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Una riflessione di Enrico Bussi sui risultati del questionario sul commercio

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Castelnovo s’è inzeppato. C’è una soluzione?

Il centro commerciale naturale risale ai tempi antichi e lo ha ricordato Federico Tamburini nella sala del Consiglio comunale il 15 giugno quando ha presentato l’inchiesta sul commercio. Nelle foto d’epoca compare il campo della fiera esteso dall’attuale Piazza Peretti fino in cima alla salita. Si vedono la strada (l’attuale Via Roma), il vecchio borgo sullo sfondo e l’intera area senza case: un grande spazio aperto per accogliere la gente, il bestiame, appoggiare i banchi, favorire incontri e scambi.

Tutti i commercianti di oggi sono stati intervistati per iniziativa della lista civica Persone e montagna, in buona parte hanno risposto e la sintesi delle informazioni raccolte è stata elaborata da Silvio Bertucci. Le loro valutazioni negative hanno suscitato gli interventi del sindaco Marconi, del vicesindaco Gattamelati, dell’assessore Ruffini, dei consiglieri Davoli e Bizzarri e gli operatori presenti alla serata hanno fornito contributi che meritano i necessari approfondimenti. L’insoddisfazione dei negozianti riflette le difficoltà legate alla crisi attuale, ma soprattutto sconta le scelte fatte dietro le pressioni a fabbricare, sacrificando la possibilità di lavorare bene nel futuro. Le difficoltà attuali del commercio a Castelnovo e a Felina derivano dalla perdita degli spazi necessari.

Felina è il secondo centro della montagna i suoi abitanti hanno la qualità apprezzata di impegnarsi nelle iniziative collettive, si trova imperniata in mezzo alla montagna, è stata costruita di recente durante l’epoca dei piani, eppure non è riuscita a diventare un centro funzionale. Quello vecchio si è formato all’incrocio tra le strade statale e provinciale, poi ci sono stati vari tentativi per farne sorgere dei nuovi. Dopo la zona artigianale progettata, le imprese più decise sono andate a prendersi la piana e hanno rotto il paesaggio. Il secondo centro commerciale è stato progettato vicino alla tangenziale, ma i collegamenti con il primo non sono ben riusciti. Il supermercato e altri esercizi vorrebbero trasferirsi all’incrocio tra la tangenziale e la statale vecchia, verso il Fariolo, quasi un ritorno alla prima sede storica del centro del Comune. Quest’ultima intenzione risulta essere rientrata, eppure Felina sembra sempre attirata dalla tentazione di “scentrarsi”.

Castelnovo è cresciuta riempiendo tutti gli spazi con le costruzioni, con le macchine e ha sempre meno posto dove mettere le persone e farle rimanere. Le multe accendono le scintille con i Vigili e il Comune. Si discute se far parcheggiare il residente, l’impiegato o il cliente. I negozi sono in conflitto con i supermercati e l’ultimo è stato costruito sopra i luoghi destinati ai giovani, agli anziani e per le auto. Il capoluogo della montagna è diventato meno attraente dopo che si è chiuso dentro a cerchi concentrici. Prima ha riempito il campo della fiera lasciando solo due piccole piazze. Poi ha costruito ovunque lungo l’anello di via Roma-viale Bagnoli occupando le superfici nei dintorni. La piana della Pieve è stata l’ultima possibilità di espansione, ma ora gli edifici e i luoghi di evasione si trovano sul bordo della ripa e su di loro incombe la variantina provinciale alla SS 63.

Il progetto presentato dalla Provincia purtroppo è sbagliato perché aggiunge problemi e lascia invariate le difficoltà di salire e scendere. Toglie respiro al nuovo quartiere, mina la tenuta delle sponde e non migliora in alcun modo le prospettive per il centro. Non dà risposta al bisogno di nuovo spazio praticabile, anzi si presenta come una minaccia. Se si realizza diventa un errore fatale per l’intera montagna reggiana perché tappa l’unico posto dove può iniziare la galleria lunga progettata vent’anni fa dall’Anas. Sarebbe un vero suicidio quello di spendere i soldi locali per eliminare la sola possibilità di superare la tragicommedia di un capoluogo che si chiude verso monte, verso valle e si mette sotto assedio con tutte le sue forze.

