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Preso! Il ladro della Pietra era un… “nonno”

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Majdouli Salah

Da anni un fastidioso fenomeno si ripeteva. Quello dei furti alle auto di chi, a piedi o di corsa, posteggiava dalle parti di Ginepreto o limitrofi per fare in parte o tutto l'anello della Pietra. Un passa parola cresciuto tra amici di amici al punto che chi usualmente percorre questo tratto di solito si premunisce nel non lasciare nulla in auto. Ma, intanto, per i meno accorti, le amare sorprese continuavano. Al ritorno l'auto era aperta e mancavano i valori lasciati all'interno.

La buona notizia è che i carabinieri di Castelnovo ne' Monti hanno messo le mani, grazie alla prontezza d'animo di un 44enne castelnovese accortosi del furto, su un insospettabile ambulante. Insospettabile in quanto incensurato e, anche, 66enne! Potrebbe essere lui il topo d’auto che da moltissimi mesi colpiva nei principali parcheggi del capoluogo (cimitero, Pietra di Bismantova...) razziando valori dalle autovetture in sosta. Il sospetto è quello dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castelnovo Monti che proprio ieri hanno arrestato l’uomo.

Salah Majoduli, questo il nome del ladro, è l'ambulante residente a Castelnovo Monti, ristretto al termine delle formalità di rito a disposizione del dottor Luca Guerzoni sostituto presso la Procura reggiana titolare dell’inchiesta.

L'ultimo ad esserne stato vittima è stato un 44enne castelnovese che, intorno alle 14,30 di ieri 13 gennaio 2012, aveva parcheggiato la sua autovettura, una Chrysler Voyager, in località Ginepreto, per poi praticare jogging. Dopo circa un'ora tornato sulla vettura lo sportivo si accorgeva del furto della borsa che adoperava per praticare sport e del proprio telefono cellulare. Da un accurato controllo all’auto si accorgeva inoltre che il nottolino della portiera anteriore lato guida era stato forzato.

Per sfortuna del ladro, il derubato notava nei pressi una vettura Opel Astra condotta da un anziano extracomunitario che si allontanava e che il derubato seguiva sino al parcheggio dell’Ospedale Sant’Anna, prospiciente (!) la caserma Carabinieri e dove l’uomo, avvicinatosi all’auto, notava all’interno la presenza della sua borsa.

Agevole l'intervento di un equipaggio radiomobile, dalla caserma distante pochi metri, che prendevano in consegna la borsa accompagnando in caserma il derubato e il proprietario dell’auto dove si trovava la borsa, il sunnominato Majaduli nel frattempo giunto sul posto.

All’interno del borsone sono stati rinvenuti tutti gli effetti riconosciuti dal derubato come suoi (scarpe e abiti sportivi) e nella tasca laterale il telefono cellulare che il derubato non avevo lasciato nella borsa bensì sul porta oggetti posto tra i due sedili anteriori della sua auto.

A carico del 66enne extracomunitario, alla luce della flagranza di reato, si procedeva a perquisizione personale e veicolare a seguito della quale venivano rinvenuti oggetti utili allo scasso e all’effrazione. In particolare all’interno dell’auto si rinvenivano e sottoponevano a sequestro: un punteruolo in acciaio, tre cacciaviti, una pinza, una manovella ed una chiave da dadi. Il punteruolo in particolare, si ritiene compatibile con l’effrazione prodotta sulla portiera lato guida della vettura del derubato. Quanto basta per l'arresto con l'accusa di furto aggravato. Per ora le indagini proseguono per scoprire se dietro ai colpi in fotocopia posti in essere negli ultimi mesi possano esservi le stesse mani.

 

14 COMMENTS

  1. Complimenti vivissimi all’aspirante detective! Molti meno complimenti invece, alle forze dell’ordine. Bastava poco, dopo i numerosi furti verificatosi in quella zona, appostarsi e trovare in flagranza di reato il nonnetto-topo d’auto, extracomunitario. Comunque, rendiamoci conto tristemente che se si vuole ottenere un qualche risultato serve “il fai da te”.

    (Commento firmato)

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    NOTA DELLA REDAZIONE: premesso che effettivamente sono stati compiuti molti furti, non dimentichiamo che fisicamente sono intervenuti i carabinieri per porre in arresto, a loro pericolo, una persona sconosciuta e a loro rischio e pericolo, come sempre.

