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Castelnovo ne’ Monti / Inaugurazione di un nuovo supermercato

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Inaugurazione, quest'oggi, del secondo supermercato di Castelnovo ne' Monti. Dopo la Coop Nordest, presente dal 2004 nell'attuale sede di via Monzani, arriva il Sigma, che raduna (a quanto si sa) in un'unica grande superficie gli altri punti vendita già presenti in paese.

21 COMMENTS

  1. Quali punti?
    Quali punti??? Pare solo quello di viale Bagnoli (fianco Ottoni), nel quale si sposta l’Ecu, ed al posto dell’Ecu arriverà un altro esercizio commerciale… (esterno) alla faccia del rispetto dei negozi di vicinato e dei commercianti esistenti. E che dire del prossimo ampliamento della Coop e successivamente del Conad di Felina.
    Cittaslow alla faccia!!! Mi complimento solo con il costruttore per l’ottimo effetto ESTETICO nel complesso, per il PEGGIORAMENTO della vita di chi abita vedremo… e chiederemo conto a chi compete.
    Saluti, sperando che prossimamente si vedrà il bocciodromo e quanto promesso dalla giunta.

    (Roberto Malvolti)

  2. Viabilità
    Innanzitutto complimenti per il complesso. Se pensiamo alla vecchia ubicazione del Sigma, è stato fatto un bel passo avanti. Anche se l’ex “piazza del boccio” si è ridotta di volume, direi che considerando i parcheggi sotterranei ci si è solo guadagnato. Speravo, però, che anche la viabilità ne avesse un giovamento. Si diceva (vox populi) che si sarebbe fatta una rotonda… ma a vedere così… non sembra. Per esempio ci sarebbe l’uscita da via M.L. King (via campo tennis) che sono anni (ormai secoli) che è molto pericolosa.
    Che voi sappiate ci sono ulteriori interventi in tal senso?
    Saluti.

    (Alessandro)

  3. Bisogni
    Credo che l’ultimo bisogno del nostro paese fosse proprio un supermercato, che non credo raduni proprio nulla… Ormai il messaggio è chiaro, il piccolo commerciante del paese che con sacrifici ha cercato di “tirare avanti” è destinato a scomparire, non chiediamoci poi come mai il centro del paese si sta spegnendo o come mai non si vedono turisti o come mai tante serrande stanno tirando giù i battenti. Nel nostro paese ormai da tempo si stanno facendo scelte che vanno contro ad ogni buon senso. La “torta” da dividere è sempre quella, solo si fanno sempre più spicchi che diventano sempre più piccoli e ad alcuni rimarranno solo le briciole… Niente di personale nei confronti dei gestori ai quali faccio i miei complimenti per il coraggio, ma non dimentichiamo che in un paese come il nostro ci sono degli equilibri da rispettare e non è il caso di farsi guerra uno contro l’altro; occorre piuttosto cercare una collaborazione per il bene comune del paese.
    Questo è il pensiero di un “normale” cittadino di Castelnovo.

    (Commento firmato)

  4. Libera concorrenza di mercato
    Non si capisce come mai il signor “Commento firmato” non supporti una scelta che, seguendo le basilari regole su cui si fonda un equilibrato sistema economico, va a tutto vantaggio della comunità e porta un’ondata di rinnovamento, nonchè una leale concorrenza, che motiva tutto il commercio alimentare locale a intraprendere scelte rivolte alla sempre migliore qualità e alla continua ricerca del giusto prezzo. Ora aspettiamo “solo” una viabilità migliore.

