore agricolo aggrava su vari versanti la situazione, non solo per le aliquote più elevate, ma anche per l’inserimento nella base imponibile di terreni e fabbricati (anche strumentali) e per la mancata previsione di una franchigia, il che tra l’altro rappresenta uno svantaggio per le aziende più piccole. Da questo complesso di problemi e considerazioni, sviluppati nella relazione iniziale dei vicepresidente della Cia reggiana AlbertoBassoli e poi dagli interventi degli esperti: Gian Paolo Tosoni tributarista e collaboratore del “Sole 24 Ore”, Salvatore Scarpino della Direzione regionale Agenzia del Territorio, Massimo Bagnoli, responsabile fiscale della Cia nazionale, è emerso un quadro nutrito di problemi per il settore, la Cia chiede ai Comuni di applicare le aliquote minime loro consentite dal decreto Monti: tra l’altro una lettera è stata indirizzata dalle organizzazioni agricole a tutti i sindaci del territorio regionale per sensibilizzarli ad un atteggiamento il più possibile collaborativi per non aggravare i problemi del settore.
All’iniziativa della Cia il vicesindaco di Reggio Emilia Filomena De Sciscio ha portato uno spiraglio positivo annunciando che il Comune capoluogo ha deciso di applicare l’aliquota minima per quanto riguarda i fabbricati strumentali. Più problematico l’intervento di MarzioIotti, sindaco di Correggio e coordinatore provinciale dell’Anci, che si è comunque dimostrato aperto al confronto.
Il mondo agricolo sta anche lavorando in modo unitario ad un confronto con ministeri e parlamentari, in modo da alleggerire il peso oggi eccessivo della manovra sull’agricoltura: secondo i calcoli della Cia - ha detto il responsabile fiscale Massimo Bagnoli - basati su centinaia di simulazioni effettuate su casi concreti di aziende e su tutto il territorio nazionale, il peso dell’Imu moltiplica per 5 volte quanto si pagava di Ici e l’incidenza di quanto richiesto al settore agricolo (circa1,5 miliardi su scala nazionale) incide sul complesso della manovra circa quattro volte in più di quanto l’agricoltura partecipa al Pil del Paese.
A concludere i lavori è stato il presidente della Cia provinciale Ivan Bertolini; tra gli ospiti i parlamentari sen. Leana Pignedoli, on. Maino Marchi e on. Emerenzio Barbieri, sindaci e rappresentanti dei comuni, tecnici e studi professionali.