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Scuola: 205 posti in meno a Reggio. L’allarme di Beppe Pagani in attesa della conferenza regionale di domani

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E’ allarme sugli organici delle scuole della nostra provincia. A poche ore dalla Conferenza regionale per il sistema formativo che si riunisce lunedì 18, domani, e che discuterà gli organici 2011-2012, forti preoccupazioni vengono espresse dal consigliere regionale Pd Beppe Pagani, presidente della Commissione regionale scuola, lavoro, formazione e sport.

“In settembre – spiega Pagani - mancheranno altri circa 1.900 docenti, che aggiunti ai tagli dei 2 anni precedenti significa 6.000 insegnanti in meno nelle scuole della Regione Emilia-Romagna; la scure colpirà soprattutto le scuole di periferia e di montagna, e nel prossimo anno scolastico nella provincia di Reggio Emilia ci saranno 205 posti in meno”.

“I decreti legislativi – prosegue Pagani - parlano di concertazione necessaria tra Ufficio scolastico regionale (quindi Ministero), la Regione Emilia-Romagna e gli enti locali, ma questo non avviene, e allora assisteremo invece ad una vera e propria comunicazione di tagli di personale da parte dell’Ufficio scolastico regionale. Sarà una presa d’atto, l’ennesima doccia fredda che andrà a colpire chi già è in sofferenza”.

Pagani mette in fila i problemi più urgenti: il rapporto alunni/pluriclassi (ieri 6-12 alunni, oggi 8-18 alunni), l’organico e la ridefinizione delle classi di concorso o istituzione di cattedre in verticale, il personale Ata per le piccole sedi come quelle di montagna, l’orario delle lezioni e la sicurezza nelle zone di montagna a elevato rischio sismico.

“Il “sistema scuola” nella montagna reggiana presenta – secondo Pagani – anche una serie d’emergenze legate al particolare contesto, quali: la dispersione su un ampio territorio (825,68 kmq pari al 36% del territorio provinciale); 6 istituti comprensivi, con meno di 500 alunni, caratterizzati da piccole sedi di scuole isolate le une dalle altre, collocate in piccole frazioni, più una direzione didattica per un totale di 21 sedi di scuola dell’infanzia, di cui 5 scuole Fism; 20 sedi di scuola primaria (si pensi che negli anni ’70 il solo comune di Villa Minozzo ne contava 18, una per frazione); 8 sedi di scuola secondaria di I grado; l’alternarsi di personale docente e di dirigenti scolastici; l’offerta formativa degli Istituti Superiori e della Formazione professionale, da porre in relazione anche col territorio, la sua situazione economica e sociale e i bisogni reali dell’utenza”.

“Il finto federalismo proposto dal governo - osserva il presidente della Commissione scuola - non ha certo impresso un’accelerazione al processo di trasferimento di competenze tra stato a regione. La scuola, infatti, più che di raffinate, e a volte, inutilmente complicate dispute giuridiche, ha bisogno di efficaci scelte politiche, nazionali e locali, in grado di rispondere a problemi concreti sempre più pressanti, specialmente per le zone che hanno maggiori criticità come quelle di montagna".

“Le montagne, che da tempo hanno assistito ad un allontanamento delle nuove generazioni, ad un accorpamento delle parrocchie e dei servizi alla persona – conclude Pagani - non possono vedere venir meno i luoghi dell’educazione. Se spariscono anche le scuole si mette a rischio quel senso di comunità che crea coesione e solidarietà fra la nostra gente".

2 COMMENTS

  1. E quindi… quale scuola rimarra’ in montagna?
    Sono un genitore di 2 studenti: uno che ha frequentato la terza geometri all’Istituto tecnico commerciale e per geometri “Cattaneo” di Castelnovo ne’ Monti, in classe erano in 32 e quindi vi lascio immaginare poveri docenti come potevano insegnare; fine anno scolastico 15 respinti, 8 rimandati e quindi solo 9 promossi; l’altro deve iniziare da settembre 2011 la scuola media inferiore “Bismantova” di Castelnovo ne’ Monti, che ancor oggi il preside non è riuscito a sapere se per un totale di 108 bimbi che inizieranno in prima media potrà farlo in 4 o 5 classi avendo anche diverse certificazioni di portatori problematiche psico-fisiche certificate gravi. Quindi le chiedo: si può ancora chiamare scuola o solo parcheggio orario mattutino?
    E’ la situazione nella nostra montagna, le confermo ciò che ha segnalato, cosa avete deciso e cosa possono fare i genitori degli studenti che vivono in montagna? Devono tutti venire ad abitare a Castelnovo ne’ Monti?

    (Un genitore della montagna reggiana)

  2. Un assessore regionale deve essere capace di distinguere tra causa ed effetto!
    Condivido il grido d’allarme del consigliere regionale del Pd, presidente della commissione regionale scuola, lavoro, formazione e sport. La scuola dovrebbe essere valorizzata ed essere costantemente considerata un settore dove prevalgono gli investimenti anzichè i tagli. La situazione della nostra montagna andrebbe analizzata più a fondo per capire le ragioni dei tagli. Se è vero com’è vero che anche i settori pubblici debbono rispondere a criteri di efficienza e qualità è altrettanto vero che debbono essere comparati alle reali esigenze della collettività che vanno nel caso specifico sempre salvaguardate.
    L’istruzione è un bene primario tanto quanto lo è la crescita demografica del paese e in specifico della zona montana. Siamo in presenza da almeno 10 anni di un mancato ricambio generazionale, di un malessere demografico stagnante che impedisce la normale vita di comunità. Questa è la causa dei tagli alla scuola. Chi ha amministrato per tanto tempo, il centrosinistra, la montagna ha sempre negato nelle sedi istituzionali che questa sia la ragione vera del declino pauroso di tutta la montagna reggiana.
    Se gli indicatori socio-economici non si invertono tra dieci anni dovremo pensare che Castelnovo ne’ Monti è la sede ideale per soddisfare i bisogni di istruzione primaria? La mia è una provocazione, lo so, ma o si mette mano denunciando la situazione vera di crisi socio-economica del territorio al problema demografico o si continua ad urlare a turno nel deserto.
    Mi auguro d’avere evidenziato le ragioni che stanno a monte dei tagli all’istruzione, che non condivido, ma che saranno sempre piu marcati. Voglio ricordare che gli effetti deleteri del mancato ricambio generazionale hanno ricadute anche sui livelli di istruzione professionale e superiore.
    Al consigliere regionale Pagani credo debba essere ricordato che è sempre importante distinguere tra causa ed effetto. Se affermiamo che i tagli alla scuola non possono essere accettati dobbiamo anche denunciare l’indifferenza e l’incapacità della Regione di proporre e realizzare processi di sviluppo buono, a favore della montagna, altrimenti tutto diventa pura propaganda fine a sè stessa. E la montagna reggiana non ha bisogno di figure istituzionali che si prodigano solo ad argomentare solo per finalità politiche.

    (Marino Friggeri, coordinatore organizzativo Alleanza per l’Italia)