    (Commento firmato)

  5. Ma quale libera concorrenza?!!!
    Mi rivolgo all’ultimo commento firmato delle ore 9,41 del 29.7 (devo indicarlo così visto che non si firma). Non credo che Lei sia un commerciante, altrimenti non avrebbe scritto una sciocchezza tanto pacchiana. Esulo dal commentare l’utilità o meno di un nuovo GRANDE centro di distribuzione a Castelnovo e mi astengo da commenti relativi l’ampliamento della Coop quale “giusta” gabella da pagare da parte del Comune per detto nuovo centro. Il mio parere rimane solo mio. Mi spingo invece a spiegare al commento firmato che ho evidenziato la differenza che esiste tra libera concorrenza di mercato tra soggetti con le stesse caratteristiche e concorrenza tra pesi gallo e pesi medio-massimi (per usare un termine pugilistico). Un comune commerciante si limita a fare acquisti per il proprio esercizio nelle quantità e nelle modalità che la sua superficie di vendita ed il suo portafoglio gli permettono di fare. La parcellizzazione degli esercizi commerciali sul territorio e la loro antica specificità aiutava il cliente nelle scelte mirate ed oculate del prodotto da acquistare, consigliava e seguiva il cliente nell’acquisto “giornaliero”. Il cliente acquistava solo ciò di cui necessitava per quel breve periodo di tempo e poi tornava il giorno dopo o nei giorni successivi per altri oculati acquisti. Questo creava un rapporto di quotidianità e di fiducia tra i due soggetti in questione. E veniamo alla leale concorrenza. Mentre un piccolo commerciante,come dicevo, acquista solo il giusto per il proprio negozio ed è costretto a pagare le forniture in tempi MOLTO BREVI, il grande esercizio commerciale può contare sul ricatto (parola forte, lo so) che può attuare verso i fornitori. Ciascun fornitore preferisce vendere 10.000 confezioni di pasta ad un unico soggetto contenendo i prezzi di trasporto, di magazzino e di tempo, anzichè dover vendere la stessa quantità di prodotto a 20 soggetti diversi ubicati in 20 località diverse. Per fare questo concede al grande esercizio commerciale tempi e modalità di pagamento ESTREMAMENTE DILUNGATI E DILAZIONATI nel tempo. Tutto questo a discapito della concorrenza leale. Ora se il caro/a commento firmato mi vuole dire che questo va a vantaggio del cittadino sono pronto a smentirlo anche su questo. Per gli stessi motivi che ho elencato precedentemente, il cittadino invogliato da questi centri di commercio tende inevitabilmente ad acquistare più di quanto realmente necessiti, questo con la scusa di fare una spesa SETTIMANALE anzichè GIORNALIERA. Prova ne sia l’aumento a dismisura negli ultimi anni dei prodotti alimentari e non che finiscono nei rifiuti. Purtroppo l’esempio delle grandi città lo si è voluto portare anche da noi e i risultati di IPERCOOP ARIOSTO, MERIDIANA e quant’altro li si vedono ancora oggi nel centro storico di Reggio ed ormai anche nelle vie esterne ad esso. Mi sono dilungato e chiedo venia. Ma la questione “libera concorrenza” sbandierata in questo campo mi sembrava davvero troppo grossa. Detto ciò, da commerciante quale sono, non posso che fare i migliori auguri ad un BRAVO commerciante che ha deciso di metterci del suo per diventare più grande. Era un suo diritto provarci.
    Buona vita.

    (Fabio Mammi)


