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“Mio padre si è spento mentre entrava in chiesa per il matrimonio”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Chi oggi è qui facilmente porta nel cuore un ricordo di qualche momento di vita incrociato con mio padre. Episodi che ognuno custodirà nel proprio intimo come ricordo di un uomo che ha dato tutto se stesso nel servizio degli altri.

Ha dato alla sua famiglia quale figlio, marito, padre, nonno amorevole, amato e stimato;

alle persone della propria comunità che ha servito con paziente condivisione;

alla propria Nazione a cui ha dato il proprio lavoro, la propria cultura il servizio alle istituzioni.

La vita di un uomo non è solo la somma di tanti episodi ma anche il proprio modo di essere, il proprio stile, ciò che trasmette a chi gli è accanto.

Oggi, che lui non può più schivarsi e sminuire, è il suo fare e il suo modo di essere che può essere assunto come esempio.

Antonio Bergianti presenta la presenta XXIX rassegna teatrale. Aveva già iniziato a preparare la XXX edizione

Sorretto da una fede solida e da una saggezza che spesso declinava in proverbi della tradizione contadina, esprimeva con semplice linearità un pensiero profondo da cui discendevano comportamenti conseguenti e limpidi.

Mai pretenzioso, ha messo prima di tutto in gioco se stesso, ha dato senza limiti e senza nulla chiedere e così se n’è andato. In punta di piedi, per non disturbare, quando ogni cosa che il Signore ha voluto si era compiuta.

Schivo ai riflettori e alla ribalta ha preferito l’umile lavoro di retroguardia sapendo che i grandi risultati si ottengono con la perseveranza e il paziente investimento sulle persone. Sui giovani, in particolare, che ha formato, amato e con cui ha gioito dei risultati, preparandoli, lasciandoli camminare, seguendoli da lontano con la discrezione del padre e dell’educatore che sa di non doversi sostituire ma solo seminare e sorreggere nei momenti di difficoltà.

In questa senso è stato instancabile nell’impegno, indefesso contro ogni ostacolo ed incomprensione, per l’educazione di cristiani consapevoli e attivi.

Un cristianesimo di sostanza che viveva la profonda tensione a rinnovare profondamente dall’interno la società attraverso la diffusione della cultura, dell’etica pubblica e privata, della semplicità di cuore, di una fede contagiosa.

Franco al limite della ruvidezza, onesto con se stesso e con gli altri, operoso e propositivo, fedele ai compiti assunti e mai rassegnato perché consapevole che il tempo è galantuomo ed è necessario completare il solco dell’“aratro” che il Signore ci ha messo in mano.

Appassionato ed entusiasta nelle cose, allegro trascinatore, lasciava trasparire in ciò che faceva la bontà che lo animava al di là di una scorza di apparente severità.

Ha promosso sapere, ha trasmesso con sconcertante semplicità una cultura mai boriosa e intellettuale, convinto – come Don Lorenzo Milani e Don Vittorio Chiari - che l’istruzione deve essere “popolare”, aperta a tutti, anche e soprattutto ai più umili perché possano avere gli strumenti per esprimersi e realizzarsi.

Ha curato l’informazione, la memoria collettiva e le tradizioni perché in esse sono racchiuse le radici di un popolo.

Ha promosso il sano divertimento e l’attenzione alle necessità vere delle persone.

Ha servito le istituzioni nella politica, le persone nelle famiglie, la chiesa e la società.

Ha rispettato il lavoro e da esso ha tratto sostentamento senza esserne nè schiavo né distaccato.

Ha avvicinato il potere ma non ne è stato sedotto;

Ha gestito il denaro ma non ne è stato conquistato;

Ha fatto politica ma non ne è rimasto prigioniero;

Ha usato i media con la prudenza di chi ne ha valorizzato gli enormi poteri senza diventarne vittima;

Ha raccolto confidenze ma non l’ha sfiorato la morbosa curiosità;

Ha esercitato la pazienza e la tolleranza, la giustizia e l’onestà;

Ha voluto bene alle persone giustificandole con paterna comprensione.

