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Prove di Unione tra Castelnovo ne’ Monti, Carpineti e Vetto

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Come è noto la Comunità Montana dell'Appennino Reggiano è in via di scioglimento a seguito delle nuove normative di legge sull'accorpamento dei servizi dei piccoli comuni con la costituzione di nuove Unioni di Comuni.

Il questa prospettiva i sindaci dei comuni di Castelnovo ne' Monti, Carpineti e Vetto hanno tenuto una conferenza stampa in cui hanno annunciato la volontà di associare, da subito, una serie di servizi in previsione poi di una possibile nuova Unione di Comuni.

“Vogliamo che sia una proposta aperta -hanno spiegato Gianluca Marconi, Nilde Montemerli e Sara Garofani- che anche altri Comuni possano esaminare e prendere in considerazione ed eventualmente unirsi a noi”.

Ad introdurre il tema è stato Marconi: “La attuale situazione per quanto riguarda il riordino territoriale è di forte incertezza: siamo in attesa della definizione dei provvedimenti a livello nazionale, e soprattutto a livello regionale con le nuove norme transitorie, ma sappiamo che sul tavolo sono in discussione le regole a cui dovranno attenersi le Unioni di Comuni, le Comunità montane, la eventuale fusione dei comuni sotto i mille abitanti, ed a livelli più alti l’eventuale soppressione delle Province. In tale situazione i nostri tre Comuni, che già oggi hanno diverse funzioni associate, ad esempio quella Sociale attraverso l’Asp e il Servizio sociale Unificato (e quindi sugli interventi per i giovani, i minori, i portatori di handicap, gli anziani), hanno deciso di accorparne altre, per creare una sinergia più forte. Ad esempio estenderemo a Vetto la funzione che già è associata tra Castelnovo e Carpineti per molte pratiche amministrative (la Ragioneria, la compilazione delle buste paga e altre). Questo vuole essere un segnale preciso anche verso gli altri comuni del Comprensorio: dobbiamo essere noi per primi a farci avanti ed essere attivi nel decidere il riassetto territoriale, non soltanto subendo scelte dall’alto, per questo siamo assolutamente aperti ad altri Comuni montani. Oggi non è possibile, appunto per l’incertezza sulle norme, avviare nuove Unioni, ma siamo pronti in caso ciò diventi possibile e vogliamo esserlo con un disegno di ampio respiro. Crediamo poi che sarà fondamentale mantenere comunque una unità territoriale di intenti ed una collaborazione comprensoriale per l’Appennino, su tematiche sociali, produttive, agricole, di promozione territoriale: su alcune funzioni è più semplice, su altre meno, ma quella che apriamo oggi è una scelta importante”.

Ha aggiunto Sara Garofani, che è anche la Presidente della Comunità Montana,: “Vetto, con meno di 3000 abitanti, aveva l’obbligo di legge entro il 31/12 di quest’anno di mettere in associazione con altri Comuni almeno due funzioni fondamentali. Ma al di là dell’obbligo questa è ormai una necessità primaria per ottimizzare la funzionalità, i servizi ai cittadini ed anche i costi, sempre più difficili da sostenere. Della scelta che annunciamo oggi ho avuto modo di ragionare in seno a tutto il Consiglio comunale con anche il coinvolgimento della minoranza, ed è ovvio che la compiamo nella prospettiva futura di una Unione di Comuni. Entro fine 2012, sempre per le normative, dovremo peraltro associare tutte le 6 macro funzioni fondamentali dell’Ente. Su tante incertezze per il futuro riassetto, la necessità dei servizi associati non penso vedrà alcuna retromarcia, per cui è fondamentale da parte nostra esserne protagonisti”.

Per Nilde Montemerli “quella di oggi è una ufficializzazione importante, che pone un primo elemento forte nella riorganizzazione dell’Appennino, non solo perché ci spinge in tal senso la legge. Sono sempre stata convinta, con la mia maggioranza, che per noi fosse importante puntare ad una associazione con Castelnovo, nonostante per alcuni comuni della montagna, per le dimensioni e l’importanza, questo fosse visto un po’ come uno spauracchio. Credo invece sia una opportunità, ed inoltre questa scelta va incontro al nostro sentirci fortemente montanari. Sono convinta che la Comunità montana abbia esaurito il suo corso: il futuro è per forza nei servizi associati tra Comuni, e nella situazione precedente non era ipotizzabile perché 13 comuni sono troppi e tra loro hanno caratteristiche anche molto diverse. Sono però consapevole che su certi temi la coesione territoriale, a livello di distretto e comprensorio, sarà importantissima per continuare a rappresentare insieme l’Appennino. I servizi associati sono un fatto tecnico, ma di grande importanza concreta: ovviamente nei giorni scorsi abbiamo ufficializzato questa scelta agli altri colleghi Sindaci che l’hanno accolta con interesse. Quando poi arriveranno le normative precise sul riassetto, in particolare le norme transitorie della Regione, ci confronteremo in assemblee pubbliche con la popolazione e le realtà associative ed imprenditoriali”.

