Resoconto 20, 21, 22 agosto
Venerdì 20 sera il Papa attende tutti i giovani per la solenne via Crucis in Plaza de Cibeles. È la serata che ha il sapore iberico più pronunciato. Le stazioni della Via crucis, piazzate lungo il grande viale sono arricchite da immense statue raffiguranti il racconto della via crucis, portate da confraternite che arrivano ad avere centinaia di aderenti e portatori. Alcuni quadri pesano 2-3 tonnellate e sono portati a spalla da veri e propri eserciti di confratelli, preceduti da consorelle in abiti tradizionali e dalle bande che suonano e ritmano l’incedere lento del passo. Dopo la bella e sobria liturgia della via Crucis preparata da diversi gruppi giovanili, ecco il folklore tipico di questa terra prendere il sopravvento.
La sera precedente abbiamo conosciuto Francesca Fialdini, a passeggio con il suo fidanzato al Parco del Retiro, ci siamo fermati a lungo a chiacchierare. Mi chiede un gruppo di giovani per andare in diretta la sera dopo la via crucis. Il mattino dopo lo propongo al gruppo di Bagno e ne sono entusiasti. Ammassati in un angolo della piazza, comincia la diretta, mentre sfilano i carri e suonano le bande. Il risultato non lo so, l’avete visto meglio voi a casa, certamente per i ragazzi è un’esperienza nuova e strana, anche questo passare “dall’altra parte” e vedere come “si fa la Tv”, non solo quella patinata da studio, ma anche questa molto “reality”. Francesca è stupenda nell’accoglierli e metterli a loro agio. Il resto, (la regia e le riprese) un po’ più faticoso. Ma si sa la vita è così.
Ce ne torniamo con i ragazzi della diretta dalla Plaza che l’una è passata da un pezzo, di corsa, per non perdere gli ultimi Metro. La Plaza è ancora un unico immenso fiume umano, attraversato da queste pesantissime portantine con le loro immense statue e i suoni delle bande. Guadagniamo gli alloggi alle due passate, e domani sarà una giornata niente male.
Sabato 20 agosto
I ragazzi lasciano gli alloggi per andare al campo di Cuatro Vientos. L’accordo è che i pullman li caricano, insieme a tutti i loro bagagli fino ad un parcheggio ad Alcorcon, da lì raggiungeranno il campo a piedi con il necessario. Gli autisti dicono si tratti di appena due-tre km, a me sembrano 7-8, ma sono convinto che camminare non abbia mai fatto male a nessuno. Molto meglio che imbottigliarsi nei metro. Oggi ci sarà una gran ressa, ne siamo consapevoli. E la temperatura sale.
I ragazzi sentono che siamo arrivati al momento clou, e scavalcano la stanchezza accumulata con l’entusiasmo per ciò che li attende. Mi raccomando di attendere un poco e non fiondarsi subito dentro, ma la smania è tanta e alcuni gruppi alle 13 sono già là dentro. Il nostro settore è il D4. Nel frattempo ci occupiamo dei malati e degli acciaccati.
Nel pomeriggio il sole diventa sempre più rovente, al campo non c’è riparo. A un certo punto viene a mancare l’acqua nelle condotte. Si dà fondo alle scorte mentre a fatica si trattiene il panico che inizia a serpeggiare. Le ragazze più fragili, provate già da giorni di fatica, cadono come pere mature. I soccorsi non riescono a far fronte all’emergenza, per fortuna i bomberos passano ogni tanto con i getti d’acqua e bagnano la folla. Don Stefano la sera mi confiderà: penso che quando in futuro dovrò parlare ai ragazzi della salvezza, mi basterà raccontare questo pomeriggio e la sensazione quando finalmente arrivava un getto a salvarti.
La sera il caldo si attenua. Inizia la veglia. Arriva il Papa e i giovani scaricano la frustrazione accumulata nei disagi del pomeriggio in un grande entusiasmo. Cori e urla e applausi percorrono l’immensa spianata straripante di giovani. Alle porte di accesso al campo migliaia e migliaia non ce l’hanno fatta ad entrare e attenderanno la mattina successiva accampandosi all’esterno.
Il papa inizia la veglia e improvvisamente arriva un acquazzone incredibile. Vento e acqua a secchiate. Qualche minuto di concitazione, alla “si salvi chi può” e poi i ragazzi cominciano a cantare e danzare sotto la pioggia. L’impianto audio non funziona e si vede negli schermi il papa che prende anche lui tutta l’acqua, (la pioggia è molto democratica), nonostante lo sforzo di proteggerlo con gli ombrelli. Benedetto intuisce il disagio dei giovani e anche il loro entusiasmo e sorride (proprio così!) unendosi a cori che acclamano.
Purtroppo qualche cosa dev’essersi seriamente compromessa, perché poi la veglia è stata tagliata. Un momento di adorazione silenziosa (un immenso campo in silenzio)e la benedizione finale. E l’appuntamento è per la messa di domattina. La notte un venticello caldo ci asciuga e rende gradevole il breve sonno.
Domenica 21 agosto
All’alba tutti in piedi, per fare spazio a quelli che devono entrare. La celebrazione è solenne (forse anche un poco ingessata, visto il contesto), il papa richiama i giovani al’interiorità: “tutto quello che cercate è Cristo, e lo dovete cercare nel silenzio della vostra coscienza”. Alla fine l’annuncio che la prossima GMG si terrà a Rio de Janeiro nel 2013. Un boato percorre tutta la folla, sono le migliaia di brasiliani che esplodono in un grido di gioia come solo loro sanno fare. Mezzogiorno è vicino e il sole è ormai alto. L’esperienza del giorno prima insegna a tutti che può far male e ci si accoda alle uscite. Il deflusso è molto scorrevole e in poche ore di cammino raggiungiamo gli autobus e si parte. Le ultime fiammelle di energia si spengono con il racconto delle sensazioni forti, mentre i pullman escono dalla capitale. Quando li sorpasso con il pulmino, nessuno risponde alle mie strombazzate e ai miei saluti. Tutti immersi in un sonno profondo, per un meritato riposo dopo giorni di grandi imprese. Una parola sola si può ancora pronunciare: grazie!
(Don Giordano Goccini)