La Fiera di San Michele alla sua 540 edizione, ma ai tempi della crisi. Una tradizione che si rinnova e che, all'insegna del bel tempo che sta accogliendo le migliaia di persone in arrivo.
"Sì - ha spiegato Gianluca Marconi in apertura - la crisi si fa avvertire anche in Appennino. E la Fiera ne risente. Ma è l'0ccasione per guardare oltre". 
"Ed ecco lo sforzo che abbiamo compiuto - spiega Cosetta Gattamelati - per presentare una Fiera all'altezza delle altre edizioni. 250 gli espositori presenti, mesi di lavorazione e, anche, una forte presenza delle associazioni di volontariato. Con una novità: sapere integrare il nuovo con la tradizione. E' un imperativo".
In questa direzione si legge la volontà di inauguare la San Michele al campo della fiera, ove sono esposte le macchine agricole e oltre 200 animali. Sono attese 40 mila persone "nonostante - ha sottolineato qualche ospite di Radionova - a Guastalla vada in scena un altro evento d'eccezione per la nostra Provincia, che è Piante e animali perduti".
Ma Castelnovo pare non avere paura: ed ecco il mercato contandino accando agli antichi sapori alla consolidata presenza dei gemelli.
"Ritengo la Fiera, pure, l'occasione per rivedere le persone che non si vedono da tempo. E comprare la cosa che non serve ma... che stuzzica", spiega la signora Rosy intervistata dallo staff di Radionova, schierato con una decina di persone per interviste e programmazione in questi due giorni.
"E' una Fiera che è cambiata molto - ricorda Ermete Muzzini, 84 anni, anima di Radionova - soprattutto se ripenso alle edizioni della mia fanciullezza. Decisamente più in piccolo, solo nelle piazze, e con il bestiame e l'essenziale per il vestire e poco più. E dopo la Fiera proseguiva anche in ogni domenica di ottobre".
La crisi? "Certo, indirizza anche i consumi e il vivere quotidiano - risponde Paolo Lazzaro Capanni - e anche la Fiera nel suo piccolo rispecchia tutto questo".