In effetti la questione è piuttosto complicata e, nonostante se ne parli da mesi, gli amministratori e le forze politiche non hanno ancora individuato una soluzione condivisa per il riassetto territoriale del territorio montano.

Non si sa cosa intendano fare i comuni di frangia come Baiso, Casina, Canossa e non si sa se Toano vorrà legarsi con Villaminozzo su cui alcuni premono per un ingresso nella Unione del Crinale.

 

4 COMMENTS

  1. ho letto con interesse le dichiarazioni dei sindaci dei tre comuni, perchè tutto ciò è un ulteriore passo verso il futuro riassetto istituzionale dell’Appennino reggiano. Le scelte vanno fatte, prima che qualcun altro ce le imponga. Per quel che riguarda Toano, il percorso è chiaro. Il 24 novembre il Consiglio comunale ha approvato un atto di indirizzo (e Villa Minozzo ha fatto lo stesso il 26 novembre), che ha un forte valore politico, con il quale i due comuni dichiarano di volere associare, già a partire dal 2012, diversi servizi (sociale, polizia municipale, personale, ufficio tecnico, ecc.). A questo atto dovranno seguire, nelle prossime settimane, le approvazioni delle convenzioni relative ai singoli servizi. Il nostro Comune ha incontrato, nel mese di ottobre, i cittadini di molte frazioni. Sono stati fatti incontri anche con i dipendenti comunali e le forze sindacali. Insomma, anche Toano e Villa Minozzo vogliono dare il loro contributo, ribadendo di essere aperti a collaborazioni con gli altri territori. Sicuramente sui grandi temi (scuola, sanità, viabilità, ecc.) dovrà persistere un forte cordinamento tra i sindaci e i comuni: questi temi ci riguardano tutti, vanno oltre i confini comunali, e su questi temi la nostra montagna dovrà cercare di rimanere unita, per non divenire perdente quando ci si confronterà con i territori della collina e della pianura.
    Grazie per l’attenzione.

    (Michele Lombardi, sindaco di Toano)

  2. Condivido anch’io di associare Toano e Villa Minozzo; mentre Vetto lo assocerei ai comuni di Ramiseto (tra l’altro hanno in comune la valli dell’Enza-Lonza), Busana (accorpamento delle scuole GIUSTA), Ligonchio e Collagna. Carpineti per vicinanza del territorio lo assocerei ai comuni di Baiso e Viano. Castelnuovo al momento lo lascerei autonomo sia per la vastità del territorio che ha sia da un punto di vista della popolazione, anche perchè associandosi avrebbe maggiori costi perchè andrebbe a caricarsi di ulteriori servizi che attualmente ha come comune capo comprensorio. In futuro lo assocerei ai comuni dell’alto crinale.

    (G.V.)

  3. No, il signor G.V. non ha capito. Il comune di Villa NON vuole associarsi con nessuno, perchè crede fermamente nell’autonomia scolastica come valore identificativo di una comunità. Quello che tenta è di rimanere autonomo e il sindaco Lombardi ha espresso solidarietà con il comune limitrofo, limitandosi all’amara constatazione che se la stessa solidarietà fosse stata presente anche tra gli altri amministratori, forse si sarebbe potuto tentare un intervento più decisivo in previsione di una deroga. Bisogna pensare alla montagna come ad un unico territorio e questo non è avvenuto. Ma come si può credere che sia un bene per la scuola accorpare istituti, insegnanti e situazioni molto molto differenti tra di loro? Hanno pensato gli amministratori di Vetto che forse la loro scelta li porterà a chiudere i battenti? E gli insegnanti che dovranno fare scavalchi tra Ligonchio o Collagna e Vetto? Chi mai vorrà andare ad insegnare lì? E’ miglioramento della scuola questo?

    (Antonella)

    Noi ci proviamo e sarà quel che decideranno. MA BISOGNA FARSI SENTIRE!!!

  4. Vetto e Ramiseto, dal punto di vista didattico, nella fascia di studi riguardante la scuola elementare dipendevano dalla stessa direzione anche in passato. Rimango stupefatta che si possa soltanto pensare che gl’insegnanti di Vetto d’Enza possano presenziare a consigli di classe o scrutini nel comprensorio di Busana (non vorrei aver capito male, ma la sede di gestione rimarrebbe Busana, vero?). Io penso che anche Ramiseto abbia difficoltà a salire fino a Busana e gli sarebbe molto più consono scendere a Vetto come un tempo. Su questo ed altro possiamo meditare!

    (L.D.)