Ha riconosciuto in ognuno – soprattutto nei più deboli - la dignità dell’uomo.

Ha fuggito l’infingimento e la chiacchiera gratuita, il conformismo, le promesse vacue e l’adulazione, la disonestà e la discriminazione, avendo ben chiaro che ogni sera è necessario esaminare se stessi in un sano esame di coscienza.

Mai invidioso, risoluto contro le ingiustizie e l’iniquità, eclettico e arguto, ha dato un segno profetico al proprio agire leggendo con lucidità i segni dei tempi, adattandosi alla modernità con ben saldo il riferimento a Cristo.

Un cristiano in piedi secondo la visione di Don Primo Mazzolari, con un cuore grande che ha “filtrato” la propria vita ed il proprio agire alla luce del Vangelo, conscio che la “rivoluzione cristiana” parte dal cambiamento di se stessi.

Inquieto, con un costante senso di non appagamento, ma contemporaneamente grato di quello che il Signore gli ha donato, sobrio negli stili di vita ed alla costante ricerca del bene.

Conscio della vacuità della vita, ha vissuto gli ultimi momenti nella speranza di poter riprendere il lavoro ma con la consapevolezza di essere appeso all’albero della vita come le foglie d’autunno, disponibile a tornare con serenità alla casa del Padre quando il Signore l’avrebbe chiamato.

Con Giovanni Pascoli amava ricordare che “ …. anch'io presto verrò sotto le zolle... Meglio venirci ansante, roseo, molle di sudor, come dopo una gioconda corsa di gara per salire un colle! Meglio venirci con la testa bionda, …..

Troppo presto il Padre l’ha voluto a sé.

Lui – come voleva - c’è arrivato ancora in corsa: ha completato la XXIX rassegna teatrale e l’ultima raccolta di poesie dialettali quale memoriale di saggezza popolare e tributo alle tante persone che gli hanno voluto bene.

Ha passato le consegne per la Sagra della Madonna della Neve, il prescuola, la sala di musica.

Ha lasciato a molti i ricordi degli hobby, delle gite, dei campeggi, delle mostre, dei corsi ….

Ha ceduto con leggerezza il testimone dell’impegno politico senza mai togliere il suo saggio ed appassionato supporto a chi ancora crede in una visione cristiana della politica.

Ha riordinato l’archivio e gli amati libri di storia locale, la raccolta dei personaggi che ha conosciuto e raccontato. Un patrimonio di memoria. La storia della sua vita e di tutti coloro che l’hanno incontrato.

Fino all’ultimo è stato lucido testimone della vita del suo paese commemorando il compianto Padre Motti e promuovendo le iniziative di chi con gratuità serviva gli altri.

Da ultimo ha rassicurato la propria famiglia perché le possa bastare la sua “supervisione dall’alto”.

La corsa terrena è finita, caro papà, ma più bella è quella che ti aspetta e che ci aspetterà.

Ciò che è dell’anima si perde se non si dà”. Tu l’hai dato - con gioia ed entusiasmo - e oggi ne godrai in Paradiso.

Le vele sono sciolte, vinta è la buona battaglia, terminata è la corsa, viva è la fede.

Ora resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, ti consegnerà insieme a tutti i Santi.

Alberto Bergianti (figlio)

Vezzano sul Crostolo, lì 19 settembre 2011 (47° anniversario di matrimonio)

BIOGRAFIA

di Antonio BERGIANTI

Il Vangelo illumina la storia e al vita degli uomini

Nasce a Vezzano sul Crostolo (RE) il 22 marzo 1936 da papà Paride e mamma Maria Lusoli e qui risiede per tutta la vita sulla “amata” Strada Statale 63