  2. Mi fa un immenso piacere che abbiate trovato un colpevole, pure io sono nonno e quasi tutti i giorni mi reco a Carnola dove lascio l’auto per raggiungere la chiesa di Vologno, non avrei mai immaginato che una persona della nostra età fosse in grado di commettere simili atti.
    La vita non ha insegnato nulla a questo bell’imbusto??
    Ora proteggetelo con tutti i mezzi legali che ci sono in Italia (solo diritti hanno)
    mentre a noi (cosa personale) capita che da 8 mesi una famiglia in affitto non paga e sopratutto avendo acqua e riscaldamento in comune, si fanno mantenere e non li puoi buttare fuori. Viva le leggi per i truffatoriiiiiiiiiiii, vedi (I Savi UNO BIANCA)

    (eros tamburini)

  3. Io l’ho incontrata più volte questa persona, sembrava educata, mi sembrava però strano che avesse l’abitudine di fare passeggiate come facciamo noi con problemi di salute (anche chi lo fa per prevenzione ne ho incontrati molti) però ci conosciamo tutti, ci si scambia il buongiorno, due parole del tipo: dove sei arrivato, sin dove vai, fai tutto il giro, oppure portare una parola di conforto ai nuovi arrivati nel percorso della salute segnato e consigliato all’Associazione “Il cuore della montagna”, dai medici della nostra cardiologia del S. Anna.
    Vorrei veramente che ora fosse finito l’incubo e che finalmente si possa portare a conoscenza la bellezza del percorso senza avere il timore di essere continuamente presi di mira da un maledetto personaggio che, oltre alla beffa della merce e soldi presi, si aggiungeva la spesa per aggiustare di nuovo il veicolo… Grande corpo dei Carabinieri, complimenti, ma grandissima la tenacia del nostro sfortunato amico che invece di un po’ di rilassamento ha trovato la beffa… (Complimenti davvero).
    Potrebbe essere una bella cosa ritirare la licenza alla persona responsabile di questi atti di vandalismo e di distruttismo?? A volte si ritirano patenti con molta più facilità (pensateci, potrebbe essere un’idea da applicare), di nuovo complimenti a tutti.

    (Eros Tamburini)

  4. Due pesi due misure? Auspicherei che la redazione scegliesse una linea da tenere nei confronti della riservatezza o meno delle generalità di persone che commettono reato. Uno degli articoli che precedono quello del Sig Majdouli riferisce di altro reato commesso da T.E. di C. Monti. Sono d’accordo di tutelare le generalità del ragazzo, ma anche quelle della persona più anziana.

    (Clara Domenichini)

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    I pesi e le misure di cui sopra sono questioni ricorrenti. Possiamo ripetere che di regola e di massima come linea ci atteniamo a quanto le forze dell’ordine decidono di rendere pubblico, dato che – nei casi in cui vengono fornite solo le iniziali delle persone coinvolte oppure viene o meno rilasciata immagine a corredo – gli inquirenti hanno già avuto modo di spiegare che le motivazioni riguardano l’ambito investigativo. Non crediamo che si intendano fare discriminazioni di alcun altro tipo (come, volendo, si può constatare di persona facendo su questo sito idonee ricerche).
    Infine, se possiamo permetterci, le tutele di cui parla riguardano pure le persone che ci vanno di mezzo in quanto parti lese e, portando il discorso sul generale, la cittadinanza nel suo complesso, che ha il diritto, pure nel rispetto dei diritti cui fa cenno Lei, di sentirsi protetta.
    Cordialmente.

    (red)

  5. La legge deve essere uguale per tutti, giustamente dobbiamo tutti sapere chi è il nostro vicino di casa!
    Il Sig. Majdouli se così si può chiamare, abitava a Carnola, passeggiava con la moglie nella strada di Ginepreto, pure con noi scambiava due parole chiedendoci dove avevamo lasciato la nostra macchina, a quanto pare per malformazione professionale, di danni alle macchine in questi anni tanti, così pure i furti, finalmente un po’ di giustizia è stata fatta!!!
    Complimenti!

