Home Cultura E se fosse il lavoro di Normanna a riunirci alla Garfagnana?

E se fosse il lavoro di Normanna a riunirci alla Garfagnana?

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Tutte le foto del servizio sono di Irene Ferri e Pietro Magnani

Un’assenza, quella del pittore quattrocentesco Pietro da Talada, che si è concretizzata in quasi magica presenza, radunando intorno a sé molte persone, domenica 11 dicembre al foyer del Bismantova. L’associazione Ladri di idee ha fatto gli onori di casa e la giornalista Giuliana Sciaboni ha ben concertato i vari interventi, tutti interessanti e ricchi di spunti per ulteriori approfondimenti. La musica dei Pieroinforse e le letture di Francesca Carbognani hanno completato l’atmosfera intensa che la mostra fotografica di Silvano Sala sui luoghi del pittore ed un video sulle sue opere e i segreti dei coloranti naturali avevano evocato. Tanti e di grande levatura i relatori, oltre all’autrice Normanna Albertini: l’editore Andrea Giannasi, il dirigente scolastico di Piazza al Serchio Umberto Bertolini, lo storico Giuseppe Giovanelli, il disegnatore Pierdario Galassi. L’editore (giornalista e storico) Giannasi, dopo aver precisato che “Garfagnana editrice” è nata proprio con il saggio su Pietro da Talada, ha continuato: “ Il lavoro su Pietro da Talada di Normanna Albertini è diventato occasione per riunire dopo decenni di chiusura due territori che la storia ha sempre tenuto legati.

La Garfagnana e la montagna reggiana erano saldati dal crinale degli Appennini con cime, come quelle del Cusna, che appartengono ad entrambe le storie e le tradizioni. Prima con le popolazioni celtiche chiamate liguri o liguri-apuani, poi con la Contessa Matilde di Canossa, durante gli estensi e con la lotta partigiana della seconda guerra mondiale. Ma non solo. Anche l'emigrazione, il commercio, lo scambio di prodotti e animali ai grandi mercati contadini sui crinali, sono stati ambiti di confronto, incontro e scambio. Per non parlare dei banditi del 1400 e 1500 che furono contrastati dal Guicciardini a Reggio e dall'Ariosto in Garfagnana. E ancora. Basta entrare nel cimitero di Talada o in quello di Piazza al Serchio per riconoscere cognomi uguali a testimonianza di una unione che oggi pare perduta, ma che fino a pochi decenni fa era salda e forte. Per i garfagnini, oltre il crinale c'erano i lombardi che mangiavano polenta gialla e riso, ma che avevano bisogno di tanto sale buono per le stagionature e per far fare il latte buono alle capre e alle pecore. Di qua altri valori e altri prodotti, ma anche l'idea del garfagnino secco, asciutto, magro e cattivo. Molte anche le liti per i pascoli, ma molte pure le feste e i matrimoni. Tanti i Santi in comune e le processioni partecipate. Ecco: questo saggio è un passaporto ideale tra due territori che grazie alla riscoperta da parte di Normanna Albertini del pittore Pietro da Talada, tornano a incontrarsi e scoprirsi. A distanza di otto mesi dalla pubblicazione possiamo affermare che un successo editoriale scritto da una autrice reggiana e pubblicato dalla Garfagnana editrice, ha avuto il timbro della storia e porta impressa la firma di Petrus da Talade.”Nel libro, una parte riguarda i racconti, le frasi, le immagini ricavate da diverse interviste effettuate dal 1995 al 2010 nel paese di Borsigliana (comune di Piazza al Serchio).  Umberto Bertolini ha spiegato che le prime furono quelle di Alberto Borghini (direttore del CDTO di Piazza al Serchio e docente di antropologia culturale al Politecnico di Torino), di Cristiana Pettenuzzo all’interno di un progetto culturale sulle identità del territorio del comune di Piazza al Serchio, e di “Immagini dal territorio. L’immaginario come forma di strutturazione del territorio in/nella zona di...” progetto coordinato e diretto dallo stesso Borghini, che ha portato alla raccolta di un’enorme quantità di materiale da tutte le regioni italiane.

Le altre sono dello stesso Umberto Bertolini e dei suoi alunni della locale scuola secondaria di primo grado di Piazza al Serchio. Gli abitanti della zona, oggi come un tempo, sono costituiti da nati nel paese ma anche da originari di località vicine (generalmente donne-spose), che finiscono per portare nell’immaginario locale le loro storie, credenze, tradizioni. Racconti di streghi, streghe o fate, con una grande mescolanza di ruoli, così come il Buffardello che sembra essere, nell’immaginario degli autoctoni, più un vento che un folletto.Il professor Giuseppe Giovanelli ha raccontato di essersi imbattuto in molti documenti che comprovano gli stretti legami tra i due versanti del Crinale, attestanti soprattutto liti e contrasti, perché, purtroppo, quel che rimaneva nei documenti scritti erano proprio esclusivamente le contese. In un documento del 1444, ad esempio, i Consoli, il Consiglio e il Comune di Barga scrivono al capitano del Reggimento di Reggio informandolo che il reggiano Antonio di maestro Piero da Sala della Villa di Caula (Cavola di Toano), è rimasto inguaiato in una vertenza con un vicino e dunque glielo raccomandano.Pier Dario Galassi ha illustrato un suo dipinto con cui ha voluto omaggiare il pittore suo conterraneo e, infine, la parola è passata all’autrice.Normanna ha detto che ha “incontrato” per la prima volta il pittore in uno dei volumi di “Storia delle donne” di Duby, e che era rimasta sorpresa di fronte alla sua capacità di imprigionare e diffondere la luce. Ma ciò che più l’aveva toccata erano stati i volti soffusi di mestizia delle sua Madonne; una, in particolare, era Maria che insegnava a sillabare a Gesù tenuto sulle ginocchia. Una donna che insegnava a leggere e scrivere? Per di più utilizzando la pagina del Magnificat, la preghiera più sovversiva e rivoluzionaria che sia mai esistita? Per millenni la scrittura è stata di una sola parte del mondo: quella maschile. Con quali danni? Quanto ci è costato escludere la donna per millenni non solo dal diritto alla parola, ma dalla parola scritta, che è immortale? Pietro, il pittore che fa della donna un’insegnante, doveva essere un uomo speciale; poiché di lui non si sa niente, tranne che sapeva dipingere, l’autrice ha immaginato e costruito la sua storia in un romanzo, poi ha cercato di capire e conoscere il suo mondo. Così è nato il saggio edito da Garfagnana editrice.