  6. Gentile Mammi, se lei chiude il suo commento complimentandosi con chi ci ha messo del suo e convenendo che era un suo diritto provarci, non si capisce dove sia il problema. Questo in senso lato si chiama libera concorrenza. Il contrario si chiama non pestarsi i piedi e magari fare cartello. Ora io non dico che i commercianti debbano scannarsi gli uni con gli altri ma dovrebbero competere quel tanto che basta a migliorare l’offerta. La sua visione del commercio col negozietto in cui la massaia andava giornalmente a fare la spesa è, oggi, tanto realistica quanto la pubblicità della famiglia del Mulino Bianco. I tempi sono cambiati, bisogna prenderne atto. Peraltro un supermercato fa concorrenza solo in campo alimentare (almeno quelli che ci sono qui da noi) e non vedo come potrebbe danneggiare un negozio di abbigliamento, per esempio. Personalmente, aggiungo, io il pane vado a comprarlo al forno e credo che così continuino a fare i più; non foss’altro che per il fatto che il tempo che spesso si spende alle casse del supermercato sia maggiore di quello che si spende al forno. Per tutto il resto scelgo il supermercato per la varietà dell’offerta (sfido il negozietto ad avere dieci marche di birra) che per il fatto, diciamocelo pure, che trovo più agevolmente parcheggio. Un’ultima chiosa sul fatto degli acquisti inutili: gli acquisti inutili se uno li vuole fare li fa sia al supermercato che nel negozietto e nessuno, ripeto nessuno, ci punta una pistola alla tempia per diventare degli acquirenti compulsivi. Sulla situazione di Reggio, poi, si potrebbe discutere a lungo ma non credo proprio che il centro storico sia in crisi a causa degli ipermercati. Le faccio peraltro notare che si parla sempre del Meridiana e dell’Ariosto mancando sempre di citare un esempio virtuoso quale il supermercato Esselunga in viale Timavo sulla cui ubicazione non scommetteva nessuno ma che ha avuto successo proprio andando a soddisfare l’esigenza di quelle tante persone che non hanno macchina e vorrebbero qualcosa di vicino al centro in cui potere andare anche a piedi o in bicicletta.
    Salute.

    (R.S.)


  7. Buongiorno a tutti, mi è capitato poco fa di leggere la risposta del Sig. Mammi al mio commento e mi sembra doveroso rispondere associandomi pienamente al commento del Sig. R.S. Mi dispiace aggiungere che Lei, Sig. Mammi, ha una visione un po’ favolistica e anacronistica del commercio. Certamente, essendo commerciante, cercherà di servire al meglio i suoi clienti “consigliandoli” e “suggerendo loro” gli acquisti migliori ma, si sa, il commercio non nasce per aiutare il prossimo ma per soddisfare dei bisogni. E non mi dica che il suo è quello di affiancare il cliente nella scelta dei suoi acquisti… Mi sento poi di aggiungere che fino all’arrivo della crisi i prezzi a Castelnovo ne’ Monti erano spesso gonfiati all’impossibile tanto da rendersi similari a tariffe praticate nelle località, dichiarate da sempre vip, come Madonna di Campiglio o Cortina. In una cosa, però, devo dare ragione a Lei, Sig. Mammi: quando dice che non si tratta proprio di libera concorrenza (anche se poi ritratta come esposto magnificamente dal Sig. R.S.). La situazione, precedentemente alla nascita di questo nuovo iper, si avvicinava più a un monopolio dove un solo grande supermercato era “quasi” libero di imporre le proprie regole. Ora si assiste, finalmente, a una situazione almeno oligopolistica, che però è sufficiente per generare un equilibrio sicuramente più stabile di prima. In fondo la piccola bottega resta ai margini come prima, solo che ora i “colossi” sono due. Continuo a credere che il cliente può trovare solo beneficio dalla nuova sitazione instauratasi.
    Saluti.

    (Commento firmato)

  8. Ribadisco e sottolineo
    Ribadisco che, come ho scritto all’inizio del mio commento, non entro nella discussione dell’opportunità o meno di un nuovo SUPER e sottolineo ulteriormente che definire libera concorrenza il raffronto tra due colossi commerciali e tanti piccoli esercizi è quantomeno inopportuno. E non è un ossimoro dire quello che ho detto sulla “libera concorrenza” e congratularmi con il privato che vuole diventare grande; ci mette del suo ed è giusto che ci provi. Per R.S.: le sue certezze sul perchè il centro storico di Reggio sia diventato quello che è le vada ad esporre pubblicamente in piazza Prampolini o nelle vie limitrofe della via Emilia a Reggio e vediamo come la accolgono. Proprio gente come Lei che voleva arrivare al negozio comodamente con la propria auto per gli acquisti è stata aiutata da Delrio con il divieto di accesso in centro. Prorio vero che le parole a volte sono foglie al vento. Non hanno una direzione logica.
    Concludo i miei interventi.
    Buona vita.

