Una certa rivalità tra montanari e pianeggianti è ormai radicata, indipendentemente dai mutamenti storici e dai mezzi moderni che hanno eliminato le distanze. Una rivalità più goliardica che reale, più di motteggio che di fatti reali. In città si deridevano i montanari perché, camminando, alzavano i piedi anche se il selciato era piano. In montagna si faceva il verso alla parlata larga e flemmatica di chi abitava in pianura.
Una coppia di pianeggianti transitava nei pressi di Castellaro poco dopo l’apertura della nuova strada da Rosano a Buvolo. Questi notano, da lontano, un anziano intento a tagliare rovi sull’argine della strada e decidono di prendersi gioco di lui. Giunti in prossimità chiedono, con sussiego, all’anziano signore: “Scusate, non avreste mica visto passare di qua un camion carico di somari”? Quel signore era un certo Orazio Campani, noto nella zona, anche a Castelnovo, per la sua straordinaria memoria nel ripetere le satire e, soprattutto, famoso per le sue risposte brevi ma caustiche. Prima di rispondere Orazio osserva attentamente i due, li squadra da capo a piedi, poi chiede: “Perché voi due siete caduti giù dal camion”?
Un’altra volta il nostro Orazio stava lavorando in un ripido campicello vicino alla strada quando passò un rappresentante della Coldiretti in cerca di adepti. Speranzoso, costui rivolse la parola ad Orazio convinto che, poi, lo avrebbe persuaso ad iscriversi all’associazione. Gli si rivolse in dialetto: “Ch’al scûša, êl un cultivadûr dirèt lû”? (È un coltivatore diretto lei?). Orazio spazia tutt’intorno con lo sguardo poi, giocando sulla differenza fra dirèt e d’i ret, dice all’interlocutore. “Catêmel vu’ un cultivadûr d’i piân da cal pârti chì”!
Leggo: Montanaro e contadino…
Simpatico e devertente racconto. Auguri di un Felice S.Natale.
(Angiolina Casoni)
Da montanara doc ma trasferita in città per lavoro come molti…adoro questo articolo che ho immediatamente inoltrato a tutti i colleghi della mia azienda “tipicamente piansana” per tenere alta la mia “minoranza”!
(Commento firmato)
Bel racconto, leggero e frizzante. Augurissimi ai montanari e ai piansani.
(Elisabetta Marmiroli)
Carino il racconto e sicuramente un esempio “leggero” di una rivalità ormai davvero più a parole che di fatto. E grazie per avermi regalato due episodi che non conoscevo (o forse non ricordavo, ce ne sono tanti!!!) dell’arguzia e simpatia del nonno!!
(Paola Primavori)