Sarà pur avvenuto a 60 chilometri di profondità, nel vicino Appennino parmense, tra Corniglio e Berceto, ma l’ultima scossa di terremoto andata in scena alle 15.53 di oggi venerdì 27 gennaio ha fatto davvero paura. Anche se, diciamocela tutta, vivaddio che era profondo.
Pochi secondi sono comunque bastati a 5,4 gradi della scala Richter per scuotere in tutto l’Appennino, le abitazioni che qui insistono, gli oggetti e, prima di tutto, le persone. Non poche quelle che si sono riversate in strada, spaventate certo se si considera che il sisma è stato avvertito in un raggio di oltre 100 chilometri, quindi, dalla Lombardia, al Veneto, alla Liguria e alla Toscana.
A preoccupare, anche è stato – in attesa dell’accertamento di eventuali danni a cose o persone – è il blackout delle linee telefoniche, forse saltate per le troppe utenze. Mentre non tranquillizza certo il fatto che è in corso una “striscia” di scosse che parte dal Medio Oriente e arriva sino a noi, con una serie di terremoti minori costantemente monitorati dall’Istituto nazionale di vulcanologia.
Singolare il tam tam su Facebook – dove ormai molti italiani “vivono” e “lavorano” – che ha raccontato a suo modo in diretta questo fenomeno naturale. Tra i “post” dei montanari, eccone alcuni.
“Che botta” esclama Agostino di Castelnovo. “Cavolo”, le fa eco Alice “E a me non va il telefono”. “Terremoto lunghissimo” dice Lara dalla città. A Milano un’ascoltatrice di Radionova è prudente: “Ragazzi stacco – da Facebook ndr - … mi trema tutto”.
Daniele di Vetto: “…la terra trema di nuovo, che stress”. Il nostro speaker Mally è preoccupato è già a un minuto dal terremoto chiede “Chi sa l’epicentro?” E poi un appello: “chi è presente?”. E via una serie di commenti da tutto il Nord di gente che ha sentito la “botta”. “Pressione a zero” lamenta per lo spavento Sara da Groppo. Felice, a suo modo, Elisabetta da Casina: “Evvai! Questa l’ho sentita”. De gustibus.
Lapidaria Silvia: “Se davvero venisse un terremoto di quelli con la 't' maiuscola, temo che la gente morirebbe scrivendo stati su Facebook davanti a un computer invece di correre ai ripari”. E Chiara posta un’immagine con un istogramma: "in caso di terremoto il 10% pensa a salvarsi, il 90% aggiorna lo stato su Facebook". Che, a onore di cronaca, funziona a differenza dei cellulari.
(G.A.)
Dati shock! Solo il 18% delle scuole è ANTI-SISMICO!
I dati ufficiali che ci ha fornito la Regione, su nostra richiesta, non sono chiari e sono parziali ma possiamo dedurre che l’82% delle scuole non ha l’antisismica! Inoltre non esiste una mappatura regionale, e ci chiediamo come farà la Protezione Civile in caso di emergenza.
Abbiamo ottenuto questi numeri, che stiamo diffondendo, grazie ad un accesso agli atti che il Movimento 5 Stelle ha fatto lo scorso dicembre, e che scoperchia il pentolone: in Regione le scuole fatte prima dell’Ottocento sono il 5,7%, quelle dell’anteguerra il 24%, e solo il 18% a norma!
Un paio di mesi fa con un accesso agli atti abbiamo chiesto e ottenuto i dati ufficiali che riguardano l’adeguamento alle norme antisismiche delle scuole del territorio regionale. I risultati, come temevamo, sono agghiaccianti. Solo il 18% degli edifici scolastici è in linea con le norme di sicurezza, pur avendo l’agibilità ed essendo attivo e frequentato ogni giorno da migliaia di bambini e ragazzi. Ben l’82% degli edifici invece non è a norma. Qui ovviamente il problema viene da molto lontano, ed è stato sottovalutato da generazioni: s’è dovuta aspettare la tragedia di San Giuliano di Puglia del 2002 per attivare un piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici. Ma la cosa gravissima è che la Regione non abbia che una vaga idea di quali scuole siano a norma e quali no. Come farà la Protezione Civile ad intervenire adeguatamente in caso di emergenza? Leggiamo cosa ci rispondono, testualmente, alla nostra richiesta di accesso agli atti: ‘ln merito alle autorizzazioni antisimiche, si può genericamente dire (sic!) che tutto quanto costruito dopo il 1983-84 nei comuni classificati sismici in tali anni, e tutto quanto costruito dopo il 2005 nei comuni classificati sismici ”ex novo” in tale anno, può ritenersi a norma. Tutto quanto costruito precedentemente non risulta ovviamente a norma, fatti salvi gli edifici adeguati mediante interventi specifici.’ Ecco, da queste parole si capisce la superficialità nell’approccio alla questione. La Regione Emilia-Romagna ci ha informato di aver investito circa 25 milioni di € per adeguare poco più di un centinaio di edifici scolastici; e ha concesso alcuni altri milioni per eseguire le verifiche tecniche su centinaia di edifici. Proprio un paio di giorni fa è stato annunciata dal Governo la proroga dei termini per ulteriori controlli. Un segnale di scarsa attenzione, secondo noi. Non ci sono stati forniti dalla Regione i riscontri sull’effettiva realizzazione delle opere, e quindi sul denaro realmente speso. Stupisce quindi molto una risposta così approssimativa e che una mappatura precisa non esista. Da questo si deduce anche che, per quanto l’anno di costruzione delle scuole sia nella maggioranza dei casi noto, la loro adeguatezza normativa sia ottenuta per deduzione: le percentuali potrebbero essere quindi soggette ad una lieve oscillazione. Crediamo sia comunque il caso di smetterla di spandere cemento sulla nostra regione per edificare solo villette, autostrade e centri commerciali e dedicarsi invece a mettere in sicurezza le nostre scuole.