  • Frequenta le scuole medie presso il Seminario Vescovile di Marola ove ha incontrato amici importanti quali Don Giancarlo Lasagni, dal 1978 Parroco di Vezzano sul Crostolo con cui ha condiviso oltre trent’anni di attività parrocchiali
  • Ha frequentato l’Istituto Magistrale in cui si è diplomato nel 1956
  • Successivamente ha studiato presso la facoltà di Pedagogia lavorando contemporaneamente - per non pesare economicamente sulla famiglia - prima come assistente in un Collegio di Macerata poi come maestro elementare

L’INSEGNANTE

  • Nel 1961/62 insegna nella scuola elementare di Sedrio di Vezzano s/C, successivamente ad Angera (VA) (1962/63) e a Caronno Pertusella (VA) (1963/64)
  • Il 19 settembre 1964 sposa Annamaria Fantuzzi e, per poter vivere insieme, scelgono di insegnare a Cecciola, nell’alto Appennino reggiano, dove si trasferiscono.
  • Nell’anno scolastico 1964/65 insegna a Storlo, nell’alto ramisetano, ad una classe di 4 scolari che raggiungeva quotidianamente con trasferimento in auto fino a Pieve San Vincenzo e successivamente a piedi
  • Nel 1965 si laurea in pedagogia e nasce il primogenito Alberto
  • Nel 1965/66 insegna alle scuole elementari di Reggiolo, nel 1967/68 in quelle di Paullo (RE)
  • Nel 1967 nasce Lucia e acquisisce l’abilitazione per l’insegnamento alle scuole medie ove assumerà dal 1968 la cattedra di lettere nella scuola di Casina ove rimarrà fina al 1981
  • Dal 1981 al 1996 insegna lettere alla scuola media di Vezzano sul Crostolo

L’EDUCATORE

  • Fin dal 1956 ha organizzato per i ragazzi i GREST (GRuppi ESTivi) con giochi ed animazioni, ma è soprattutto con la fine degli anni ’60 – terminato il “periodo itinerante” - che inizia un’assidua attività di volontariato presso la parrocchia di Vezzano sul Crostolo
  • Sue sono le iniziative culturali e ricreative che ancora, dopo quarant’anni, caratterizzano la realtà locale:
    • fonda il circolo culturale e ricreativo “Ludovico Ariosto” – oggi “don Primo Mazzolari” - fucina di iniziative e promotore negli anni ’70 della biblioteca parrocchiale e di corsi preparatori all’acquisizione della licenza media per gli adulti
    • organizza il prescuola per impegnare i ragazzi nell’attività di studio e divertimento antecedentemente all’inizio degli anni scolastici
    • la mostra degli Hobbies - la cui prima edizione è del 1968 - ha raggiunto la 22^ edizione nel 2008 assumendo prima un livello regionale, poi nazionale
    • i campeggi ed i campi estivi per i ragazzi iniziati nel 1970 prima a Civago, poi a Cerrè Sologno, Vaggimal (VR), Vaglie di Ligonchio che ha seguito fino al 1984

