Claudio Marchini, pilota, Annamaria Giorgio, medico anestesista, Corrado Dondi e Angelo Maffei infermieri, erano i ocmponenti dell'equipaggio dell'elicottero del Soccorso che il 18 agosto 1990, alle 8,25 del mattino, nella nebbia fitta, si schiantò sulle pietraie del Ventasso nel tentativo di raggiungere Sologno per prestare soccorso ad un ferito da arma da fuoco. Ad anni di distanza è doveroso ricordarli per la dedizione e la generosità verso gli altri anche a rischio della vita. Se qualcuno si recherà in Ventasso in questi giorni rivolga un pensiero e, se ci crede, una preghiera a loro e a tutti quelli che quotidianamente e generosamente lavorano per gli altri.
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Di seguito il ricordo degli abitanti di Cerreto Alpi, Cerreto Laghi e Valbona in un almanacco del 1995
“Piangiamo quell’equipaggio come quattro morti della nostra famiglia”
Schianto di Charly Alfa sulla sassaia del monte Ventasso, il 18 agosto.
Quell’eliambulanza, che volteggiava sui nostri monti, aveva un rumore per noi ormai famigliare. Il battito delle pale ci rassicurava che, se qualcuno stava male o era in pericolo di vita, altri vegliavano ed erano pronti al soccorso.
Ci dava la sensazione di appartenere, finalmente, a una società organizzata e solidale, che mette a servizio della vita le sue risorse migliori. E di non essere più ai confini del mondo.
E proprio mentre andava a soccorrere un ferito, l’eliambulanza si è imbattuta in un banco di nebbia che le ha nascosto la sassaia.
Piangiamo quell’equipaggio come quattro morti della nostra famiglia.
(dal libro “Almanacco di Cerreto e Valbona 1978-1995”, a cura delle parrocchie di Cerreto Alpi e Lago e di Valbona, Tipolito di Felina, 1995, pag. 66)
La tragedia del Monte Ventasso
La Poetessa Bellesi, sempre sensibile ai fatti belli e brutti della montagna, anche in quella funesta occasione sciolse un canto che resterà negli annali del nostro Appennino.
Eccolo qui di seguito:
@CSul monte Ventasso sono arrivati
e a quota 1700 metri si sono trovati.
C’era la nebbia, non si vedeva
e tornare indietro non si poteva.
L’elisoccorso doveva portare
un ferito d’urgenza all’ospedale.
Era il 20 di agosto 1990
e quell’elisoccorso sul monte si schianta.
Per il loro dovere giocavan la sorte,
erano in quattro e han trovato la morte,
quattro famiglie si sono spezzate
per il grande dolore ora son disperate.
Così la montagna sarà ricordata
per questa tragedia che di sangue è bagnata.
La gente sul Ventasso vuole andare
per vedere quel luogo e per pregare,
per portare un cero o una margherita
alle quattro persone che hanno perso la vita.#C
(Miria Bellesi)
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@CNOTA DELLA REDAZIONE#C. Grazie, poetessa Bellesi. La poesia è sentita, ma lasciamo che sia la storia della letteratura, e non un commento, a stabilire se questa poesia è destinata a restare negli annali…#C
Son salito in solitaria dal lato sud ovest, non consigliato, sabato scorso. Quasi sulla cima ho saputo da una coppia di parmensi della tragedia e del significato della croce sulla cima. Con loro ho completato l’anello, scendendo per quella pietraia. E’ incredibile come si possa perire, coi mezzi messi a disposizione dall’uomo. Basti vedere i recenti incidenti in Italia e Spagna.. L’unica consolazione è pensare o illudermi che tante vittime innocenti e addirittura votate al sacrificio per gli altri possano aver trovato la pace eterna.
(ste)