Capita, a volte, di ritrovarsi da un giorno all’altro con una sorpresa della vita che costringe a rivedere repentinamente i propri progetti, la propria scala di valori, la propria organizzazione personale e familiare. Questo è successo anche a me una decina di giorni fa, quando mio suocero novantaduenne, da un giorno all’altro, è passato da una condizione di autonomia, seppur limitata, a uno stato di confusione mentale che gli impedisce di provvedere a se stesso e dà origine a comportamenti bizzarri e disfunzionali. Qualcosa di simile era già successo due anni fa; allora fummo fortunati: dopo alcuni mesi ritornò gradualmente alla condizione precedente, riacquistando la sua lucidità.
Ripiombare in questa situazione ha suscitato in noi, prima un vissuto di smarrimento, poi la necessità di far fronte agli impegni di lavoro, di gestione complessiva della vita di ogni giorno, mi ha portato a cercare possibili soluzioni. Questo bisogno mi ha permesso di acquisire la consapevolezza della fortuna che ho, come cittadina di Carpineti, di poter usufruire di servizi per gli anziani efficienti, adeguati a far fronte alle richieste dei familiari e delle persone più fragili che costituiscono ampia parte della popolazione.
Ho incontrato l’assistente sociale del Comune, ho ricevuto informazioni dalle responsabili dell’ASP e del Centro Diurno “Il Girasole”. Da tutte mi sono sentita accolta, compresa, e tutte hanno contribuito alla soluzione del mio problema. Dopo due giorni, alle 7,30 del mattino, il pulmino del Centro Diurno era davanti a casa mia… Le operatrici poi hanno accolto mio suocero con sensibilità e competenza.
Questa esperienza mi ha fatto sentire profondamente il desiderio di esprimere pubblicamente la mia riconoscenza e il mio ringraziamento e ha suscitato in me alcune riflessioni. Alcuni sostengono che questa situazione di difficoltà diffusa che stiamo vivendo può rappresentare anche un’opportunità per ridefinire le nostre priorità, i nostri valori, per apportare modifiche al nostro stile di vita.
Secondo me, negli ultimi anni si è assistito a una costante e continua svalutazione di tutte quelle professioni che riguardano la cura e l’aver cura. Ma la scienza, la tecnologia, i “guru” dell’economia e della finanza dove ci stanno portando? Non potrebbe essere proprio questa l’occasione per rimettere al centro l’essere umano anche con i suoi bisogni e le sue fragilità?
(Nicoletta Beretti)