    (Annamaria)

  6. Vorrei chiedere al sig. Eros Tamburini che qualifica abbia per ergersi con tale sicurezza a giudice di vita, per giudicare in modo così superficiale l’atto, la persona, e addirittura arrivare a proporre una pena. Vorrei chiedergli da dove deriva tanta veemenza e tanto sdegno nei confronti di quest’uomo, senza conoscere la sua vita, le sue virtù e le sue debolezze (presenti senza eccezioni in ogni vita umana). Il suo mi pare più il giudizio di un popolo triste e analfabeta che porta il diverso alla gogna, sempre pronto ad accusare e a puntare il dito, senza fermarsi un momento a riflettere, senza un attimo di immedesimazione, portatore di un pensiero che resta in superficie, si accontenta di essa e mai si interroga sull’Altro o cerca di andare Oltre.
    Vedo poi che questa persona l’aveva già insospettito, le sembrava strano che potesse fare tranquille passeggiate, l’aveva già notato tra le decine di persone che frequentano il luogo. Non era forse a causa della sua nazionalità? La spaventa forse che i fratelli stranieri stiano cominciando a fare proprie anche le bellezze e i luoghi del nostro territorio? Che noi consideriamo nostro ma che solo nostro non è, non lo è mai stato e mai lo sarà. Non è forse questo il moto pregiudiziale che lo ha spinto?
    Vorrei che il sig. Tamburini facesse un giro alla caritas il sabato pomeriggio, per toccare veramente con mano quanto lo stato italiano sia clemente con queste persone, quanto le aiuti ad integrarsi e quanti diritti gli doni. Io le dico, per quanto ho potuto vedere, che lo stato italiano ora accecato dal debito e dalla borsa non dona abbastanza per permettere a queste persone di vivere una vita dignitosa, tant’è che spesso è la stessa caritas ad aiutare i servizi sociali nell’adempieza dei loro compiti. Questo stato non si può ancora chiamare ancora stato civile.
    Sono sinceramente stupito nel leggere le sue parole, sapendo che anche politicamente sostiene schieramenti teoricamente progressisti e solidali. Ma sappiamo bene che quando i fatti ci toccano da vicino la passione sovrasta vittoriosa la ragione. Spero quindi che questo sia solo uno sfogo emozionale, anche se i tempi che viviamo non possono neppure più permettersi questi ultimi.
    Comincio davvero a diventare intollerante verso questa intolleranza.
    E non si dica che sto giustificando l’atto compiuto. E chi vuole intendere intenda.
    Per ultimo mi rivolgo a Redacon che con errori da facile giornalismo è sempre pronto ad offrire nomi e fotografie anche in una realtà piccola come la nostra, come a dire “eccolo è lui!, stiamogli lontano!, è persona da evitare!”. In questo modo si alimenta questo nostro stupido chiacchiericcio di paese, dove si sfogano gli istinti e le rabbie represse in un confronto che manca soprattutto della componente fisica delle persone, degli sguardi, del suono e del tono delle parole pronunciate. Ci si nasconde dietro un foglio bianco dove le parole divengono facili e dure, prive di qualsiasi tipo di comprensione o pietà, vero collante sociale e che troppo spesso invece diventa pietas.

    (Francesco Corradi)

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    Per quanto ci riguarda, valga la nota che abbiamo postato in calce al commento della Sig.ra Clara Domenichini. Non abbiamo preferenze di nazionalità o altro per chiamare una persona onesta col suo nome e viceversa. Per quanto riguarda gli “sfoghi degli istinti e delle rabbie represse” possiamo essere con lei, dato che sarebbe edificante leggere certi sdegni anche contro altri tipi di ladri, più nostrani e spesso senza problemi nello sbarcare il lunario. Ad esempio gli evasori fiscali: che sono ladri, ripetiamo; ma ce ne sono tante di categorie che rubano “in guanti bianchi” e magari sono anche un po’ invidiate da qualcuno che vorrebbe ma non può…

    (red)

  7. Spero che nel caso del sig. Majdouli sia possibile una spiegazione. So che vive in Italia da tantissimi anni, conosco almeno uno dei suoi figli, che ricordo come un bravo ragazzo. So che ha avuto problemi seri di salute e non riesco a spiegarmi un comportamento del genere, ma sulla sua colpevolezza decideranno gli organi competenti.
    Redacon, indipendentemente da ciò che divulgano le forze dell’ordine, potrebbe scegliere di pubblicare solo le iniziali per tutti. Per non trasformare l’informazione in un paese così piccolo in una gogna medievale.

    (Cleo Pignedoli)

    —–

    E’ una scelta possibile, certo, e potremmo valutarla per il futuro. Tanto più che non abbiamo da “vendere” ma ci sforziamo di offrire un servizio a partire dall’impegno volontario. Ma circa l’ultima obiezione viene facile replicare che non crediamo proprio di avere tale “influenza” (“gogna medievale” ci pare un po’ forte…), dato che da prima di noi (2004), insieme a noi e, stiamo sicuri, ben oltre noi operano mezzi di informazione non comparabili alle nostre modestissime dimensioni e possibilità.

