Home Cronaca Morti atroci nel vettese: ma chi grida “al lupo al lupo”?

Morti atroci nel vettese: ma chi grida “al lupo al lupo”?

104
17

Morti, sinceramente, orribili. Animali uccisi, sventrati, rimangiati i giorni successivi. Da qualche mese, a Vetto, vanno in scena ripetute perdite di animali domestici. E’ successo alcuni mesi fa a due sfortunate caprette di Carbiolo, a primavera a Spigone, ora a Rodogno, solo per citare i casi a noi noti. Capre, pecore e, ora, anche vitelli letteralmente sventrati. Un fenomeno che, da quanto appreso, è avvenuto pure a Casina, Castelnovo Monti, Cinquecerri,… Sempre più spesso, però, si rileva un inedito comune denominatore: sono sempre più frequenti i ritrovamenti di animali sbranati a ridosso di abitazioni e stalle, quindi alla vita dell’uomo di cui, abitualmente, il lupo dovrebbe avere paura. L’ultimo episodio a Rodogno: qualche sera fa un animale ha sbranato una vitellina legata all’interno del complesso aziendale, dove insiste la stalla dell’azienda agricola Fiori. Sul posto l’intervento della Polizia provinciale, degli esperti del Parco Nazionale dell’Appennino (occorre stabilire se si tratti o meno di lupo), del servizio veterinario. Le foto e i rilievi di turno.

Senza girarci attorno, al momento, il principale imputato pare proprio il lupo. O forse lupi incrociati con cani? O cani randagi particolarmente aggressivi? Quello che risulta strano è questo ‘mutato’ atteggiamento che porta a colpire in zone dove i selvatici, normalmente, starebbero a distanza.

Detto questo, non sarebbe onesto omettere che il lupo, per il nostro Appennino, è una risorsa: nel suo essere predatore naturale dei tanti cinghiali e cervidi, nel suo essere parte di un habitat che ha sempre avuto (a parte qualche decennio di scellerata estinzione) e, perché no, nel suo essere elemento di attrattività, dalle “favole” al turismo.

Ma c’è un elemento, ancora più inquietante delle atroci morti degli animali domestici, che desta attenzione. Pare, infatti, di assistere da tempo a una sorta di allarmismo, che per la sua metodicità da un lato trova facile presa nell’opinione pubblica, dall’altro non sfugge ai più attenti.
Alcuni esempi. Ogni qualvolta accadono questi episodi, nel circuito mediatico scattano diverse segnalazioni da persone vicine al mondo della caccia sugli ultimi efferati sbranamenti: principale imputato il lupo. Il giorno dopo gli sbranamenti, poi, può addirittura capitare che ai malcapitati possessori di animali sbranati arrivino telefonate con richieste di informazioni e delucidazioni da persone estranea a Polizia, Parco e veterinari. Il tutto con un evidente intento, informarsi, raccogliere particolari e segnalare, quanto prima possibile, “è stato il lupo”.

Sulla stampa la paura atavica verso il lupo fa ancora presa. Tanto che è sempre più facile gridare “al lupo, al lupo” senza, piuttosto, interrogarsi su quanto stia realmente avvenendo: sia dal punto di vista mediatico, sia dal punto di vista etologico. Proviamo a spiegarlo ponendoci tre domande.
La prima, chi ha interesse a porre davvero così in risalto le tecniche predatorie di questo animale? Di fronte ai fatti rilevati poco sopra, abbiamo posto domande, abbiamo ricevuto risposte. Senza giri di parole è assai chiaro che il lupo disturba la pratica venatoria. Non solo cibandosi degli animali domestici, ma anche di caprioli e cinghiali (il cui ripopolamento è a cura, spesso, delle stesse Atc). E di qui gridare al lupo al lupo, il passo è breve. Tra uomo e lupo due carnivori: uno è di troppo e uno può, pure, mettere in campo la potente lobby venatoria. Pare, infatti, che per alcuni – non tutti ovviamente - si prediliga di gran lunga un Appennino “infestato” di caprioli e cinghiali cacciabili a un Appennino dove le diverse specie siano in equilibrio a riduzione, beninteso, delle prede cacciabili dall’uomo. Sullo sfondo, inoltre, pare esserci una intricata e infinita battaglia per il potere nelle Atc o, al solito, la presa di mira contro il Parco nazionale che, pur avendo i massimi esperti in materia, con un po’ di insana retorica bloccherebbe “lo sviluppo a favore dei lupi”.