La vera soluzione sta nella galleria lunga e nel viadotto per arrivare in piano dalla Croce fino a Tavernelle e in questo modo facilitare gli spostamenti con la pianura, dare speranza alla montagna alta e a Castelnovo centro. Infatti, con quelle opere la viabilità sfocia sul versante sud, incontra una zona libera dove c’è la possibilità di realizzare gli svincoli, i parcheggi, il punto di partenza dei mezzi pubblici verso l’anello di viale Bagnoli-via Roma e ogni altra destinazione. Occorre l’unità di tutti per rilanciare quel progetto di importanza strategica e che ha il vantaggio di essere dell’Anas, dove c’è il potere di aggiornarlo e di metterlo in programma di attuazione. In un futuro meno lontano se Castelnovo lo cerca.

Castelnovo torna ad essere un centro attrattivo solo se punta le sue carte sulla ricostruzione della possibilità di muoversi, fermarsi per apprezzare le merci e accedere agevolmente a un’ampia gamma di servizi. Mentre nessun programma è in grado di ricreare il centro commerciale naturale, solo il progetto Anas può favorire gli arrivi a Castelnovo. Infatti, l’eliminazione del saliscendi, la facilità di raggiungere il parcheggio comodo all’esterno e il collegamento agevole col centro hanno la capacità di stimolare l’aumento delle persone che viaggiano e si fermano. Al contrario, la variantina provinciale elimina per sempre quella possibilità: non solo penalizza chi pensava di rilassarsi nella piana della Pieve, ma sopratutto attizza tutte le contese degli spazi stretti: tra il passaggio delle auto e le auto in sosta. tra quelle degli uffici, dei gestori e quelle dei clienti, tra chi vorrebbe portare tanti motivi di richiamo sulle strade e gli utenti che friggono nell’alternativa di stare a soffrire o di dover scappare.

(Enrico Bussi)

5 COMMENTS

  1. la partitocrazia ha da sempre rovinato Castelnovo.
    Molti sono gli esempi:le due piazze erano unite e mai il Sindaco Sozzi permise lo scempio della costruzione di alcune case fra le due piazze,poi,un potente geometra….;a molti è sembrata utopia pensare che sotto le tre pinete potessero sorgere posteggi e così,invece di costruire un parcheggio che avrebbe potuto avere ingressi da tutte le parti del paese si è deciso di eliminare ogni possibilià cementando tutto attorno o vendendo il terreno.Caro dott.Bussi Lei è sempre attento alle cose del paese, ma penso dovrà impegnarsi molto perchè almeno la ascoltino. Gli amministratori che si sono succeduti dovrebbero essere chiamati in giudizio per la loro incompetenza, ma forse io esagero….semplicemente sono rimasti al dopoguerra.Saluti Luigi

  2. Caro Luigi
    Carissimo Luigi, ho letto con attenzione il suo commento su @CRedacon#C in merito al sondaggio sul commercio, le posso assicurare che in parte condivido. Purtroppo in questo paese si è perso il senso della parola, POLITICA. La prima definizione risale ad Aristotele ed è legata al termine “polis”, che in greco significa la città, la comunità dei cittadini; politica, secondo il filosofo ateniese, significava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano. Oggi invece la politica è solo per pochi, al servizio di pochi per gli interessi di pochi. Ma la colpa non è solo esclusivamente dei politici che hanno palsmato la POLITICA a loro uso e consumo, la colpa è anche di noi cittadini che stanchi di NON ESSERE mai ascoltati ci siamo allontanati dalla stessa, così permettendo ai “capetti” di turno di fare ciò che vogliono, senza mai pagare dazio.
    Bella la sua frase “chiamati a giudizio” per incompetenza, rispecchia appieno l’assoluta visione MIOPE della classe dirigente attuale, incapace di programmare il futuro dei propri figli o dei propri nipoti.
    Noi cittadini lo vediamo tutti i giorni, ci fanno credere che è inutile alzare la testa, esprimere la propria idea, tanto ti bollano come “prevenuto” oppure si alzano e se ne vanno… Ma io non mi omologo a loro e credo che abbiamo solo bisogno di PARTECIPARE: è il solo modo di mandarli a casa. Hanno imboccato il viale del tramonto, solo che non se ne sono accorti.
    La saluto cordialmente.

