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Scontro a Roma: la Pignedoli attacca il ministro Romano, perchè va in scena la “sicilianizzazione”

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Scontro tra istituzioni. Nani, ballerine, escort (non le auto), intercettazioni, niente crisi ma... molto potere di cui si discute e, ora, un nuovo fenomeno: la sicilianizzazione. Ne è un esempio l'ultimo atto d'accusa scagliato dalla senatrice (montanara) Leana Pignedoli al ministro per le politiche agricole Francesco Saverio Romano che, pur alle prese con ben altri problemi, è accusato di nominare un po' ovunque personaggi con un comune denominatore: essere siciliani.

Ed ecco che il capogruppo del Pd in commissione agricoltura, dopo aver espresso voto fortemente contrario sulla presidenza del maggior Centro di Ricerca Agricolo del paese, oggi chiede conto al Ministro delle Politiche agricole Romano del suo operato rispetto alle nomine degli Enti vigilati dal ministero dell'agricoltura attraverso due interrogazioni a sua prima firma.
"Nei mesi scorsi – commenta infatti la Pignedoli - il Ministro aveva annunciato l'intenzione di valutare l'effettivo funzionamento degli enti vigilati dal Ministero secondo criteri di efficienza ed economicità e qualora l’analisi dei dati ne avesse evidenziato la necessità, di voler procedere ad azioni di accorpamento o all'eventuale soppressione di alcuni di questi. Ad agosto il gruppo Pd in occasione della discussione al Senato della manovra finanziaria correttiva presentata dal Governo, aveva presentato un emendamento in cui veniva delineato un vero e proprio sistema per procedere alla revisione, all'accorpamento e alla riduzione di tali enti vigilati, sulla base di criteri che intrecciano efficienza e forti specializzazioni delle singole aree, emendamento che è stato respinto e sul quale il Governo aveva espresso parere contrario".
Come è andata a finire?
"Che a cinque mesi dalle dichiarazioni del Ministro non solo non sono ancora pervenuti né qualsivoglia progetto di riordino, né alcuna analisi o dato preliminare per procedere alla riorganizzazione degli enti vigilati ma abbiamo rilevato come le recenti nomine effettuate per i consigli di amministrazione degli enti vigilati dal Mipaaf siano in larghissima parte contrassegnate da un'unica appartenenza politica, quella del partito del Ministro Romano, e dalla medesima provenienza geografica (la Sicilia)".
Come lo ha saputo?
"Solo attraverso notizie di stampa è stato possibile poi apprendere che nel mese di agosto si è proceduto alla nomina del presidente di Agecontrol, alla trasformazione del SIN da Srl a Spa e alla nomina del presidente nella nuova società, nonché alla nomina dell'amministratore delegato in ISA, del commissario liquidatore di Buonitalia, oltre che del presidente dell'Oiga (Osservatorio imprenditori giovanile in agricoltura), e ancora alla nomina di Domenico Sudano quale presidente del CRA, il maggior ente di Ricerca in agricoltura, (1400 ricercatori), una nomina che la legge prevede 'venga fatta tra personalità di alta qualificazione scientifica e professionale nei settori in cui opera l'ente' requisiti dei quali Sodano risulta completamente privo".
"Il Ministro deve spiegare al Paese - conclude la Pignedoli – l’incoerenza tra le sue dichiarazioni di intenti e gli effettivi atti compiuti, sia nei contenuti che nelle modalità, in questi ultimi mesi e se la rilevante quantità di nomine agli organismi di vertice degli Enti vigilati e le modifiche societarie intervenute recentemente, avvenute durante la pausa dei lavori parlamentari di agosto, senza alcun progetto di fondo, senza alcun criterio fissato a monte, senza alcun confronto, debbano essere considerate, agli occhi del Ministro, la realizzazione di quel progetto di efficientamento del sistema proposto come priorità solo qualche mese or sono".

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