I NUMERI
La Regione ci ha segnalato che in Emilia-Romagna sono presenti 1774 edifici scolastici e, stando ai documenti che ci sono stati forniti: 33 sono stati costruiti prima dell’Ottocento, 69 nell’Ottocento, 56 tra il 1900 ed il 1920; 269 tra il 1921 ed il 1945; 536 tra il 1946 ed il 1960; 390 tra il 1961 ed il 1975 e 335 dopo il 1976. Di 86 non ci è stata fornita alcuna datazione. Di scuole nuove, costruite dopo il 2005 e quindi certamente edificate con tutti i crismi di antisismicità, la Regione non ce ne ha indicata nemmeno una.
I Comuni emiliano-romagnoli dichiarati sismici sono ben 326, e solo 22 non lo sono (su cui sorgono 50 scuole, fermo restando che non ci sono nella risposta i Comuni della provincia di Piacenza). Sul territorio di questi 326 Comuni abbiamo potuto individuare solamente 192 scuole edificate dopo il 1983-84, di cui quindi si può “genericamente dire” che siano a norma… Alle quali aggiungiamo quelle “sistemate”, prendendo per valida l’ipotesi più ottimistica, ovvero che gli interventi pianificati siano stati tutti effettuati e siano risultati risolutivi. Il numero di scuole a norma diventa 317, che non arriva quindi al 18% del totale. Quindi il restante 82% non lo è.
LE MANCANZE DELLA RISPOSTA
Alla richiesta di accesso agli atti la Regione ha risposto in modo lacunoso:
• per la Provincia di Piacenza non ci sono stati forniti dati, ma solo per la città capoluogo.
• A differenza della richiesta non ci è stato indicato, in nessun caso, quali scuole siano a norma con le normative antincendio e quali non lo siano.
• A differenza della richiesta non ci è stato indicato, in nessun caso, se l’agibilità sia stata concessa in seguito ad un’ordinanza del Sindaco.
• Da queste mancanze sappiamo che la Regione non è in possesso di una database che comprenda agibilità e norme antincendio per le scuole.
ANDREA DEFRANCESCHI
Capogruppo
Gruppo Assembleare Movimento 5 Stelle-Beppegrillo.it
Emilia-Romagna
Io personalmente ho subito un forte spavento. Se dobbiamo trovare un lato comico vi posso dire che quando è avvenuta la scossa ero appena uscito dalla doccia e mi sono precipitato fuori di casa in accappatoio! Per fortuna abito in un posto isolato!!
E’ andata bene va’! 🙂
(Davide Menechini)
A proposito dell’antisismica nelle strutture scolastiche (se i dati indicati da Defranceschi corrispondono a realtà sono veramente molto preoccupanti) quando avviene un evento sismico chi deve occuparsi e preoccuparsi di far controllare le scuole per eventuali danni causati alle mura? Sono i responsabili scolastici, i sindaci, gli assessori alla scuola o devono essere i genitori ad informarsi e a chiedere questi sopralluoghi da parte di tecnici esperti?
Grazie.
(Betti)
Io non ho sentito quello di 2 giorni prima,ma quello del 27 è stato forte,ero su una sedia in piedi che stavo pulendo,avevo la finestra del balcone aperta,quando poco prima delle 16 ho sentito come se tirasse forte il vento, gli alberi si piegavano su se stessi, la sedia mi traballava da sotto ai piedi, il lampadario che si muoveva è stato un attimo, ma intenso! E’ vero le linee telefoniche non funzionavano e tutti a scriverlo su facebook, forse un modo per sentirci tutti piu vicini e sdrammatizzare un po’……….
(Simona Costi)