C'è anche un'azienda monanara nel neonato consorzio "01 Canossa". E' la confezioni Appennino srl di San Giovanni di Querciola.
La notizia, infatti, è che questa azienda montanara si è messa in rete con altre del territorio per dar vita a “01 Canossa” promosso da CNA Federmoda per risponde alle criticità del tessile, dalla concorrenza straniera alla mancanza di professionalità
E’ nato ufficialmente il 18 luglio scorso con firma autenticata dal notaio e ha già sviluppato i primi importanti contatti: con i suoi 13 membri fondatori e altri due pronti ad entrare, il Consorzio di abbigliamento “01 Canossa” per le aziende in conto terzi promosso da CNA Federmoda è pronto per sfidare il mercato. A presentarlo sono stati questa mattina nella conferenza stampa organizzata nella sede di CNA, il suo presidente provinciale Tristano Mussini, la presidente del Consorzio “01 Canossa” Anna Bottazzi, il consulente stilistico e di prodotto Andrea Tiraboschi e il presidente di Federmoda Enrico Incerti, che hanno colto l’occasione per compiere un approfondimento della filiera del tessile e delle sue problematicità a 360°.
Il consorzio. “Tutto è nato – ha raccontato Anna Bottazzi - dalla necessità delle aziende in conto terzi di mettersi in rete per fare massa critica nei confronti delle grandi case di moda e per contrastare la concorrenza straniera. Grazie allo ’01 Canossa’ infatti i grandi marchi possono interfacciarsi non più con tante piccole realtà frammentate ma con un interlocutore unico in grado di offrire molteplici servizi”. Il Consorzio è in grado di coprire l’intero ciclo di produzione, dalla lavorazione del tessuto alla maglieria, dal prototipo fino alla stiratura e alla confezione industriale. A completamento c’è chi si occupa di cinture e borse, chi di stampe manuali, aerografo e digitali, chi di ricami e ancora bottoni ricoperti, cartelle colori.
Il ruolo di CNA. “Il principio della Rete d’Impresa, dell’unione di know-how e professionalità è alla base del Consorzio sostenuto da CNA Ferdermoda, che in provincia conta 333 associati e ben conosce le criticità del settore – ha detto Tristano Mussini - Federmoda ha guidato l’intera operazione, tutte le aziende iscritte al Consorzio sono nostre associate. Alla base di tutto c’è una grande condivisione di intenti: promuovere il made in Italy e sostenere le aziende locali in questo difficile momento economico”. Se grazie a CNA si è arrivati a mettere in rete il meglio della produzione delle aziende in conto terzi, il ruolo svolto dall’Associazione non è però concluso: oltre a fornire alcuni servizi come la contabilità, insieme a CNA Servizio Estero il Consorzio sta costruendo un progetto per l’internazionalizzazione, rivolto in particolare al mercato russo. Tra i prossimi passi c’è anche la realizzazione di una piccola collezione del Consorzio.
Le criticità del settore. Durante la conferenza stampa sono stati illustrate le diverse problematiche che vessano le aziende in conto terzi nel settore dell’abbigliamento. In particolare a mettere a dura prova la filiera del tessile sono, oltre alla crisi mondiale che colpisce più o meno duramente tutti i settori, la concorrenza sottoprezzo, la mercato globale con sempre minore visibilità per le piccole aziende e la falsificazione del made in Italy, ancora molto richiesto e quotato. Ma non è finita: altri problemi sono la mancanza di alcune professionalità soprattutto tra le giovani generazioni e l’impossibilità di prescindere dal prezzo, a discapito della creatività. “Grandi e piccole sfide quotidiane che il Consorzio si propone di vincere unendo le forze – ha spiegato il presidente di Federmoda Enrico Incerti – garantire la qualità del vero made in Italy è una delle priorità del consorzio in attesa che la politica decida di mettere in campo regole più severe”.
Domanda&offerta. “I clienti – ha svelato infine Andrea Tiraboschi - chiedono alle aziende consulenza e collaborazione concreta nella ricerca stilistica, orientata a idee producibili finalizzando preventivi idonei alla qualità/prezzo del proprio prodotto. Il pubblico medio, invece, dal canto suo cerca un prodotto rassicurante, di qualità, preferibilmente made in Italy. Il cliente è molto più attento a valutare e apprezzare l’aspetto del capo, dai materiali alle lavorazioni e disposto a spendere solo giustificandone il prezzo”. Nel corso dell’incontro c’è stato spazio anche per le anticipazioni. “Quest’anno – ha concluso Tiraboschi - è di moda mixare stili, colori e accessori diversi. Il trend è il Vintage dagli anni ‘20 agli anni ‘80, ciò che era glam in quei decenni viene continuamente reinterpretato e proposto dai marchi più prestigiosi come da quelli low cost. In particolare sono i decenni ‘40, ‘60, ‘70 ad essere tra i più apprezzati dai brand. Il fascino retrò della moda del passato è una tendenza che non muore mai e spesso neanche ci si accorge di indossarla!”.