    (Fabio Mammi)


  9. Gentile Mammi, credo che non abbia ben compreso il mio intervento ma va bene ugualmente. Per puntualizzare, tuttavia, le vorrei far presente alcune cose: 1) il degrado dei centri storici è purtroppo comune a moltissime città e paesi e volerne attribuire la colpa ai soli supermercati e una soluzione di comodo quanto miope; 2) Castelnovo non è Reggio e paragonare le due situazioni è fuori luogo; 3) nè il Comune di Reggio nè quello di Castelnovo hanno mai ricevuto dallo scrivente 1c (un centesimo) per il parcheggio a pagamento della mia auto nè io ho mai ricevuto una sola multa a causa della mia auto parcheggiata dove non si doveva e come non si conveniva. Se ci sono da fare 300 metri e oltre a piedi me li faccio senza alcun problema e quindi può certamente togliermi dalla categoria, tanto vaga quanto numericamente non rilevabile, della “gente come Lei”. Proprio come lei io rappresento solo me stesso ed inoltre non ho alcuna certezza ma delle legittime opinioni (spesso suffragate da dati) che, quanto a logica, non sono messe peggio di quelle di molti altri.
    Salute.

    (R.S.)

  10. Al passo con i tempi
    Le nostre grandi imprese delocalizzano: è la legge del mercato. Importiamo grossi quantitativi di merce dalla Cina e la nostra bilancia commerciale è in passivo: è la legge del mercato. A Castelnovo bisogna proteggere i piccoli commercianti perchè vengono “spolpati” dai grossi colossi distributivi: questa è la legge del mercato secondo il signor Mammi. No, non sono affatto d’accordo. Nel commercio (come in ogni altro settore) bisogna rimanere al passo con i tempi per rimanere competitivi, non ci si può nascondere dietro al dito delle diverse dimensioni degli esercizi o di qualsivoglia scusa: nel libero mercato non ci sono scuse, che piaccia o no. Conta solo il profitto. Su cosa possono puntare i piccoli commercianti per differenziarsi dai colossi della distribuzione, dato che una concorrenza frontale (sul prezzo) è impossibile? Sul servizio! Sono disposto a pagare qualcosa in più se trovo un miglior servizio o un assortimento raffinato che me lo giustifica. Altrimenti continuo a comprare non dai piccoli commercianti di Castelnovo, non dai distributori di Castelnovo, ma a Reggio, dato che il servizio è il medesimo e il differenziale di prezzo è notevole.

    (Alessio Zanni)

  11. Parcheggi
    Da abitante in via M.L. King speravo vivamente che nuovi e numerosi parcheggi del Sigma risolvessero il problema di quelli che giocano a tennis, i quali puntualmente piazzano la macchina “in mezzo alla via” (King, è ovvio) da sempre, con o senza lavori in corso. Ecco, invece ho avuto la dimostrazione che il problema permane, nonostante:
    1) parcheggi del Sigma a pochi metri;
    2) visibile cartello divieto di sosta e fermata sulla destra di M.L. King;
    3) cartello in cartone che dice “Siete pregati di parcheggiare al Sigma”.
    Il paradosso di andare a fare sport per poi evitare 5 metri in più a piedi. Mah.
    In ogni caso, complimenti per la struttura.

