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Speciale donna / Neppure con un fiore

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Venerdì 2 dicembre scorso il Cif (Centro italiano femminile) di Reggio Emilia, aderendo alla “Campagna mondiale del fiocco bianco” per porre il proprio diniego verso ogni forma di violenza di genere, ha proposto la tavola rotonda “Neppure con un fiore: la coscienza non vuole morfina”. Agli intermezzi di Edda Infanti, Maurizia Magnanini, Stefania Violi e Angela Bertazzoni, sono seguiti interventi che hanno esortato la donna a denunciare l’esecrabile fenomeno della violenza subita. L’“identikit dell’uomo violento”, presentato esaustivamente da Assunta Spadoni (vicesindaco di Viano), ha fatto emergere, come causa incisiva, un’insicurezza di base riconducibile ad un’infanzia certamente priva di equilibrio affettivo. La Spadoni ha delineato un uomo debole, talvolta appartenente ad un ceto agiato, con spesso la convinzione culturale dove è giusto che la donna sia sottomessa, poiché inferiore all’uomo.

La presidente del Cif, Cristina Bassoli, ha commentato le leggi sulla violenza (L. 66/1996: "Norme contro la violenza sessuale"; L. 154/2001: "Misure contro la violenza nelle relazioni familiari"), portando testimonianze esempio di “plagio” e “minaccia”. "La L. 38/2009, che prevede lo “stalking”, nuova fattispecie di subdolo reato, è solo un piccolo passo ancora lungo il cammino per tutelare le donne vittime di violenza", ha asserito la Bassoli,  aggiungendo che "il reo di tale abominevole gesto difende in realtà ciò che teme di perdere. Chi subisce deve denunciare prontamente, coltivando la propria autostima".

L’artista Anuccia Ghisi, attraverso la figura di Artemisia Gentileschi, ha ricondotto questo fenomeno ad un passato secolare che vedeva le donne terrorizzate ed impotenti nella loro autotutela. Occorre ribellarsi allo stereotipo di donna vittima e confidare nella certezza del supporto delle Forze dell’Ordine, delle Istituzioni e delle Associazioni di categoria. In più occasioni invece la vittima si presenta per ratificare il fenomeno, ma poi ci ripensa, per paura, mettendosi nuovamente in pericolo, poichè in tale modo è favorita la reiterazione del reato. Emiliano Malato ha concluso ribadendo che solo attraverso la denuncia le Istituzioni riusciranno ad aiutare la vittima e la violenza avrà fine.