LA POLITICA

  • A metà degli anni ’70 più intensa diventa l’attività politica che ha sempre svolto con totale gratuità impegnandosi attivamente nella Democrazia Cristiana prima e nel Partito Popolare poi
  • Segretario comunale del partito, ha promosso insieme agli amici di Casina le prime Feste dell’Amicizia che si sono svolte dal 1975 fino al 1992 anno di scioglimento del partito
  • Cura una gestione del partito di larga partecipazione con frequenti incontri, dibattiti, discussioni tali da creare consapevolezza, voglia di partecipare, coinvolgimento, delegando, rifuggendo i ruoli ufficiali e garantendo un fondamentale lavoro di “retroguardia”. Diligente e metodica la verbalizzazione degli incontri, l’archiviazione dei documenti per conservare una preziosa memoria storica della vita politica locale.
  • Consigliere comunale di minoranza per tre consigliature (1970 – 1975 con l’amico compianto Giuseppe Lolli; 1985 – 1990 con l’attuale vicepresidente della Provincia Saccardi; 1995 - 1999 in cui fu candidato Sindaco), ha curato particolarmente il contatto personale con tutti i cittadini conoscendoli singolarmente, percorrendo i territorio casa per casa, affrontando i problemi delle famiglie e dei singoli, facendosi portavoce e paladino soprattutto dei più deboli
  • Segretario organizzativo della DC, membro varie volte riconfermato del Comitato provinciale, ha condotto importanti battaglie politiche con l’equilibrio e la saggezza che lo contraddistinguevano e l’attenzione al bene comune
  • Commissario dell’Azienda Consorziale Trasporti (ACT) di Reggio Emilia dal 1981 al 1986
  • Sulla scia di Don Milani e Don Mazzolari, precursore ed attento lettore dei tempi, promuove a fine anni ‘80 e negli anni ’90 numerosi, importanti e partecipati corsi di formazione politica e propedeutici alla politica, finalizzati alla costruzione di cittadini consapevoli e cristiani attivi e competenti che potessero assumere ruoli nel servizio del bene comune. Corsi – di cui il Teatro Manzoni è muto testimone – a cui hanno partecipato molti dei più grandi statisti dell’epoca e nei quali si sono formati molti amministratori.
  • Dal 2002, con lo scioglimento del Partito Popolare, lascia i ruoli di primo piano e la politica attiva avendo comunque a cuore il bene comune e rimanendo attento osservatore, consigliere discreto, coscienza critica e ascoltato riferimento per i cattolici impegnati in politica.

LE ATTIVITÀ SOCIALI, CULTURALI E RICREATIVE

  • Dal 1976 ha promosso ed organizzato anche a sostegno delle attività parrocchiali, la Sagra della Madonna della Neve di cui ha seguito – pur sofferente – con interesse e partecipazione l’edizione 2011
  • Di quegli anni è il lancio delle Rassegne motoristiche che hanno coinvolto collezionisti ed appassionati di auto e motori, di mezzi d’epoca, di Ferrari, di mezzi militari … e che hanno raggiunto prima della sua morte la XXX edizione
  • Ha gestito da volontario il Cinema Manzoni di Vezzano, portando le migliori pellicole dell’epoca, organizzando cineforum, iniziative culturali
  • Nel 1981 – con la crisi dei piccoli cinema - inizia una intensa attività di promozione del teatro dialettale che ha amato e seguito fino alla morte. Nasce – prima in provincia – la Rassegna teatrale in cui “scopre” e “lancia” attori e compagnie cercandoli, supportandoli e promuovendoli. Completa nel marzo 2011 la XXIX edizione ed aveva in cantiere la rassegna del trentennale per cui aveva iniziato a selezionare le compagnie ed aveva già predisposto la directory nel suo computer per quando si fosse ripreso dalla malattia.
  • Segue e promuove la ristrutturazione del Teatro Manzoni di Vezzano s/C che diventa per gli amanti del teatro il vero banco di prova e la “piazza” ricercata per il debutto.
  • Amerà quel luogo fino alla fine “curandolo” con dedizione. Già sofferente, a poche settimane dalla morte era a “difenderlo” dall’acqua di un violento temporale estivo.
  • Diventa responsabile provinciale del teatro per l’ANSPI e promuove una intensissima attività di promozione del vernacolo e del teatro che vede come mezzo di socializzazione, impegno ed uno straordinario strumento educativo. E’ in questi anni che si consolidano importanti collaborazioni con con Don Antenore Vezzosi e don Vittorio Chiari che avevano fatto del teatro e della rappresentazione scenica una vero e proprio strumento pastorale.
  • Nascono corsi di recitazione, di arte pittorica, i concorsi canori de “il Cicalino”, la promozione delle operette, della musica, del teatro in lingua, gli Oscar del teatro amatoriale
  • Dal 1982 organizzava ed animava con semplicità ed allegria periodiche gite e pellegrinaggi che consentivano un’intensa attività di condivisione e socializzazione.

