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Ecomaratona del Ventasso. Il giorno dopo

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Con un caldo di quelli che in montagna si presentano di rado, ma con un cielo terso che ha regalato spettacoli mozzafiato, si è corsa domenica la nona edizione dell’Ecomaratona del Ventasso. Una manifestazione ormai molto conosciuta e molto amata nella sua montagna, ma anche a Reggio e altrove in Italia, dove ha seminato il ricordo di un’indimenticabile giornata portato qua e là dai tanti atleti venuti da tutto il Paese e dall’estero.

Una manifestazione che nasce intorno alla corsa di oltre 40 Km sui sentieri che circondano il Monte, ma che ora propone anche altri piccoli-grandi eventi di contorno, che contribuiscono a fare della giornata un evento articolato e complesso.
Oltre alla maratona, coi suoi oltre 40 Km su e giù per i boschi e i prati del Ventasso, la domenica a Busana ha anche regalato una corsa breve di 12 Km, una corsa per i bambini ed i ragazzi ed un trekking di 30 Km, la “Di passo sul Ventasso”. Diverse opportunità per essere insieme a Busana e nei boschi del Ventasso con modalità differenti e seguendo ritmi propri.

Un insieme di piccoli-grandi eventi tenuti insieme dall’idea che lo sport può essere il veicolo per svariate occasioni di incontro, socializzazione e promozione di un territorio che si apre, si fa conoscere e mostra il meglio di sé, il volto di quel volontariato che riesce a posizionare in un piccolo villaggio dell’Appennino uno degli eventi più importanti della corsa in natura italiana. Un movimento che è nato da una decina d’anni anche grazie all’iniziativa del Ventasso, che del suo esempio si è nutrita e ha fatto tesoro e che ormai è una realtà importante.

Un esempio che ha fatto nascere, proprio quest’ultimo anno, una maratona sulle Alpi bellunesi che al Ventasso si è ispirata e con Ventasso si è gemellata. Un esempio che anche domenica è andato in scena a Busana, con le oltre duecento magliette rosse dei volontari di Busana, Nismozza, Cervarezza, Collagna, Acquabona, Valbona, Montemiscoso,al lavoro nel bosco e al centro maratona a Busana, facendo ripartire gli atleti con il sorriso sulle labbra e tutte quelle strette di mani a suggellare un’ospitalità riuscitissima e un ricordo che si porterà per molto tempo.

A Busana è andato in scena questo, ma anche i ragazzi di Busana che chiacchieravano amabilmente con i giovani atleti venuti dall’Australia e dall’Inghilterra, scambiando punti di vista, pensieri e indirizzi, a testimonianza di un piacere dell’accogliere e dell’incontro che si è realizzato davvero. Segnali che fanno pensare che esistono altre modalità perché un angolo di Appennino diventi protagonista, abbia delle cose da dare e da raccontare e possa diventare occasione di promozione e di sviluppo. Segnali che dovrebbero davvero essere osservati da chi è interessato a questa montagna in grande difficoltà.

Da chi dovrebbe tenere presente il pieno degli alberghi di questo fine settimana, ma anche gli atleti inglesi che rimarranno all’Agriturismo Rio Riccò di Busana per una settimana, o i baresi che sono saliti tre giorni e qui rimarranno, sempre all’Agriturismo Rio Riccò, pur correndo solo i 12 Km della gara. Segnali che dovrebbe osservare chi, magari, incontrerà Cristiano Campestrin, uno dei primi tre atleti al traguardo della maratona, che passerà i prossimi giorni nel nostro Appennino.

Segnali che testimoniano della possibilità di realizzare esperienze che, oltre a divenire eventi importanti, possono aiutare l’Appennino ad individuare piste di lavoro, idee e contributi concreti per promuovere questo territorio.
Segnali che dovrebbero essere registrati là quando si fa presente che ( è bene ricordarlo) i sentieri di accesso al monte Ventasso e all’Oratorio di S. Maria Maddalena, così come quelli attorno al Lago Calamone sono puliti e conservati aperti grazie al lavoro volontario che ruota attorno all’Eco del Ventasso.

Cose concrete, contributi reali e misurabili che un gruppo di montanari realizza per il proprio territorio riuscendo ad essere d’esempio ad altri che vivono molto lontano, in luoghi anche di molto più grande richiamo turistico. L’anno prossimo l’Eco del Ventasso sarà alla decima edizione. Un traguardo importante che i volontari cercheranno di onorare con tutto l’impegno a partire da subito, con la traduzione in inglese dei contenuti del sito, perché l’eco di questo Ventasso vada ancora più lontano. Ma, di ieri, è importante ricordate anche chi è salito sul podio in questo Ventasso caldissimo: primi assoluti Matteo Pigoni e Lara Mustat, già vincitori l’anno passato. Il podio dei montanari: prima e seconda donna Annamaria Ceccarelli e Vilma Canedoli primi tre uomini Massimo Gazzotti, Enrico Rivi, Graziano Sabattini.

(Rosi Manari)

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Un servizio per immagini su Telereggio in "Atletica Atletica" venerdì 15 alle 23 con replica sabato 16 ore 8,30.

3 COMMENTS

  1. La mia seconda patria
    Mamma che caldo quest’anno, e quanto è duro arrivare in cima alla croce del Ventasso, ma come si può mancare a questa che è la regina delle ecomaratone? Di gare in Italia ne faccio tante ma il mio amore per il Trail Running è nato qui nel 2006 e da allora non mi ha più mollato. L’Italia è varia e ogni anno le corse sono centinaia e tutte belle ma ci tengo a sottolineare che ci sono SOLO 3 manifestazioni a cui non rinuncerei mai: il Da Piazza a Piazza, l’Arrancabirra e l’Ecomaratona del Ventasso.
    E’ sicuramente vero, questa gara la organizzano Rosy e Vincenzo, due figure che ormai conoscono tutti quelli che bazzicano l’ambiente delle Ecomaratone…
    Ma in realtà l’ecomaratona del Ventasso è UN PAESE, una parte di montagna che si sveglia e si unisce per accogliere tutti gli anni 3-400 concorrenti.
    Il mio è un doveroso GRAZIE a coloro che tutti gli anni dedicano il loro tempo a coccolarci. Una festa nella festa senza la quale credo proprio che il Ventasso sarebbe solo il nome di un monte in Appennino. Invece adesso questo nome è conosciuto in tutta Italia credetemi ^___^

    (Alessio Parauda)

  2. L’Ecomaratona sul web
    Per chi ha voglia di curiosare sul web, consiglio di andare a scovare tutti i blog, forum e album fotografici che parlano dell’Ecomaratona del Ventasso, i giudizi sono a dir poco commoventi. Eccezionale vedere atleti stranieri venire sul nostro Appennino e decidere di dedicarci una parte delle loro vacanze. Rosi nel suo articolo dimenticava che erano presenti anche volontari di Vallisnera, Talada e Casale di Busana. Lunga vita all’Ecomaratona del Ventasso.

    (Vincenzo Castellano)


  3. Ciao, mi chiamo Marco Bottene e sono di Vicenza. Alla mia prima VENTASSO, colgo l’occasione per fare i complimenti per l’organizzazione intera. Come ho già fatto durante la corsa, rinnovo il mio grazie a tutte le maglie rosse. Un sacco di “calore” e non solo quello del sole 🙂 hanno accompagnato questa mia ecomaratona che da due anni sognavo e finalmente ho concretizzato quest’anno. Buone corse.

    (Marco Bottene)