Home Cronaca “Cerco chi mi ospitò nelle mie battaglie della Valle dell’Enza!”

“Cerco chi mi ospitò nelle mie battaglie della Valle dell’Enza!”

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Salvatore Milliti

 

Nicolosi (Catania) – “Salve arzan testa quettra, ho fatto il partigiano da voi e vorrei ritrovare chi mi diede rifugio per tanto tempo a Cavriago.Quanti ricordi . La Pietra di Bismantova e  quelle battaglie con il distaccamento Don Pasquino Borghi, sul Ventasso a disarmare un presidio tedesco e poi sull’Enza verso Vetto…”. Erano da poco passate le dieci di mattina domenica  a Nicolosi, paesino ai piedi dell’Etna, quando durante la presentazione del romanzo storico  “Il bracciale di sterline” (Aliberti 2011), scritto dal collaboratore dai giornalisti reggiani Matteo Incerti e  Valentina Ruozi, un arzillo vecchietto di 89 anni con la coppola in testa, come in una favola si è alzato in piedi.  Gli autori stavano ricordando come la figura di don Pasquino Borghi, il prete partigiano fucilato il 30 gennaio 1944 dai fascisti, fosse stata da esempio per alcuni giovani di allora, protagonisti del libro per entrare nella Resistenza. L’uomo, Salvatore Milliti, 89 anni originario di un paesino alle porte di Catania ha esordito sfoderando un mix di siculo-reggiano che trascritto suona circa così“Arzan, testa quettra. Tez pramzann, picchè u spigoli ti han mangè pioc!”. Davanti alla platea incredula, che includeva anche il sindaco di Nicolosi e la presidente provinciale dell’Anpi di Catania, Milliti ha iniziato a narrare la sua storia. “Avete parlato di Don Pasquino Borghi. Io feci il partigiano da voi sulle montagne di Reggio, sull’Enza e poi a Parma”. “Il mio nome di battaglia era “Smith” feci parte della 144a Brigata Garibaldi nel reggiano e poi nella 143a Brigata che operò dall’altra parte dell’Enza nel territorio di Parma”. “Nella 144a il mio distaccamento era intitolato proprio a don Pasquino Borghi, nei combattimenti era incredibile non perdevamo mai nessuno.  ‘Don Pasquino ci protegge e ci manda la sua benedizione da lassù’ ci ripetevamo sempre. Salito in cattedra al fianco dei due autori del libro, inizia a navigare pubblicamente in un mare di ricordi. “Chi se la scorda la pietra di Bismantova, i combattimenti sul fiume Enza verso Vetto, o quando prendemmo un presidio tedesco su un lato del Ventasso”. L’ex partigiano “Smith” ricorda poi un particolare che si ricollega al libro scritto da Incerti e Ruozi, riguardante il battaglione di russi che prese parte all’attacco al comando tedesco di Albinea. “Mi ricordo quei russi diversi di loro combatterono anche al nostro fianco” . Poi la memoria va al momento in  cui decise  di combattere per la libertà. Milliti srotola il suo filo d’Arianna della storia alla ricerca di un nuovo legame, sessantasei anni dopo. “Dopo l’8 settembre 1943 mi trovavo soldato dalle vostre parti. Dovevo presentarmi in Caserma a Reggio, ma disertai e presi la via della clandestinità. Per tanto tempo mi rifugiai a Cavriago, fui ospite di Dafne Foracchia e suo marito Cesare Cepelli, operaio alle Reggiane e anche lui partigiano. Sono ancora vivi ? C’è qualche parente ? Mi piacerebbe abbracciarli di nuovo”.  L’appello è lanciato.

 

LE ALTRE “MAGIE” DEL LIBRO – E’ veramente una storia particolare quella legata all’uscita di questo libro che narra anche di un bracciale di piccole monete, donato da un parà inglese ad una bambina di Castiglione, Sandra Zambonini che 66 anni dopo ha ridato un volto ed una storia a quel soldato che le dono’ il monile. Una storia magica.

A fine maggio grazie a Redacon.it fu ritrovato il “paracadute nuziale” dello scozzese David Kirkpatrick , un altro protagonista del libro che si paracaduto’ in kilt (alla scozzese senza mutande ndr) sul Cusna per andare a  suonare la cornamusa durante l’attacco al comando tedesco di Botteghe. Grazie ad un messaggio di commento è stata ritrovata la donna che con la seta del suo fece l’abito da sposa , Albertina Magliani di Collagna (http://www.redacon.it/2011/06/01/incredibile-66-anni-dopo-la-sposa-di-allora-sono-io-conservo-ancora-il-tuo-paracadute-nuziale/ ). Gli autori a luglio sono volati in Scozia per portare un lembo di quel vestito (le mutande nuziali…) con Kirpatrick raggiante che ha suonato a festa la sua cornamusa (http://www.redacon.it/2011/07/19/ed-eccoci-in-scozia-per-consegnare-un-pezzo-del-paracadute-di-seta/)

Ad agosto poi, durante un presentazione a Villa Minozzo una nuova magia. Ad un certo punto un uomo Luciano Foracchi, si è alzato in piedi ed ha rivelato di aver scoperto la storia del suo nome leggendo “Il bracciale di Sterline”. “Io sono nato a Montelago di Valestra nella villa dei Cavalli il 25 marzo 1945 mentre gli uomini di quella missione, denominata Operazione Tombola si radunavano proprio lì, mia madre mi ha sempre detto che mi fu dato il nome di Luciano in onore di un partigiano che stava partendo per l'azione”. Quel partigiano era Luciano Vecchi nome di battaglia “Polvere” della 26esima Brigata Garibaldi che partecipo’ all’assalto al comando tesco con gli inglesi del 2nd SAS e fu decorato con una medaglia di bronzo per il suo coraggio e le cui gesta sono narrate nel romanzo storico.

Qui il video http://www.youtube.com/watch?v=2lLQFUnvIBs

1 COMMENT

  1. Ciao Smith, tu eri nel distaccamento comando della 47ma allora, Cepelli (Lupo) era il comandante, Volga il commissario (William Ferrari), poi c’era Tarzan, Vivi, Bruno, Brontolo, Sonnio, Ivan, l’altro Volga (Michelangelo Cigarini),e Vanna!! Mi piacerebbe fare due chiacchere con te! Ciao.

    (Michele)