    (Commento firmato)

  12. Completamente d’accordo con Alessio
    Io sono completamente d’accordo con ciò che dice Alessio Zanni perché penso che molti commercianti facciano cartello e non puntino sulla qualità o sulla differenzazione! A Fabio Mammi potrei invece dire che il mercato premia i migliori, quelli che hanno una maggior offerta a minor prezzo e il governo che IO non ho eletto si definisce appunto liberale; mi spiace che chi l’abbia votato si definisca tale e poi sul piano pratico vuole difendere gli interessi di pochi.
    Il centro di Reggio è morto? Sì, è vero, ma è morto solo per colpa dei commercianti capaci di lamentarsi e non investire su delle iniziative. La Notte Bianca di Reggio era finanziata dal Comune, ma chi è che ci guadagnava? Da quest’anno si cambia musica, se vuoi la Notte Bianca devi pagare, caro commerciante. Se i commercianti investono e se sono uniti non c’è centro commerciale che tenga perché il fascino del centro storico è nettamente superiore a qualsiasi centro commerciale.
    Prima di concludere potrei anche dire che il problema del centro storico è un elemento comune a tutte le città emiliane, mentre in altre regioni il centro storico è vivo, molto vivo.

    (Luca Malvolti)

  13. Quante colpe!
    Ma veh! Noi commercianti abbiamo tutte queste colpe? Non sapevo. Pur essendo commerciante, non sono contrario alla grande distribuzione, anzi, la considero una forma di commercio moderna. Però… Una domanda: chissà come sarà il futuro! Azzardo una previsione se andiamo avanti di questo passo. Forse il futuro della distribuzione potrebbe essere che prima si costruiranno i centri commerciali, poi intorno le banche, poi ancora intorno tutta una serie di uffici perditempo di tutti i generi (in questo siamo specialisti), poi infine intorno tutte le abitazioni con dentro il prodotto più importante: i “consumatori” da spennare. Le strade saranno a raggiera verso l’esterno. In questo modo i quartieri delle città si chiameranno: quartiere Coop, Sigma, Sidis, ecc. Intorno ai vari quartieri collegati fra di loro, il deserto. Forse qualche piccola fabbrichetta superstite, qualche orto di qualche volonteroso, forse si salverà qualche contadino? Ne dubito. Ci saranno strade di collegamento veloce alla TAV per favorire l’arrivo al centro commerciale del prosciutto o del formaggio cinese (o giù di lì) o dei molti prodotti luccicanti, inutili, a prezzi strafottenti.
    Sarà questo il nostro futuro? Deprimente!
    Per tornare all’odierno. Concordo in buona parte con Fabio. Concorrenza sleale da parte della grande distribuzione. E aggiungo un carico. E se questi centri pagassero le tasse in proporzione alla loro metratura e alla roba che esce dalla loro porta (del tipo studi di settore rapportati) e si facessero, da parte dei nostri governanti, alcune piccole agevolazioni e semplificazioni ai piccoli negozianti che pur lavorando parecchie ore e con mille traversie e sacrifici, non ce la fanno a tenere aperto un negozio e mantenere una famiglia? Così, tanto per parlare di elusioni fiscali od altro.
    Abbiamo sentito parlare di riforme “epocali” della giustizia e del fisco…
    Possiamo crederci?

    (Commento firmato)

  14. Futuro
    Per guardare al futuro provo a confrontare il nostro sistema con i paesi più avanzati europei, senza tirare in ballo gli Usa che sarebbe fuorviante. Siamo l’unico paese dove non esistono grandi catene distributive internazionale (es. Carrefour FRA / Lidl GER / Harrods GB) e dove i prezzi al dettaglio sono notevolmente più alti in rapporto ai redditi. Concorrenza nulla grazie a lobby e caste varie mentre le tasse vengo pagate (quasi) solamente dai lavoratori dipendenti. Dove andremo a finire? Non credo molto lontano con la logica del “commento firmato” qui sopra, cui ricordo che la concorrenza sleale non è sfruttare le proprie dimensioni o il proprio potere contrattuale su fornitori e distributori. Quella è legge, legge di mercato.