La seconda domanda: qual è il rischio di questo fenomeno sbranamenti-urla del giorno dopo? Che a forza di gridare “al lupo al lupo” le teste più calde decidano di fare giustizia da sé e, qualcuno, inizi a tirare di schioppo – se già non è successo – all’animale che parlava con San Francesco. Se non di stricnina.

La terza, quale può essere la soluzione per non vedere scomparire troppo presto il lupo, rientrato da pochi lustri? Forse il capire con certezza chi sono gli animali che di notte stanno sbranando gli animali domestici e se di lupo si tratta dirlo serenamente, ponendo così fine al circuito mediatico che si accende ad ogni episodio. Quindi capire perché – ripetiamo se di lupo si tratta -, esso ha mutato davvero il suo comportamento o se, piuttosto, non ci si trovi innanzi a lupi incrociati con cani o, piuttosto, se nel loro habitat qualcosa è mutato e li spinge a privilegiare animali domestici a quelli dei boschi. Dove, diciamocelo, nel volgere di meno di due anni la popolazione di caprioli e daini si è nettamente ridotta, di qui le singolari richieste dei mesi scorsi di anticipare la chiusura della caccia, avanzate… dai cacciatori. Capite le cause del fenomeno, si potrà forse anche studiare come prevenire l’avvicinamento del lupo alle proprietà private e alle aziende e, soprattutto, garantire risarcimenti certi ai privati che subiscono danni, da cani e da lupi. Perché da solo, il lupo, non ce la può fare e, diversamente, l’avrebbe vinta chi “lo ha preso di mira”.

(Gabriele Arlotti)

17 COMMENTS

  1. Lupi o cani rinselvatichiti
    Siamo proprio sicuri che si tratti di lupi veri? Porgo questa domanda poichè proprio poche settimane fa, in occasione di un trekking effettuato nel Parco nazionale, nei pressi del Passo Cisa, siamo stati avvicinati da un signore il quale è proprietario di un lupo cecoslovacco femmina che era scappato due giorni prima. Chiedo: è possibile che lupi cecoslovacchi si possano incrociare con i nostri lupi e
    creare così nuove specie? Vado in montagna abbastanza spesso, qualche lupo l’ho anche visto, ma sono sempre scappati. Ora, il mio timore è quello di trovare animali che non hanno paura dell’uomo poichè da lui allevati. Forse sarebbe meglio vagliare anche questa ipotesi.

    (Il Grillo parlante)


  2. Finalmente un articolo che mostra uno sguardo obiettivo sul problema! Bisognerà effettivamente lasciare a chi ne ha le competenze l’onere di studiare il problema. Esistono comunque già studi sul lupo nel nostro territorio e da questi si evince che la convivenza è possibile, direi quasi semplice, basta adottare le giuste misure per difendere il gregge. Documentarsi utilizzando le giuste fonti è un buon passo per evitare di farsi influenzare da facili allarmismi.

    (M.S.)

  3. Cacciatori e lupi, parla un cacciatore testimone
    Ho potuto vedere con i miei occhi quanto accaduto nella stalla a Rodogno e francamente il mio parere è che si tratti di un lupo… Anche perchè i cani rinselvatichiti ci sono da sempre, ma fatti di questo tipo non mi pare siano mai accaduti. Questo lo sostengo non perchè sono un cacciatore, ma perchè non vedo altra spiegazione logica, dato che 3 lupi li ho visti già qualche anno fa a non più di 150 metri da quella stalla. Francamente faccio fatica a capire qual è la colpa dei cacciatori in questa situazione, quando anche loro sono una risorsa, per turismo, ambiente e socialità. Il lupo è certamente un animale magnifico che non può mancare in un territorio come il nostro, è naturale però che dal momento in cui la sua predazione (vera o presunta) avviene su animali domestici l’attenzione su di esso sale. Ma di certo non per colpa dei cacciatori… Questa è la mia domanda: perchè si ha paura ad affermare che “i danni” siano dei lupi? Appurato che il lupo è presente in Appennino, perchè nascondere le sue evantuali “malefatte”?