IL GIORNALISMO

  • E’ della fine degli anni ’80 l’intensificazione del rapporto con le testate ed i media locali. Ma l’attività giornalistica diviene serrata a partire dagli anni ’90 in cui diventa corrispondente locale de Il Resto del Carlino e collabora con continuità con il settimanale diocesano La Libertà e con il mensile Tuttomontagna, oltre a produrre - gratuitamente – promozione delle attività di volontari e associazioni.
  • Propositivo e curioso, memorabili e calorosi sono i suoi racconti sui luoghi e sulle persone perché capaci di cogliere il senso profondo delle cose, di trasmettere simpatia o indulgente partecipazione.

LA CULTURA LOCALE

  • Da grande innovatore quale era ha intuito l’importanza della ricerca dei documenti storici ed ha promosso fin dagli anni ’80 “ricerche collettive” di foto e cartoline d’epoca che oggi rappresentano il più grande patrimonio di memoria storica del comune di Vezzano sul Crostolo
  • Inizia a fine anni ’90 l’attività di organica riscoperta e valorizzazione del dialetto e degli scrittori esordienti e dilettanti, attraverso il lancio di concorsi di poesie dialettali o la pubblicazione e la promozione di libri ed autori. Tredici le edizioni del concorso, sette le antologie pubblicate di cui l’ultima si è preoccupato di mandarla alle stampe solo due giorni prima del ricovero.
  • Girava la provincia, le libreria per consegnare e ritirare le copie ed i pochi euro dei libri venduti, convinto che al di là del businnes valesse la pena promuovere cultura e persone.

UN UOMO MODERNO

  • Operoso e attivo, conoscitore delle persone e della società, ha trascorso tre quarti di secolo senza ancorarsi ai retaggi del passato e fuori dagli schemi consolidati. Ha innovato i metodi, ha letto i tempi, ha gestito la burocrazia senza esserne sommerso, è salito sul mondo globalizzato del web con uno spirito giovane utilizzando gli strumenti che via via erano a disposizione, fermi gli scopi che sempre gli sono stati propri: l’educazione dei giovani, la cultura, il servizio, il bene comune.

LA FAMIGLIA

  • Figlio, marito, padre e nonno allegro, amorevole, amato e rispettato, che i figli e i 7 nipoti hanno avuto la fortuna di godere e da cui hanno tratto uno straordinario esempio che porteranno nel cuore.
  • Per i nipoti e per i giovani del loro tempo – spesso annoiato e vuoto - ha lanciato e promosso, ormai settantenne ed ancora pronto a ricominciare, il Teatro dei Ragazzi e ripreso i corsi di formazione alla politica.

LA BENEVOLENZA DI DIO

  • Muore in serenità, senza rimpianti, consapevole della vita onesta che ha scelto di vivere. Muore nel pieno delle facoltà, attivo e di una giovinezza straordinaria.
  • Spira il 19 settembre 2011 tra le braccia dell’amata Annamaria e dei figli, alle 11,30, la stessa ora in cui 47 anni prima si era unito in matrimonio. Un segno chiaro – per chi crede - della benevolenza di Dio nei suoi confronti!

 

2 COMMENTS

  1. Grazie per aver messo a disposizione questo ricordo del papà in cui ciascuno di noi può ritrovare l’aspetto conosciuto e contemplare gli altri. Io leggerei volentieri anche la lettera dei nipoti al nonno: è anche una affettuosa lezione di pedagogia che ci fa bene.

    (Giovanna)

  2. Da oggi non solo la Valle del Crostolo ma tutta nostra provincia è più povera. Ognuno di noi che ha avuto la fortuna di conoscere Tonino si trova più solo non potendo più contare su un amico sempre pronto a dare consigli, aiuti e anche ammonizioni (quando le meritavi). Grazie, Tonino, la tua figura rimarrà sempre nel nostro cuore. Da lassù continua a vegliare su di noi con quella rettitudine e semplicità amichevole che ci hai dato in vita.
    Ciao, Tonino, dal tuo amico Silvano.