    (Alessio Zanni)

  15. Incuriosito
    Incuriosito da tutti questi commenti, qualcuno corretto altri un po’ meno forse condizionati da remote polemiche di “buon vicinato”, mi sono recato al nuovo centro commerciale (che poi tanto nuovo non è perché mi si dice essere lo spostamento con ampliamento del vecchio esercizio) e le considerazioni sono le seguenti:
    1) impatto ambientale splendido: non conosco l’architetto ma devo fare i miei complimenti; favolosa l’idea del piazzale su due livelli che riduce ulteriormente l’impatto del nuovo edificio. Mi ricordo come era la zona prima dell’intervento e devo dire che la situazione da degradata si è completamente ribaltata con enorme vantaggio delle abitazioni limitrofe;
    2) struttura molto bella, lineare, discreta viste le dimensioni, nel rispetto di tutte le norme ambientali e di sicurezza;
    3) ambiente luminoso, funzionale ed accogliente ed assortimento più che sufficiente;
    4) non entro nel merito prezzi per non danneggiare la concorrenza.
    Per quanto riguarda le regole di mercato, commenti vari, ecc., la domanda è questa: vogliamo creare situazioni che trattengano la gente a Castelnovo o vogliamo che le si vada a cercare sempre più a Reggio, Modena, ecc.?
    Il mondo cambia giorno per giorno per cui chi si adegua ed investe sopravvive, chi spera nella manna… i tempi non sono più quelli; inoltre se la gente rimane sul posto a fare la spesa alimentare è meno probabile che si rechi lontano per altre spese e questo a vantaggio di tutto il commercio locale.
    Queste sono le impressioni e considerazioni di un “non commerciante”.
    Cordiali saluti.

    (Enzo Fiorini)

  16. Da cliente consumatore…
    …non mi addentro in problematiche di mercato ma esprimo solo quello che vivo. Mi interessano prodotti di qualità a prezzo conveniente e dove posso perdere poco tempo. Mi soffermo sulla perdita di tempo.
    Il parcheggio è fondamentale. Nei piccoli negozi vado a fare spesa se hanno prodotti migliori (con prezzi giusti) e se hanno un parcheggio comodo, altrimenti mi capita di rado di farvi acquisti se non quando mi trovo a passeggiare nelle vicinanze (inoltre mi rifiuto di parcheggiare a pagamento). Condivido quanto scritto sulle modalità di parcheggio di via M.L. King. Dove sto io succede la stessa cosa. E’ stata da poco inaugurata una piazza ma in molti parcheggiano addirittura sul marciapiede o addosso ai bidoni delle immondizie (ho visto un giorno gli operatori prelevare con difficoltà i piccoli contenitori per svuotarli aggirando l’auto messa proprio davanti ad essi).
    Penso che il problema del centro città sia fondamentalmente un problema di accessibilità. Dove trovo negozi vicini, raggiungibili con carrello, immuni da intemperie climatiche con l’auto a portata di mano per travasare il contenuto del carrello senza dover io fare il mulo da soma con borse e borsine più o meno pesanti, lì vado con piacere.
    Altro problema da consumatore: chi lavora tende a fare la spesa settimanale. Solo chi non lavora può farsi il giretto giornaliero per negozi. Purtroppo al giorno d’oggi molti che non hanno lavoro non hanno neppure i soldi per farsi i giretti per negozi!!!
    Voglio aggiungere un’ultima considerazione. Girare in un grande magazzino permette di “divertirsi”. Si vedono tante cose, ci sono i prezzi esposti senza doverli chiedere, non senti l’imbarazzo del negoziante che ti osserva e attende che tu acquisti. Lo so, sarà poco culturale, una visita a monumenti e musei sarebbe più auspicabile, ma è divertente anche questo e ogni tanto un giro anche a vuoto (difficilmente a vuoto purtroppo per le proprie tasche) in un grande magazzino lo si fa proprio volentieri.

