Puntuali come un orologio svizzero, i volontari del Gaom, Gruppo amici ospedali missionari, si preparano anche quest’anno a fare le valige. Partiranno il 21 gennaio con il consueto entusiasmo, con tanta voglia di fare e tanta voglia di stare in mezzo alla gente d’Etiopia, che vedendoli arrivare da ben 28 anni, li aspetta ormai come una consuetudine.
Tanta costanza ha consentito di raggiungere presso le missioni della Consolata di Gambo e di Shashemene, risultati tangibili ma, a sentire i volontari, sempre migliorabili: con la coscienza che, sebbene pochi partano, tutto è possibile grazie al sostegno economico e non solo di tanti che rimangono a casa, e con la convinzione che, quando le cose non vanno secondo i programmi (vuoi per questioni culturali o difficoltà tecniche), là dove si chiude una porta se ne apre sempre un’altra. Con questo spirito il Gaom progetta, si interroga, si mette in gioco, riprogetta da capo se necessario (e spesso lo è), e lavora.
E così, anche per quest’anno, i progetti in programma sono tanti.
A Gambo: migliorare ulteriormente la produzione di latte, uova e prodotti della terra nella fattoria della missione, allo scopo di sostenere l’ospedale missionario nell’alimentazione dei pazienti ricoverati e di limare i costi di gestione di una struttura che assicura il servizio sanitario a poveri che abitano nella foresta e nella savana, impossibilitati a pagarsi l’assistenza medica (interamente a carico del malato) in ospedali statali. Anche per questi motivi, verranno estese coltivazioni attorno alla stalla che ospita le mucche da latte.
Un nuovo progetto riguarda la sistemazione di case ormai fatiscenti del villaggio per lebbrosi della foresta di Gambo. Si tratterà, in questa prima fase, di instaurare un dialogo con il gruppo dei capi che gestisce il villaggio e verificare con loro in che modo intervenire.
A Shashemene: con l’attrezzatura inviata a mezzo container e finalmente sdoganata, saranno potenziati i laboratori di arti e mestieri per ragazzi di strada (forno per il pane, falegnameria, laboratorio per fabbro), verrà installato l’impianto di irrigazione nel frutteto della missione di Tikur Wuha ed una pompa per l’acqua necessaria per l’allevamento di telapia nilotica, un pesce locale di acqua dolce, presso il lago di Awasa.
Anche a Shashemene un progetto tutto da iniziare: realizzare un salone polivalente presso il carcere per offrire ai detenuti (spesso ingiustamente) formazione e la possibilità di svolgere un lavoro che li reintegri nella società una volta tornati in libertà.
Come sempre, non mancheranno medici ed infermieri che opereranno presso l’ospedale di Gambo e il poliambulatorio di Shashemene.
Il gruppo rientrerà l’11 febbraio.