    (Roberto Pagani)

    —–

    @CNOTA DELLA REDAZIONE#C. Gentilissimo Roberto, se si tratta di “danni” da lupi l’articolo chiede proprio che lo si dica con assoluta trasparenza. Non si è parlato di colpe, sui generis, dei cacciatori, ma di strani “allarmismi” che partono, appunto, da chi chiama l’attività predatoria del lupo “malefatte”. Buoni contro cattivi. Ma il lupo, crediamo, non sia il cattivo. Al di là della caccia di selezione, per cui va dato merito a cacciatori e selecontrollori, ci sia consentito di dissentire, però, sul fatto che disseminare di piombo l’ambiente o prendere animali a schioppettate per divertimento sia un elemento di socialità. Punti di vista.

  4. Niente colpe?
    Gentilissima redazione, forse ho frainteso ma se parlate di buoni contro cattivi e il cattivo non è il lupo, allora chi è? Il cacciatore che allarma la folla? E perchè dovrebbe farlo? E perchè qualcuno dovrebbe prenderlo di mira? Ma poi, un cattivo ci deve per forza essere? Il misterioso fascino del lupo che caccia la notte è certamente più interessante che un cane randagio malcustodito… Sul tema della socialità mi sforzo di non commentare, poichè so benissimo che chi legge e non è per partito preso anticaccia abbia tranquillamente capito a cosa mi riferivo…
    Grazie.

    (Roberto Pagani)

    —–

    @CNOTA DELLA REDAZIONE#C. Siamo lieti che anche lei si sia fatto le nostre medesime domande. L’articolo, se lo rilegge, contiene alcune risposte.


  5. A me sembra che qualcuno abbia due fette di prosciutto sopra gli occhi… Ma per quale motivo si deve mettere in competizione la “lobby venatoria” con i lupi? Credete che noi cacciatori odiamo così tanto questi magnifici animali?
    Pensate che abbiamo pagato diversi miliardi di vecchie lire per i danni causati dagli ungulati agli agricoltori dell’Appennino, ma per fortuna adesso con i lupi i danni e gli ungulati sono sensibilmente calati, e a noi non dispiace certo! Probabilmente molte persone non frequentano abbastanza il nostro Appennino fuori dalle strade asfaltate… I cani randagi erano molto più numerosi anni fa che adesso, ma gli attacchi agli animali domestici erano un fatto abbastanza raro; invece il lupo, che non ha niente da imparare dal cane in fatto di intelligenza, ha subito capito che é molto meno faticoso attaccare una pecora rinchiusa in un recinto che un capriolo che fugge per i campi o che è molto meno pericoloso addentare un vitello legato in una stalla che un grosso cinghiale dentro un roveto. Ma il problema maggiore che non è riportato nell’articolo sono i risarcimenti dei danni che fanno i lupi. Anche sulla stampa reggiana molto raramente se ne parla, sembra che su questo elemento sia meglio tenere disinformata la popolazione…

    (Andrea Corradi)

    —–

    @CNOTA DELLA REDAZIONE#C. Al contrario. E’ scritto, proprio nell’articolo, che i danni da lupo vanno risarciti. Basta non avere le fette di prosciutto sugli occhi e leggere sino in fondo.


  6. Complimenti vivissimi, Gabriele, per il tuo articolo, lucido ed obiettivo. Tanto più che, come dice qualcuno, è molto più difficile restare calmi quando tutti intorno fanno rumore. Su questo tema in particolare. In merito al dibattito che si è sviluppato a seguire, sono convinto che, più che interessi venatori (che comunque potrebbero esserci dato che in Commissione ambiente alla Camera è passata una proposta bipartisan per riaprire la caccia al lupo…), ci sia un possibile intento di mettere in cattiva luce o in difficoltà il Parco nazionale, dato che spesso accanto agli allarmismi sulla presenza di questo animale si trovano abbinate sonanti strumentalità infondate quali “il Parco lo ha reintrodotto”. Come infondato è il rischio che si vuole paventare per l’uomo: in Italia negli ultimi 150 anni non c’è stato nessun attacco ad esseri umani. Credo che per la montagna sia molto più stringente e preoccupante il problema del randagismo del ben più “urbano” cane domestico (è di pochi giorni fa la terribile notizia di un cane che, entrato in una abitazione in Australia, ha ucciso una bambina di 4 anni e ferito altre tre persone), assai difficile peraltro da arginare senza uno straccio di canile. Ma di questo non parla più nessuno…

