Riceviamo e pubblichiamo da Confcooperative Reggio Emilia.
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Si è svolto a Castelnovo ne' Monti un incontro tra Confcooperative, Legacoop e il presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, Fausto Giovanelli. Presenti all'incontro, oltre al direttore di Confcooperative Giovanni Teneggi e al responsabile della promozione e delle cooperative sociali di Legacoop Carlo Possa, i rappresentanti di diverse cooperative della montagna reggiana. Sia i responsabili delle due organizzazioni che le cooperative hanno sottolineato l'importanza della riunione organizzata unitariamente.
"La riunione – ha spiegato Teneggi – si svolge nello spirito di stretta collaborazione che sta animando l'Alleanza delle cooperative italiane. D'altra parte diversi dei progetti che sulla montagna reggiana la cooperazione sta sviluppando vedono le due organizzazioni e le cooperative operare insieme". Teneggi ha ricordato il lavoro comune sulle cooperative paese o di comunità, che sta suscitando interesse anche fuori dal territorio reggiano, e i progetti sviluppati insieme alle amministrazioni locali e al Gal per la valorizzazione del sistema enogastronomico collegata all'attrattività del territorio montana. Progetti questi in cui la rete cooperativa assume una grande importanza. Un altro progetto su cui si sta lavorando è quella legata al tema dell'energia, con una logica di produzione compatibile e non speculativa, e quella dell'utilizzo delle risorse forestali, che possa essere una risorsa economica strettamente collegata allo sviluppo locale, con una filiera corta e non speculativa, che possa risolvere anche i problemi del lavoro nero e delle irregolarità. "La forma cooperativa – ha sottolineato Carlo Possa – potrà essere sempre più utile in futuro per affrontare il tema delle risorse e dei beni comuni, non delegandone all'esterno la gestione e mantenendone il controllo sul territorio".
Il presidente del Parco nazionale Giovanelli ha poi illustrato i principali aspetti del Piano pluriennale, ricordando anche la stretta collaborazione con la cooperazione, che ha portato alla stipula lo scorso anno di due protocolli con Confcooperative e Legacoop. Giovanelli ha spiegato che il Piano per lo sviluppo economico sociale del Parco vuole puntare ad un "cambio di paradigma", cioè ad un salto strategico ed operativo e prima ancora di visione e interpretazione. In sostanza serve prendere una strada nuova e guardare al futuro: pensare all'Appennino come cerniera tra Europa e Mediterraneo, affrontare i problemi del lavoro e dell'economia investendo nella competitività, nelle eccellenze, sulla qualità e sulle capacità umane, sull'identità, stringendo nuove alleanze territoriali ed imprenditoriali. Su questa filosofia si innestano i tre progetti strategici del Piano: "Parchi di mare e di Appennino", "Atelier di Onda in Onda" e "Parco nel Mondo", a cui si aggiungono gli altri 100 progetti già avviati o in fase di avvio. "Sono progetti – ha aggiunto Giovanelli – che si collegano anche culturalmente alla realtà cooperativa, a cominciare dalla comune volontà di valorizzare i paesi e le comunità".
Nell'interessante discussione che ne è seguita sono intervenuti Renato Farina, Sergio Fiorini, Rosanna Bacci, Gabriele Arlotti. Dagli interventi è emersa comunque la difficile realtà sociale ed economica specialmente delle aree del crinale, e l'esigenza di superare la distanza tra le strategie e e le realizzazioni. Attenzione è stata data anche alla necessità di valorizzare insieme la gestione del territorio e l'occupazione, ponendo una grande attenzione al tema del lavoro nero.