Rita Riccò era nel pieno dei suoi bei trent'anni, una figlia, una vita affettiva soddisfacente, tanti interessi come lo sport, il ballo, le passeggiate in montagna, la corsa. E la scoperta di una malattia che progressivamente non avrebbe permesso più questo: la malattia di Marie Charcot Tooth, comunemente nota come una forma di distrofia muscolare, rientrante tra le neuropatie periferiche . Colpisce una persona su 2.500, ma è una patologia in aumento, e sempre più numerosi i bambini. E' una malattia genetica, e può restare latente. Ancora non si sa molto sul suo decorso e sulle cause scatenanti. Rita si è armata di grande coraggio, attraversando anche momenti di sconforto e rabbia. Tuttavia oggi si definisce una donna migliore, ha dovuto rinunciare alle minigonne e alla corsa; fare cose semplici come alzarsi in piedi, tagliare una pizza, stirare, camminare in un corridoio sono per lei grande fatica, spesso non comprensibili per chi la vede con un aspetto del tutto normale. Ciò nonostante resta una persona attiva, dinamica, brillante, allegra e vivace. Qualche anno fa ha costituito con altre persone ammalate una associazione di sostegno in rete l'ACMT. Rita si batte per far conoscere le disabilità non evidenti, cercando il confronto e creando spunti di riflessione collettive. Una donna eccezionale e bella che ha saputo fare della malattia una forza e una risorsa.
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Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Grazie per aver dato voce alle disabilità. Brava Rita un’altra forte e incoraggiante testimonianza.
Ale Mamma di Velentina, 12 anni, neuropatia periferica sconosciuta.