    (Riccardo Lombardi)

  7. I danni
    Gentilissima redazione, noi cacciatori, senza fare grossi studi sui danni causati da animali cacciabili e nel territorio da noi gestito, dopo la verifica di un perito, non di parte, risarciamo di nostra tasca gli agricoltori. Mi sembra invece che con i danni causati dai lupi il risarcimento (con soldi pubblici) sia un po’ più difficile…

    (Andrea Corradi)

  8. Ho 3 domande, tendenziose se volete, ma domande restano…
    …e quindi lecite, si dice.
    Premessa doverosa: tra cacciatori e ambientalisti da salotto ho sempre preferito i cacciatori (veri ambientalisti da bosco, carraia, campo e fosso). Tra selettori locali e esterni non faccio differenza (anzi è ovvio che quelli esterni portano qualche soldino in più sui monti). Detto questo, constato che la diffusione del lupo ha portato (finalmente) alla riduzione degli ungulati, in primis del capriolo, vera pestilenza per il nostro Appennino se “selecontrollato” come negli ultimi 10 anni, periodo nel quale si è moltiplicato al punto da essere arrivato sotto la via Emilia.
    La prima domanda è: a chi dà fastidio questa netta diminuzione dei caprioli? Ai bracconieri, sicuramente, che però non hanno diritto di parola nè di tutela in quanto fuorilegge e malandrini. Poi? Ai cacciatori? Non credo che abbiano a cuore che si diffonda a dismisura una specie comunque non cacciabile, comunque non a rischio di estinzione (locale) e che comunque “distrae” i cani ancora non bene addestrati dal loro lavoro. E allora chi piange per i caprioli che finiscono in pasto ai lupi, i “selecontrollori”? In parte sì, perchè 2 (in frigo) è meglio di 1 e qualcuno di loro può avvertire il lupo come un diretto concorrente alla preda, se non di quest’anno dell’anno prossimo o di quelo successivo. Ma quanti sono i selettori? Possibile che in così pochi e per così poco riescano a focalizzare l’attenzione sulle “malefatte” dei lupi? Mi sembra una mezza verità. Arrivo alle 3 domande del titolo: “sbaglio o qualcuno legittimamente paga per venire a sparare ai caprioli che si mangia il lupo? Questi soldi dove vanno a finire? A chi dà fastidio che questi denari non circolino più?”. Spero di sbagliare, spero di avere un’idea distorta della realtà, ma temo che come spesso accade dietro a belle parole come “tutela del territorio” o “incentivare il turismo” si nasconda il solito interesse, nè dei cacciatori nè dei selettori, di pochi “furbetti”…

    (Commento firmato)

  9. Tra cani assassini e lupi che sottraggono la selvaggina alle doppiette
    Ho letto con interesse l’articolo di Arlotti e sono felice che si voglia sapere la verità. Giustamente se a commettere i danni è stato un lupo si devono pagare gli stessi. Sono una moglie di cacciatore, figlia di cacciatore e io stessa mi appassiono alla storie dei cacciatori. Questo però non significa avere il prosciutto sugli occhi, non vedere ciò che accade e credo che troppo facilmente si diano colpe al lupo anche quando non ne ha. Io personalmente ho visto come agisce il lupo e mi trova d’accordo il fatto che se è provato il suo comportamento d’oggi è alquanto strano. Il lupo agisce in altro modo perciò o non è lupo o qualcosa è successo nell’equilibrio vitale di questo animale.
    In quanto ai cani, signori miei, ho visto due pastori che per puro istinto mi hanno sgozzato 70 conigli dopo aver divelto le gabbie di rete rinforzata e dopo una settimana 15 pecore nella stalla sgozzate e il resto del branco soffocato dalla calca per un totale di 80 cadaveri. Tutto questo è successo un po’ di anni fa quando il lupo ancora non era tornato in Appennino. Fosse capitato ora credo che nessuno avrebbe pensato a due cani che di giorno svolgevano diligentemente il loro lavoro di pastori e alla notte scatenavano una rabbia assassina, non certo per sfamarsi. Concludo dicendo che non bisogna generalizzare, ma cercare e provare sempre la verità. Un’ultima parola per i cacciatori che, è vero, aiutano l’ambiente a loro modo, ma ne ho sentiti tanti avercela a morte coi lupi perchè a loro dire sottraggono troppa selvaggina alle loro doppiette!!!
    Buona Verità a tutti.

