VETTO (11 agosto 2011) - "La stizzita reazione del sindaco Sara Garofani alla mia domanda di conoscere i meccanismi di controllo in vigore presso il Comune di Vetto quanto ai movimenti di danaro e alle operazioni contabili elude completamente il problema, ma offre comunque spunti di riflessione". Parole di Gianni Ferrari, coordinatore Pdl di Vetto e già capogruppo consiliare di minoranza che, come era prevedibile, non ha fatto attendere la sua replica al 'parole demenziali' proferito da Sara Garofani nei suoi confronti.
"Innanzitutto, visto che la Garofani ha adombrato che la segnalazione della minoranza, circa i conti che non tornavano, sia partita dalle confidenze di un dipendente comunale 'infedele' - e visto che i consiglieri di minoranza hanno smentito seccamente, con inoppugnabili argomentazioni, una tale pesante illazione - ogni supposizione e congettura anche da parte nostra deve essere permessa ed accettata, senza che la Garofani se ne risenta e minacci querele (come ha già fatto), non fosse altro che per un principio di parità e coerenza".
"Anche se sulla coerenza della sinistra non dobbiamo far troppo affidamento - spiega Ferrari -. Vent’anni fa applaudiva e incitava la decapitazione dei partiti di governo al grido che i loro vertici 'non potevano non sapere', salvo poi cambiare opinione ogniqualvolta le parti si sono invertite. E’ la tipica doppia morale dei comunisti, vecchi e nuovi, il garantismo a giorni alterni, o a senso unico: per sé vale, fino alla fine, la presunzione di innocenza, mentre per gli altri un’accusa diventa immediatamente una condanna, senza il bisogno di essere vagliata e confermata".
"Tornando al caso vettese, la velenosa e inconsistente insinuazione del dipendente 'talpa' può ritorcersi contro il mittente. Quando infatti un dipendente si rivolge alla minoranza per segnalare una anomalia nel funzionamento della macchina comunale non possiamo escludere che lo faccia per mancanza di fiducia verso sindaco ed assessori o anche perché vi sono stati precedenti di 'insabbiamento' che lo consigliano di percorrere altre strade".
"Più in generale, le parole della Garofani puntano a marcare la separazione tra amministratori e personale dipendente, ma è un tentativo nel suo caso non facile, dal momento che aveva assunto la responsabilità della Polizia municipale e competenze dell’Ufficio tecnico (come ho già avuto modo di dire senza essere sconfessato) e anche perché la distinzione non è così netta come la si vuol fare apparire. Un esempio può aiutarci a comprendere meglio questo concetto. Verso la fine del nostro mandato 2004-2009 fummo contattati da genitori vettesi destinatari di un sollecito per il pagamento di rate, quanto a refezione e trasporto scolastico, cui avevano già provveduto con tanto di ricevuta. Disguidi del genere possono ovviamente succedere, ma la circostanza ci servì per chiedere lumi al sindaco circa la tracciabilità dei pagamenti (con una nota del 19.12.2008 regolarmente protocollata)".
"Non ci rispose il sindaco, cui ci eravamo rivolti, bensì il funzionario responsabile del 1° settore - vale a dire il ragioniere cui oggi il sindaco addebita le disavventure contabili del Comune - il quale ci informava, fra l’altro, che dal mese di gennaio 2009 sarebbe cambiato il sistema di pagamento; anche ad una nostra replica in argomento del 4 marzo 2009 rispose sempre detto funzionario. Tutto questo per rimarcare tre cose: gli amministratori e funzionari non sono due corpi distinti e staccati - anche allora fu la minoranza a segnalare qualcosa che non aveva corrisposto al meglio, tanto da richiedere modifiche - il ragioniere doveva godere della massima fiducia da parte del sindaco e della giunta se ci riferiva di decisioni, quelle di cambiare il metodo di pagamento, che attengono piuttosto alla sfera politica (cioè agli amministratori che guidano il Comune)".
"Viene tirato in ballo dal sindaco anche il revisore dei conti, cui vengono attribuiti i controlli sull’attività contabile del Comune; se, come dice la Garofani, nemmeno il revisore dei conti ha mai rilevato le irregolarità contestate significa, di fatto e di riflesso, che i meccanismi di controllo messi in atto presso il Comune di Vetto hanno falle o imperfezioni e non possono dunque garantirci contro l’eventualità che si siano verificate altre irregolarità contabili (non possiamo ovviamente darlo per certo ma neppure escluderlo in modo categorico)".
"Qui la politica non può assolutamente tirarsi fuori, perché le regole e i protocolli sono stabiliti dalla politica ed è proprio per questo che abbiamo domandato alla Garofani di conoscere i meccanismi di vigilanza e controllo operanti a Vetto, sui conti del Comune, e il modo con cui venivano messi in pratica. Per capirne di più su questa storia occorrerebbe anche sapere chi firmava i mandati di pagamento degli stipendi, compreso quello del ragioniere".
"Finora la Garofani, con toni insofferenti ed irritati, ha spruzzato un po’ di fango e ha cercato di alzare una cortina di fumo (senza alcun riferimento alla cortina di ferro di sovietica memoria) - conclude Ferrari - ma noi non ci lasciamo impressionare e confidiamo che mano a mano il fumo diraderà e potremo vederci più chiaro sull’intera vicenda".
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Dimenticavo
1. Complimenti alla persona (chiunque sia stata) che ha scoperto il “truffatore”: penso che a tutti, al di sopra di qualunque parte politica, faccia piacere che questa persona disonesta sia stata scoperta.
2. Valutando come i politici siano in grado di strumentalizzare un fatto come questo, forse si capisce anche perchè l’Italia stia andado così “bene”; complimenti politici!!! Continuate così, a puntare il dito anziche risolvere i problemi! BRAVI!!!!
(Aramus Simone Ruffini, capogruppo di maggioranza Comune di Vetto)