Come annunciato nei giorni scorsi con un comunicato dall'Amministrazione comunale di Castelnovo ne' Monti, l'acero centenario che si trovava giusto in faccia al grattacielo provenendo da via Roma è stato segato. Pace.
5 COMMENTS
La piantumazione dell’acero in questione risaliva all’edificazione dell’Isolato Maestà, quindi definirlo “centenario” mi sembra abbastanza generoso…
(Commento firmato)
—–
Non vorremmo sbagliare, ma ci risulta che l’albero fosse già esistente. Forse i ricordi di qualche anziano potrebbero essere d’aiuto. Anche se si tratterebbe comunque solo di precisazione e non certo di polemica, a questo punto del tutto sterile.
Redacon potrebbe…
Non vi è dubbio che l’acero del Grattacielo rappesentava un pezzo di memoria comune. In quella piazzetta anonima ma comunque luogo di passaggio continuo (usata peraltro anche da Radionova per le dirette della fiera) formalmente di proprietà del condominio ma sostanzialmente di uso pubblico, l’imponenza dell’acero e la sua ombra ristoratrice nelle calde giornate estive si potevano e si possono considerare un bene pubblico. Ora considerando l’interesse suscitato dalla notizia e pure il “buco” creato dall’abbattimento, mi sento di fare una proposta: chiedo a Redacon di farsi promotore di una raccolta fondi anche solo simbolica (1 euro a testa?) magari poi chiedendo un ulteriore contributo all’Amministrazione comunale ed al condominio per una celere ripiantumazione di una pianta di adeguate dimensioni accanto al ceppo dell’acero abbattuto.
Sono convinto che con piccolo sforzo da parte di tutti si potrà ricreare nel tempo quella “vista” presente nella memoria di ognuno di noi, andata speriamo non irrimediabilmente perduta.
L’acero di cui si parla era già pianta di pregio quando venne edificato il grattacielo. In quel periodo frequentavo le elementari e con il maestro Tondelli andammo a misurare la circonferenza, già allora ragguardevole. Sembrava si dovesse abbattere ma poi i progettisti riuscirono a salvarlo riducendo lo spazio che in un primo momento era previsto per il transito delle auto. Se si potesse recuperare il seme di quell’acero sarebbe bello cercare un albero diretto discendente di quello appena tagliato. Pare che piante secolari diano origine ad alberi altrettanto longevi.
Quand’è che abbatteremo il grattacielo? No, meglio tagliare alberi e cementificare ovunque. Ma roba da matti… Finiremo per coltivare le strade invece dei campi.
L’acero del grattacielo, come è risaputo, aveva subito notevoli danni all’apparato radicale, per motivi di riqualificazione urbanistica, che hanno sentenziato il destino della pianta. Di conseguenza, per svariati motivi, il luogo che accoglieva l’acero non presentava le caratteristiche necessarie per albergare un esemplare di simili dimensioni. Il delicato equilibrio che consente ad una pianta di crescere e diventare maestosa è da conoscere e rispettare, per garantire parametri perenni di sicurezza.
In un centro urbano bisogna scegliere minuziosamente il luogo e le essenze che si vogliono piantare (un grazioso alberello oggi, una pianta grande fra 60 anni, e così via). A via Roma, di fianco al Bar Avalon, due bellissimi esemplari di cerro sono estati brutalmente tagliati, incrementando così il loro indice di pericolosità. Certamente convivere con un gigante davanti casa è inquietante nelle giornate di vento. Motivo per il quale dobbiamo conservarli in salute e non danneggiarli, oppure prendere decisioni drastiche e più tosto eliminarli. Impariamo dai danni fatti in passato per non ripeterli in futuro.
La piantumazione dell’acero in questione risaliva all’edificazione dell’Isolato Maestà, quindi definirlo “centenario” mi sembra abbastanza generoso…
(Commento firmato)
—–
Non vorremmo sbagliare, ma ci risulta che l’albero fosse già esistente. Forse i ricordi di qualche anziano potrebbero essere d’aiuto. Anche se si tratterebbe comunque solo di precisazione e non certo di polemica, a questo punto del tutto sterile.
(red)
Redacon potrebbe…
Non vi è dubbio che l’acero del Grattacielo rappesentava un pezzo di memoria comune. In quella piazzetta anonima ma comunque luogo di passaggio continuo (usata peraltro anche da Radionova per le dirette della fiera) formalmente di proprietà del condominio ma sostanzialmente di uso pubblico, l’imponenza dell’acero e la sua ombra ristoratrice nelle calde giornate estive si potevano e si possono considerare un bene pubblico. Ora considerando l’interesse suscitato dalla notizia e pure il “buco” creato dall’abbattimento, mi sento di fare una proposta: chiedo a Redacon di farsi promotore di una raccolta fondi anche solo simbolica (1 euro a testa?) magari poi chiedendo un ulteriore contributo all’Amministrazione comunale ed al condominio per una celere ripiantumazione di una pianta di adeguate dimensioni accanto al ceppo dell’acero abbattuto.
Sono convinto che con piccolo sforzo da parte di tutti si potrà ricreare nel tempo quella “vista” presente nella memoria di ognuno di noi, andata speriamo non irrimediabilmente perduta.
(Luigi Bizzarri)
L’acero di cui si parla era già pianta di pregio quando venne edificato il grattacielo. In quel periodo frequentavo le elementari e con il maestro Tondelli andammo a misurare la circonferenza, già allora ragguardevole. Sembrava si dovesse abbattere ma poi i progettisti riuscirono a salvarlo riducendo lo spazio che in un primo momento era previsto per il transito delle auto. Se si potesse recuperare il seme di quell’acero sarebbe bello cercare un albero diretto discendente di quello appena tagliato. Pare che piante secolari diano origine ad alberi altrettanto longevi.
(Romano Marchi)
Quand’è che abbatteremo il grattacielo? No, meglio tagliare alberi e cementificare ovunque. Ma roba da matti… Finiremo per coltivare le strade invece dei campi.
(Daniele Bedeschi)
L’acero del grattacielo, come è risaputo, aveva subito notevoli danni all’apparato radicale, per motivi di riqualificazione urbanistica, che hanno sentenziato il destino della pianta. Di conseguenza, per svariati motivi, il luogo che accoglieva l’acero non presentava le caratteristiche necessarie per albergare un esemplare di simili dimensioni. Il delicato equilibrio che consente ad una pianta di crescere e diventare maestosa è da conoscere e rispettare, per garantire parametri perenni di sicurezza.
In un centro urbano bisogna scegliere minuziosamente il luogo e le essenze che si vogliono piantare (un grazioso alberello oggi, una pianta grande fra 60 anni, e così via). A via Roma, di fianco al Bar Avalon, due bellissimi esemplari di cerro sono estati brutalmente tagliati, incrementando così il loro indice di pericolosità. Certamente convivere con un gigante davanti casa è inquietante nelle giornate di vento. Motivo per il quale dobbiamo conservarli in salute e non danneggiarli, oppure prendere decisioni drastiche e più tosto eliminarli. Impariamo dai danni fatti in passato per non ripeterli in futuro.
(Luis Martin)