    (Loredana Giudici)


  10. Concordo con l’articolo nel dire che non tutti gli episodi di animali domestici sbranati sono stati segnalati, anzi, forse sono la classica punta dell’iceberg. A me sono state uccise quattro capre in due distinti episodi all’interno di un recinto a cinquanta metri dalle case. Io non ho segnalato i fatti ne tantomeno chiesto indennizzi, forse tanti altri avranno agito in questo modo. Bisogna essere molto prudenti nell’imputare la colpa al lupo, esistono infatti moltissimi maleducati che lasciano scorrazzare cani di grossa taglia giorno e notte.Chi si trova spesso in campagna si accorge in modo inconfutabile che il lupo è presente in maniera ormai stabile e massiccia. Si trovano decine di carcasse di capriolo ridotte a pelle e ossa, fatte di lupo un po’ ovunque e avvistamenti sempre più frequenti… boh qualcuno ha deciso che deve essere così…

    (Fabio Marchesi)

  11. Spesso cani e non lupi
    Un mio amico un mese fa si è ritrovato oltre 20 conigli uccisi e non mangiati nel loro recinto e ha fatto in tempo a vedere , in quanto ha sentito dei rumori, 3 cani, di cui uno di taglia medio piccolo che scappavano dal recinto mentre lui stava accorrendo.
    Quindi spesso si tratta di cani più o meno randagi, che scorazzano nella campagna a far bravate.

    (Commento firmato)


  12. Anch’io credo che nella maggior parte dei casi si tratti di cani randagi.
    Un lupo se uccide è per mangiare. Non lascia molti “avanzi” della preda.
    Uccidere decine e decine di capi per poi lasciare la preda sul campo senza cibarsene non è nell’istinto del lupo…

    (Stefano C.)

    @CNOTA DELLA REDAZIONE#C Al momento il principale imputato è il lupo. Pare ci siano, anche, filmati, molti dei quali non divulgati. Semplicemente si tratta di fare chiarezza – anche se di lupo non si dovesse trattare – per porre fine al bailame de “al lupo al lupo”.

  13. Attenti al lupo… o a qualcun altro!
    Ho letto con attenzione l’articolo di Arlotti e su molte cose mi trovo d’accordo. Non so se i numerosi (troppi?) attacchi al bestiame siano davvero riconducibili ai lupi. Stando alle rilevazioni degli esperti, nello nostra montagna dovrebbero esserci non più di 3-4 branchi formati normalmente da due adulti e da alcuni cuccioli. Diciamo, al massimo una ventina di soggetti. Ma se vogliamo esagerare arriviamo a 30 che è un numero francamente esagerato. E’ vero che un lupo è in grado di percorrere fino a 60 km al giorno e quindi dal crinale può agevolmente raggiungere anche la pianura ma forse, per lui, essendo un animale molto intelligente, è più facile e meno rischioso acciuffare un capriolo, un cervo o un cinghiale che rischiare di farsi impallinare in un pollaio o in un allevamento. Con questo non escludo che qualche caso di attacco ad animali domestici sia riconducibile al lupo. Mi lascia però perplesso l’allarmismo (interessato?) che in questi ultimi tempi sta dilagando. Si è persino letto sui giornali che c’è la paura di uscire di casa per non imbattersi nel terribile predatore che potrebbe anche attaccare l’uomo. Un dato è certo: negli ultimi 300 (trecento anni) in Italia non risulta che un lupo abbia aggredito un uomo. Detto questo credo che sia giusto, una volta accertato che eventuali danni siano riconducibili al lupo, i danneggiati vengano immediatamente risarciti dallo Stato considerando che la selvaggina è di sua proprietà e quindi ne deve rispondere. Si sono anche lette affermazioni che non meriterebbero nemmeno di essere prese in considerazione, come quelle che ipotizzano una vera e propria caccia a questo animale soprattutto per il pericolo che potrebbe avere per l’uomo. E allora, ragionando così, perchè non sterminiamo anche le api che in un solo anno fanno molte più vittime del lupo? Ovviamente questa è solo una mia paradossale provocazione.
    Per chiudere, ma anche per fare meditare, ricordo una trentina di anni fa un episodio accaduto sul nostro Appennino che ebbe ampia risonanza sui giornali del tempo quando un intero gregge di pecore (se non ricordo male una quarantina) all’interno di una stalla venne sbranato da un misterioso branco di animali inferociti. Il lupo a quel tempo sull’Appennino non c’era più: l’ultimo era stato ammazzato a Succiso nel 1951 e si trova imbalsamato al Museo di Reggio. E allora se non era stato il lupo chi era il colpevole? Le indagini appurarono che si trattava di un gruppo di cani randagi. Oggi probabilmente anche i lupi si sono aggiornati sui metodi di caccia. Con una differenza dai cani: uccidono solo gli animali che poi mangiano. Tre lupi quindi uccideranno tre o quattro pecore, non quaranta. Il mistero continua e una risposta dovrebbero darla gli esperti del “progetto lupo”.