    (Roberto Malvolti)

  3. Variante Ponte Rosso
    Condivido pienamente le considerazioni esposte dal Dott. Bussi. Sono osservazioni attente al territorio e a chi lo abita, fatte da persona che ha a cuore e pensa al futuro del nostro paese. In merito alla variante del Ponte Rosso è davvero qualificante per il territorio un’opera a così alto impatto ambientale e acustico, nelle immediate vicinanze di scuole, centro di atletica, centro benessere e abitazioni private? Quest’opera, se realizzata, precluderà qualsiasi altro intervento di carattere sportivo, turistico o quant’altro. Alcuni anni fa sulla “sponda” retrostante via Fanti d’Italia si ipotizzava un percorso riabilitativo per cardiopatici e il centro di medicina sportiva, interno all’area del Centro Coni, sarebbe stato funzionale anche a questo. Come cambiano i tempi! Le mie perplessità sono ben note agli amministratori locali e provinciali poiché sono sempre state palesate negli incontri pubblici di presentazione del progetto della variante.

    (Piera Ruffini)

    P.S. – Leggo in questo momento che la Pallacanestro Reggiana tornerà a Castelnovo ne’ Monti (un paese per lo sport) dal 3 all’11 settembre. Durante il periodo del ritiro la squadra avrà la possibilità, tra le altre, di usufruire di ottime strutture sportive quali il campo di atletica leggera, la nuova piscina “Onda della Pietra” e potrà godere della quiete e della tranquillità dell’accogliente comune montano. Questa quiete quanto durerà?

  4. Reciprocità
    Non avevo nessuna intenzione di dare delle colpe o suggerire soluzioni. Semplicemente dire che, con la lunga militanza sia come commerciante e, per alcuni anni, come assessore, pur avendo anche votato contro ad alcune scelte scellerate da noi fatte non eravamo consapevoli del male che stavamo facendo. Il sig. Roberto Malvolti scrive: stanchi di non essere ascoltati… Vorrei suggerire a tutti di leggere l’interessante relazione fatta dal Prof. Stefano Zamagni a Modena sull’economia della reciprocità. Potete trovarla sul sito @Lhttp://www.progettoinsiemeonlus.it@=http://www.progettoinsiemeonlus.it#L.
    Saluti.

    (Luigi)

  5. Bella questa riflessione
    Trovo interessante questa riflessione. Molto puntuale e scrupolosa. Vorrei sottolineare un passaggio significativo che riassume tutto: “Castelnovo torna ad essere un centro attrattivo solo se punta le sue carte sulla ricostruzione della possibilità di muoversi, fermarsi per apprezzare le merci e accedere agevolmente a un’ampia gamma di servizi”. Per decenni si è fatto il contrario! Ora è molto difficile rimediare. Castelnovo, da centro della montagna a vocazione turistica che era, è diventata una città come tante altre, con tutti i problemi delle città. Sensi unici, parcheggi a pagamento e disco orario, impossibilità a fermarsi, poca cortesia e una fretta indiavolata. Un ricordo dei tempi che furono: molti d’estate si rifugiavano negli scantinati per dare il posto, la camera migl$iore e la cucina, ai villeggianti!

    (Commento firmato)