    (red)

  8. Egr. sig. Corradi, buonasera o buongiorno quando leggerà le mie righe.
    Non devo spiegare pubblicamente cose che riguardano salute e discriminazioni (che non ho), se vuole contattarmi personalmente le spiegherò il motivo del mio sfogo; non intendo giudicare e non ho qualifica alcuna per farlo, ma il buon senso, la responsabilità di vita me lo hanno insegnato, almeno credo.
    Mi scriva per favore all’indirizzo di posta elettronica [email protected], le darò il mio numero di telefono, la vorrei incontrare per vedere lei che giudice è per condannare me.
    Ringrazio Redacon per il prezioso servizio e le precisazioni molto sensate e bilanciate, complimenti!!!

    (Eros Tamburini)

  9. Se avessi immaginato che con tanta superficialità si decide chi va bene e chi no, chi deve essere sbattuto in prima pagina e chi invece la passa liscia ancora prima di essere giudicato da un organo competente, avrei lasciato perdere. So che questo anziano signore ha sbagliato, è molto probabilmente il responsabile (direttamente o indirettamente) di un furto a mio danno, ma non so altro. Non è dato sapere come stanno le cose, perchè succedono e cosa lasciano… Oggi amarezza per i giudicati e per i giudicanti.

    (c.a.)

  10. Il sig.Majadouli ??? Sono anni che vive, per quanto ne so io, prima a Roncrofio, poi a Carnola, ora a Felina, mai si sarebbe pensato che potesse fare tali atti, portare danno continuo a macchine in sosta chiuse, però questa è la realtà dei fatti. Sono anni che succedono furti a danni di persone che vivono anche di una pensione minima che con la tranquillità di paese si recavano al cimitero di Castelnuovo o a fare una passeggiata salutistica a Ginepreto, per poi andare a fare la spesa e ritrovarsi senza borsa, soldi,documenti, personalmente preferisco che un giornale o Redacon metta fatti e foto di questi signori, è meglio conoscere il proprio vicino di casa.

    (Annamaria)

  11. Quando mi hanno detto di questo accaduto sono rimasto a bocca aperta, è dal 1981, data in cui mi sono trasferito da Milano che conosco il Sig.Angelo (così è sempre stato chiamato nel Felinese), lui e la sua famiglia sono stati,penso, i primi di nazionalità Marocchina ad essere nel nostro paese, persone sempre educate,rispettose e disponibili. Mia madre aveva un negozio di generi alimentari e questa famiglia era una nostra cliente, non è mai stato riscontrato un problema e mi ricordo, io bambino, che nei tragitti a piedi per arrivare a Felina o Castelnovo o ritorno, non mancava mai di incontrarlo/li senza che mi venisse chiesto se avevo bisogno di un passaggio o altro. Anche nel giorno che mancò mio padre sono stati presenti. Ho voluto scrivere queste cose per il rammarico di questo accaduto, mi dispiace molto, la giustizia farà il suo corso ed è giusto che lo faccia, che sia persona Italiana o non, ma per me sarà sempre una brava persona.

    (Maurizio Peretti)

  12. Buon giorno, mi rivolgo al sig. Corradi, nella foga ho scritto male il mio indirizzo di posta elettronica ed è il seguente: [email protected] avevo dimenticato la lettera (s).
    Mi congratulo col Sig. C.A. il danneggiato che ha molto più buon senso di me sicuramente, e di molti altri che hanno fatto commenti…………….
    Grazie mille Redacon se pubblicherete di nuovo la mia e_mail

    (eros tamburini)

  13. Mi chiedo cosa possa aver indotto Angelo a macchiarsi di colpe così ignobili… Lui che è sempre stato una persona formalmente molto corretta, educato sia coi giovani che con gli anziani.
    Lui che se non sbaglio è venuto in Italia attorno agli anni ’70, mi pare, lavorando duramente per mantenere la famiglia. Se avevi bisogno di un passaggio, di una mano, lui c’era. Nel 2009 è morto mio padre. Lui è venuto appositamente a farci le condoglianze, chiedendo se avevamo bisogno. Lui si è informato personalmente per mia madre, circa la pensione di reversibilità, visto che ha un parente che lavora presso un patronato…ti salutava sempre, e se non avevi soldi per pagare i suoi indumenti o oggetti da lui venduti, ti faceva credito e pagavi quando li avevi. Boh! Non riesco proprio a capacitarmi!!!

    (Mariapia)