    (Giorgio)

  14. Caro Giorgio
    Mi permetto di aggiornare Giorgio, mi risulta di “aver visto” che oggi i lupi non uccidono solo quello che mangiano, ma basterebbe che coloro che hanno immagini chiare e nitide le mettessero a disposizione così una volta per tutte si potrebbe appuare se è vero o no……!!!
    Per concludere, bello il lupo vero, ma se un giorno vi svegliaste e con stupore vi accorgeste che il lavoro di un anno è stato mangiato ed ucciso??? lo amereste ancora così tanto???

    (Roberto)

    @CNOTA DELLA REDAZIONE#C Caro Roberto, il lupo è un carnivoro e forse sta scritto che dobbiamo amare gli erbivori e non i carnivori? E’ forse con le immagini della predazione che possiamo amare o meno un animale? Con lo stesso metro di ragionamento (se si vedesse come è “uccidere un capriolo a fucilate, amereste ancora i cacciatori?”) si andrebbe poco lontano (peredendo di vista l’utilità della caccia nel contenimento di alcune specie). L’importante – per il bene di tutti – è che si faccia chiarezza – e qui accogliamo il suo invito (ma senza trucolentismi) – e, pure, che si paghino i danni tutti e subito.

  15. ATTENTI AL LUPO O A QUALCOSA D’ALTRO
    Bravo Giorgio, vedo che condividi la mia opinione. Infatti, la mia domanda riguardo alla possibilità che cani lupi (tipo Cecoslovacchi) si possano incrociare con lupi del nostro appennino, non ha trovato risposta.
    Vorrei avere risposta in merito.

    (Il Grillo Parlante)

  16. Per Roberto e per il Grillo
    Due brevissime risposte. Nel mio precedente intervento credo di avere chiarito in modo assoluto che i danni (uccisioni di animali) provocati dai lupi DEVONO ESSERE RISARCITI IMMEDIATAMENTE. Non mi piacciono le guerre di “religione” nè contro il lupo come contro faine, volpi e tutti quei selvatici che possono provocare problemi a chi lavora in agricoltura, perchè, a volte, nascondono altri interessi. E mi fermo qui.
    Per il GRILLO. Non credo che possano essere lupi cecoslovacchi ma molto più semplicementecani rinselvatichiti (oltre che lupi). Conosco abbastanza bene questa come altre razze per fare questa affermazione. Poi come spesso accade potrò venire smentito dai fatti! Il problema si ridurrebbe molto se finisse la brutta abitudine di abbandonare, spesso in montagna, i cani che non vogliamo più perchè sono d’impiccio. Ma anche di continuare a fare cucciolate quando si sa bene che poi non si possono mantenere.

    (Giorgio)

    P.S. – Perfettamente centrato il commento della redazione.