CASTELNOVO MONTI (17 novembre 2011) – “Episodi simili possono ripetersi”. E’ un nuovo caso di disagio sociale e solitudine quello che è andato in scena questo mese a Castelnovo. La storia è quella della mancata sepoltura di un uomo deceduto più di un mese fa, il 10 ottobre, ma che da allora era “conservato” all’obitorio del Sant’Anna.
Una vicenda portata alla luce da Luca Tondelli, giornalista della Gazzetta di Reggio. La storia è quella di Ignazio Borsetti, rosticciere genovese, che in Appennino aveva trovato anni fa una nuova compagna e nuova vita. L’uomo era stato rinvenuto morto nella sua auto, nei pressi della abitazione dove viveva in affitto a Parisola, vicino a Carnola, all’età di 78 anni. Se l’autopsia aveva escluso una morte violenta, circolano notizie, che non ci è possibile confermare, su una morte da suicidio.
Ma quello che è risultato altrettanto sconcertante è che l’uomo viveva praticamente solo senza l’affetto di familiari o parenti di sorta. E’ stato impossibile rintracciare un qualsiasi cugino, anche se alla camera mortuaria a chi scrive è stato indicato un uomo che sarebbe un “lontano parente”.
All’anagrafe Ignazio, che a Castelnovo aveva trovato una compagna purtroppo deceduta alcuni mesi fa, risultava celibe e senza figli. Così nessuno si è fatto avanti per espletare le incombenze del funerale in queste quattro settimane, nonostante le ripetute ricerche dell’anagrafe di Castelnovo, coadiuvata dai Carabinieri di Genova e Castelnovo.
Singolare l’intervento di Fabio Mammi che con la sua ditta ha deciso di provvedere alle incombenze della sepoltura, dopo avere provveduto a recuperare la salma al momento del rinvenimento e avere trasferito la medesima all’ospedale di Modena per l’autopsia.
“Una situazione triste – spiega il necroforo a Redacon – che umanamente mi dispiaceva. Era un mese che quest’uomo era in attesa del funerale. Mi sono interessato al caso due settimane perché mi sembra giusto rendergli degna sepoltura anche se l’uomo era privo di proprietà. Purtroppo di lui non so nulla”.
Nel pomeriggio di ieri il feretro ha finalmente lasciato la camera mortuaria di Castelnovo. Alla partenza erano presenti nove persone per l’ultimo saluto a Ignazio. Nemmeno si sapeva se l’uomo fosse credente, però si è optato per una benedizione, impartita dal parroco don Evangelista Margini. “Il Signore è mio pastore e non manco di nulla… chi crede in me non morirà in eterno”. E alle nostre domande su questo singolare caso risponde il sacerdote: “Nonostante si facciano tante iniziative per gli anziani ci sono situazioni nascoste che ci interpellano”.
Accanto alla bara, per l’ultimo saluto prima della inumazione a Ginepreto, nel cimitero dove riposa la compagna, c’è anche Dante Ligabue, 65 anni, gestore del Centro sociale Insieme del capoluogo. “Ignazio veniva spesso al centro sociale. Era una persona allegra sino a quando non ha perso la compagna. Da allora era cambiato eppure lo ricordo come una persona che prima era sempre stata allegra”.
Pare che non avesse parenti… “di lui non si sa nulla. Si diceva avesse un figlio, che però non risulta all’anagrafe. E’ comunque un caso che desta stupore… Di solito la pietà umana verso una salma è uno dei gesti più sentiti da parte di un familiare”.
Al centro sociale Insieme si vedono altri casi analoghi?
“Vede proprio con la nostra attività intendiamo anche aiutare a vivere. Soprattutto in una fascia d’età in cui è più facile perdere un congiunto. Stiamo insieme e ci aiutiamo vicendevolmente a superare i momenti problematici”.
In questo caso non è andata così…
“No. Ma le devo dire che ci sono anche altre situazioni difficili. E’ per questo che è importante aiutarsi. Una storia come questa, certo, lascia stupiti”.
Solo un paio di anni fa, a pochi chilometri di distanza, l’estremo gesto di un altro anziano solo.
La paura, la depressione, la mancanza della persona amata, la morte. Cronache dell’anno 2011.
Ho appreso con immensa tristezza la vicenda del povero Ignazio Borsetti che per trovare finalmente pace ha dovuto attendere molti giorni prima di poter avere degna sepoltura come dovrebbe essere per tutti gli esseri umani. Mi rattrista anche che l’estensore di questo articolo definisca “singolare” l’avvenuta sepoltura da parte del sig. Fabio Mammi, titolare dell’omonima ditta di onoranze funebri, perchè, se ciò che scrive Luca Tondelli sulla Gazzetta di Reggio, cioè che il sig. Mammi ha provveduto gratuitamente all’inumazione della salma, non si tratta un fatto “singolare” ma un atto di grande generosità e va quindi pubblicamente ringraziato.
(Sergio Tagliati)
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NOTA DELLA REDAZIONE: Caro Sergio, il termine “singolare” è dal leggersi nell’accezione positiva, proprio per la gratuità dell’opera prestata dal signor Mammi. E la gratuità, di questi tempi, risulta alquanto “singolare” rispetto alle prestazioni d’opera a titolo oneroso…
Quando, come in questo caso, la “pietà umana” non può essere esercitata da parte di un familiare nei confronti del defunto, trovo non solo dignitoso ma anche responsabile che la comunità si faccia carico di tale incombenza. In tale delicata situazione, per conto della comunità, è stata protagonista la ditta Fabio Mammi, a cui va un ringraziamento particolare per il nobile gesto…
(Luca Ferri)