    (AnnaMaria Gualandri)

  17. Parcheggi
    Chiedo alla Signora AnnaMaria se a suo avviso possa avere un po’ di ragione a lamentarsi il commerciante del centro che è stato circondato da parcheggi a pagamento con i vigili sempre in agguato. Al commerciante del centro viene chiesto di aderire anche economicamente ai vari eventi tipo Notte rosa, luminarie di Natale, ecc. ecc. Il commerciante spende e gli unici che ci guadagnano sono i bar e poi la gente va ad acquistare dove ci sono i parcheggi comodi; c’è qualcosa che non mi torna! Pensate che si possa aprire qualche serranda in centro?

    (Commento firmato)

  18. Lobby e caste
    Quindi, scusa la mia ignoranza, Alessio, ma non ho capito bene quanto hai scritto, forse non so più leggere. Ma chi sono quelli che devono alzare la media delle tasse, i colossi più grandi o i negozi più piccoli? Leggendo la tua risposta, se ho capito bene, mi sembra che concordi che devono essere questi grandi centri commerciali, queste grandi catene ad alzare la media delle tasse, non certo i negozi più piccoli! Se intendi questo, concordo. Oppure questi li lasciamo fuori dalla media? Come è possibile che più della metà delle società di capitale denuncia un reddito in passivo? Mentre noi abbiamo gli “studi di settore” da rispettare se non vogliamo avere sgradevoli sorprese? Non è certo il momento di aspettare la manna per noi commercianti, ma di cercare un briciolo di giustizia. Ripeto, ma per le annunciate riforme “epocali” quanto dobbiamo aspettare? Saranno riforme giuste? Ho molti dubbi e poche speranze! I miei dubbi valgono per tutti i governi scorsi ed odierni, di qualsiasi colore. Purtroppo chi governa è molto influenzato da (lobby e caste) chi ha interessi colossali. Come ho già detto, non sono contro i centri commerciali, mi riferivo in generale e non certo a questo appena inaugurato che trovo anche bello e confortevole.
    Quanto ai parcheggi a pagamento ed aggiungo anche quelli a disco orario, o meglio ancora, la mancanza di parcheggi in centro e la circolazione caotica, non è stata una scelta dei commercianti; forse sono state le scelte dei nostri amministratori nel corso degli anni che hanno monetizzato ogni spazio disponibile.

    (Commento firmato)

  19. Tasse
    Le tasse vanno pagate da tutti, indistintamente.
    Purtroppo non sono un esperto in materia però “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, anche in materia fiscale; le faccio un esempio banale: quando mi reco a comprare qualcosa in giro x negozi e negozietti (non solo a Castelnovo beninteso) spesso e volentieri lo scontrino non esiste, mentre i centri commerciali rilasciano sempre e comunque.
    Si sa, inoltre, che gli studi di settore ci regalano piacevoli sorprese nel settore commercio come gioiellieri che guadagnano meno di un operaio oppure di esercenti che tirano avanti con 1000 euro al mese con tanto di personale e macchinone.
    Se poi vogliamo discutere approfonditamente sulla fiscalità di settore non posso andare oltre le impressioni personali.(io direi ad esempio di tassare i metri di ESPOSITORI e non di metratura dell’esrecizio)
    Sono finite le vacche grasse; io, giovane studente universitario, lavorativamente non le ho mai vissute: bisogna prenderne atto e tirare giù i calzetti che avete tirato sù sù sù negli ultimi anni.

    (Alessio Zanni)

  20. Scontrini
    Caro Alessio, ti faccio presente che la legge punisce chi non emetto lo scontrino ma anche chi non lo richiede… quindi sarebbe buona norma per tutti pretenderlo. Detto questo gli studi di settore tengono conto di un sacco di cose, non solo della superficie di vendita, quindi il piccolo commerciante non paga le tasse solo per gli scontrini che emette ma su un reddito “congruo e coerente” derivante dagli studi di settore che, fidati, non fanno sconti… La tassazione tra contributi commercianti, Irpef e Irap è quasi un 50% del reddito… Ti pare poco? E’ ora di smetterla di parlare del piccolo commerciante come del disonesto evasore di tasse, provare per credere!

    (Commento firmato)