L’assessorato regionale alle politiche per la salute, seguendo le indicazioni fornite dall’ordinanza emanata ai primi di gennaio dal ministero della salute, ha completato, sulla base dei dati inviati dalle singole aziende sanitarie, il monitoraggio sugli impianti di protesi mammarie Pip (Poly implants prothese) eseguiti dal 1° gennaio 2001 in tutte le strutture della regione. I dati sono stati comunicati al ministero entro la data del 24 gennaio stabilita dall’ordinanza.
Dal monitoraggio risulta che le protesi impiantate in Emilia-Romagna sono 331. Questi i dati suddivisi per provincia: Piacenza nessuna; Parma 15, Reggio Emilia nessuna; Modena 2; Bologna 124, Imola nessuna; Ferrara nessuna, Ravenna 59, Forli’ 3, Cesena 2; Rimini 126.
Secondo il parere espresso dal Consiglio superiore di sanità (organo tecnico-consultivo del ministero della Salute) a cui si è richiamato nella sua ordinanza il ministero, per le protesi Pip, ritirate dal commercio in Italia dall’1 aprile del 2010, non esistono prove di maggior rischio di cancerogenicità ma sono state evidenziate “maggiori probabilita’ di rottura e di reazioni infiammatorie’’. Pertanto – ha precisato ancora il Consiglio superiore di sanità – le donne che hanno subìto un impianto sono invitate a discutere la loro situazione con il proprio chirurgo. I centri dove stati eseguiti gli impianti “sono richiesti di essere parte attiva nel richiamare le pazienti’’ per discutere con loro la situazione. Per quanto riguarda in specifico la possibilità dell’espianto della protesi, il Servizio sanitario si farà carico degli interventi medico/chirurgici laddove vi sarà una indicazione clinica specifica.