«A settembre 2011 l'indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce del 4,8% rispetto ad agosto. Nella media del trimestre luglio-settembre l'indice scende dello 0,1% rispetto al trimestre precedente». È quanto rileva l'Istat, confermando che si tratta della peggiore flessione congiunturale misurata dal dicembre 2008.
Con uno scenario recessivo come questo non c’è molto da sperare, anche perché il sistema bancario italiano è in forte crisi di liquidità e non è in grado di sostenere una convincente ripresa economica.
Indizi sulla difficoltà in tema di liquidità per i nostri istituti di credito sono stati recentemente riassunti come segue
1) le ultime elaborazioni di Assofin (Associazione che esprime l'80% del mercato immobiliare e del credito al consumo), indicano che a settembre le erogazioni di mutui sono crollate del 25% rispetto a settembre 2010; ad ottobre anche la domanda di mutui è calata, anno su anno, del 33%, dopo il -23% di settembre;
2) alla stampa specialistica sono giunte segnalazioni di banche che stanno contattando alcuni mutuatari ricordando che per coloro che hanno stipulato un mutuo dopo il 2007 non vi sono penali per effettuare rimborsi parziali per alleggerire la quota capitale residua o addirittura per arrivare alla estinzione anticipata. In quelle telefonate si rammenta inoltre che per i mutui sottoscritti precedentemente, le penali - sempre per effetto della "lenzuolata-Bersani" del 2007 - sono state fortemente ridotte. Il messaggio delle banche ai loro clienti è molto chiaro: se avete liquidità potete anche utilizzarla per ridurre il mutuo.
3) e da ultimo non sarà inutile accendere un faro anche sui conti di deposito. Insolito assistere a quanto in modo massiccio sta accadendo in questo momento: le banche offrono tassi sui conti correnti/deposito nettamente più alti rispetto al costo del denaro presso la Bce (1,25%) e in molte occasioni le offerte oggi si spingono oltre il 4%, con o senza vincoli temporali. E’ un segnale palese ; gli istituti di credito hanno bisogno di liquidità, a tal punto che preferiscono ottenerla dalle famiglie, pagando tassi inferiori a quelli che pagherebbero sull'interbancario (cioè prendendolo in prestito da altre banche)
Questo lo scenario economico, che si interseca con quello del debito sovrano italiano.
Le ultime notizie sulle consistenza del conto di disponibilità del nostro Stato (il liquido in cassa) lo quantificano in 37 miliardi di euro.
Se non riuscissimo a vendere in asta i nostri BTP, e considerando BTP in scadenza che devono essere rifinanziati (cioè il prestito ottenuto, che deve essere restituito), i 37 miliardi valgono a rifinanziare i nostri BTP solo fino a gennaio 2012.
A febbraio 2012 i soldi saranno finiti e i BTP in scadenza nei mesi successivi non avrebbero copertura nel conto di cassa dello Stato.
E vitale pertanto poter ripartire nella collocazione dei nostri titoli nelle aste periodiche del tesoro.
E non illudiamoci sul fatto che ad oggi le aste sono state coperte (gli importi offerti – infatti - sono stati venduti). E questo perché dobbiamo considerare che - da agosto a novembre - ben 80 miliardi dei nostri titoli in asta (BTP a 10 e anche a 5 anni) sono stati acquistati dalla BCE sul mercato secondario.
In altre parole, acquirente dei nostri titoli è rimasta solo la banca centrale europea.
Qualche giorno fa il presidente, Mario Draghi, ha ripetuto che gli Stati devono fare la loro parte perché la BCE non può svolgere la funzione di prestatore di ultima istanza, ed ha sollecitato la realizzazione concreta del potenziamento del fondo salva-Stati (istituito nell’estate del 2010).
Ma dense nubi si addensano all’orizzonte, perché tutti questi ritardi già maturati in conseguenza della indecisione dei vari Stati dell’eurozona, hanno determinato il contagio per altri debiti sovrani. In prima linea si stanno prospettando forti tensioni sui titoli francesi; gli investitori istituzionali di oltreoceano sono pronti a “scaricare” 106 miliardi di titoli sovrani emessi dai nostri cugini di oltralpe
Il declassamento possibile per la Francia (uno dei paesi a tripla A dell’eurozona) sta rendendo sempre più probabile l’attacco dei mercati anche a questo Stato.
A quel punto non esisterebbe più alcuna alcuna possibilità che un fondo salva – Stati possa davvero ritenersi sufficiente a spegnere l’Europa che brucia.
In questo quadro si muove il nostro Governo, con decisioni che devono essere prese in modo tempestivo ma soprattutto con numeri importanti.
Purtroppo , sulla base di quello che leggo in questi giorni, siamo ben lontani da quanto sarebbe davvero necessario.
E mi sia consentita una nota di colore tutto italiano: i vitalizi dei parlamentari vengono eliminati da subito vale a dire anche per quelli già a regime, ovvero tale eliminazione varrà solo per la prossima legislatura ?
Il punto non è da poco visto che agli itailiani i sacrifici vengono chiesti ora e non nel 2013.
Il mio rimane un dubbio che ancora non ha soluzione, e spero in un intervento deciso del nuovo Governo
Infatti, di questo passo alla prossima legislatura ci arriviamo con la vecchia “lira”, se le misure di drastica riduzione spesa pubblica (“casta” in primis) non assumono valori da centinaia di miliardi nel breve, brevissimo periodo.
(Rossella Ognibene)
In rete si trova di tutto.
http://www.reggionline.com/it/2011/11/20/ecco-i-vitalizi-degli-ex-parlamentari-reggiani-8992
http://www.7per24.it/2011/06/26/promemoriaquel-voto-trasversale-per-difendere-i-privilegi-di-casta/
http://commenti.kataweb.it/scandalopensioni/index.php
(mv)
Rigore, crescita ed equità, sono questi i tre principi enunciati da Monti.
Lei chiede: “i vitalizi dei parlamentari vengono eliminati da subito vale a dire anche per quelli già a regime, ovvero tale eliminazione varrà solo per la prossima legislatura ?”
Sembrerebbe proprio di no: i “diritti acquisiti”, non si toccano.
L’ eliminazione dei vitalizi comunque, se ci sarà, andrà a regime solo per la prossima legislatura a partire cioè, per deduzione, non dal 2013, ma dal 2018.
I “diritti acquisiti” degli ex-parlamentari si trovano in Rete: nome per nome, gli anni di contributi e l’assegno mensile. I parlamentari che godono di vitalizio sono 2.238, 1.377 ex deputati e 861 ex senatori.
(mv)