A dicembre 2011, rispetto al mese precedente, si incrementa di oltre 1.000 il numero dei lavoratori interessati agli ammortizzatori, in particolare alla cassa integrazione ordinaria. Il ricorso alla Cigo, che aveva raggiunto il punto più basso nel mese di giugno (1.700 lavoratori circa), ha superato i valori dei primi mesi del 2011, avvicinandosi al dato di dicembre 2010.
Sono 11.304 i lavoratori coinvolti complessivamente in sospensioni dal lavoro (1.041 in più rispetto al mese precedente) , così distribuiti:
- CIGO = in 153 imprese per 6.111 lavoratori (più 845 su novembre)
- CIGS = in 39 imprese per 2.546 lavoratori (più 196 su novembre)
- CDS = in 56 imprese per 2.647 lavoratori (uguale a novembre)
per la cassa ordinaria:
2009 ⇒ 6.675.483 ore
2010 ⇒ 4.738.154 ore
2011 ⇒ 1.236.807 ore (meno 73,9% sul 2010)
per la cassa straordinaria e contratti solidarietà:
2009 ⇒ 1.616.221 ore
2010 ⇒ 3.650.723 ore
2011 ⇒ 2.737.823 ore (meno 25,0% sul 2010)
per la cassa in deroga, pur essendo i dati 2011 parzialmente raffrontabili con quelli degli anni precedenti a seguito di un forte ritardo nelle autorizzazioni degli ultimi mesi:
2009 ⇒ 1.619.298 ore
2010 ⇒ 8.196.272 ore
2011 ⇒ 4.941.733 ore (meno 39,7% sul 2010)
Complessivamente:
2009 ⇒ 9.911.002
2010 ⇒ 16.585.149
2011 ⇒ 8.916.363 (meno 46,2% sul 2010)
Sono già arrivati a conclusione i ricorsi a Cigs e Cds in 174 imprese: di queste 102 aziende (pari al 59,3%) con 6.671 lavoratori coinvolti hanno ripreso la normale attività lavorativa. Nelle restanti imprese, in gran parte coinvolte in procedure concorsuali, cessazioni di attività, fusioni, ecc., si è fatto ricorso ad ulteriori periodi con l’attivazione della Cigs in deroga, in alcuni casi si sono attivati o prorogati i contratti di solidarietà, in altri casi i lavoratori sono stati collocati in mobilità.
Il secondo aspetto mette in evidenza come resista un consistente numero di aziende che sono ricorse agli ammortizzatori straordinari (CIGS-CDS) essendo in situazioni di crisi strutturale o in riorganizzazione.
Il terzo aspetto, non meno importante, è relativo alla collocazione in mobilità dei lavoratori interessati alle crisi di impresa. Se nel triennio precedente la contrattazione sindacale attivata a seguito delle crisi aziendali ha consentito di limitare il numero dei licenziamenti proprio perché si è condizionato come criterio prevalente la volontarietà e, soprattutto, la prossimità dei lavoratori alla pensione, a partire dal 2012 entrano in campo alcune pesanti novità. La riforma del sistema pensionistico sposta in avanti di diversi anni il diritto del lavoratore a pensione e rimane l’incognita della riforma degli ammortizzatori sociali alla quale sta lavorando il governo.
Rimane dunque necessario continuare a mantenere alto il livello di attenzione mettendo in campo tutte le risorse necessarie ad assicurare ai lavoratori il massimo delle tutele e sollecitando le aziende ad azioni di innovazione per invertire la tendenza negativa registrata nell’ultimo triennio.