Referendum del 12 e 13 giugno: Reggio Emilia con il 68,48% dei votanti, contro la media del 57% in Italia è la capitale italiana del voto. Eppure l’analisi dell’affluenza, comune per comune, ai quattro referendum di domenica e lunedì, riserva alla nostra montagna il ruolo di fanalino di coda in provincia!
Per altro c’è una curiosa singolarità questo fenomeno è osservato, quesito per quesito, in maniera quasi granitica dai nostri comuni cui si uniscono solo Boretto, Brescello, Castellarano e Guastalla.
Indubbiamente, analizzando il voto, i referendum paiono veri propri plebisciti capaci di lasciare basiti anche i più ottimisti astensionisti che, forti di una "tradizione" lunga 16 anni, confidavano nella nullità consolidata dello strumento referendario. Invece, come in ogni plebiscito che si rispetti sono passati i quattro quesiti abrogativi sul ritorno al nucleare, gestione e tariffe dell'acqua e legittimo impedimento.
Ovunque trionfa il “sì”, a partire dai primi due referendum sull’acqua (che però a Vetto passa “solo” per il 93,62% contro il dato medio regionale del 96%), sul nucleare (dove è a Collagna che si possono contare cinque elettori su cento a favore – contro una media di poco più di tre ogni cento), e legittimo impedimento che, in montagna, sconta un’affluenza al voto inferiore di uno 0,01% rispetto agli altri quesiti, ma – singolarità – vede i comuni montani in testa nel decretare la vittoria del "sì" con oltre il 95% dei voti per l’abrogazione. Se, invece, Busana è la capitale dell’acqua, non stupisce il fatto che sia stato il comune col maggior numero di votanti in Appennino: il 66,7% di elettori si è recato alle urne, dei quali oltre il 95% si è espresso per il “sì” per l’abrogazione nei quesiti uno e due (di pochissimo superiore solo Ligonchio, altro comune d'acque!). Come è ormai noto è di pessimo auspicio l’invito a non andare a votare (il primo fu Craxi, stavolta ci ha provato Berlusconi). Ne è un esempio l’unico Comune montano amministrato dal centro-destra – alias Viano – che ha respinto l’invito del premier, anzi, rincarando la dose e posizionandosi 13° in provincia nel volere abrogare la norma sul legittimo impedimento.
Vetto è la maglia nera dell’astensione, con circa l’11% di elettori in meno rispetto al dato medio provinciale di affluenza (quesiti numero 1 e 2 sull’acqua e numero 3 sul nucleare), seguita a ruota da Brescello, Collagna, Baiso, Toano sino ad arrivare a Castelnovo ne' Monti (64,2% di elettori sul nucleare), sino al “virtuosismo civico” di Casina, con il 66,42% di elettori, in linea con il dato medio provinciale. Una prima analisi parrebbe indicare che, fatta eccezione per Castellarano e Guastalla, i comuni in provincia con i redditi più bassi (quelli dell’Appennino e quelli rivieraschi) siano risultati meno sensibili allo strumento referendario.
Il web, si è detto, è stato strumento di campagna referendaria. E-mail, inviti al voto, messaggi sui social network e molto altro. In queste ore spopolano i commenti, alcuni dei quali anche goliardici. Ed è il gruppo “Idee di montagna”, attivo su Facebook sulla vita politica del nostro crinale, a segnalare il caso del seggio del Cerreto (Alpi e Laghi) dove col 43% di votanti non si è raggiunto il quorum e, inevitabilmente, prendono il via polemiche ancora non sopite con l’ultimo verdetto delle amministrative, che hanno visto il centro-sinistra spaccato. Ma questa è un’altra storia: quella di stanotte racconta di ore di festa per molti.
Tutti i numeri del voto, comune per comune, sulla banca dati della Prefettura di Reggio Emilia.
E ora cosa facciamo?
Cosa facciamo ora in Consiglio Comunale a Busana ed in tutti i comuni dove la maggioranza ha affidato ad Iren spa la gestione dell’ acqua ricavandone profitti?
A larghissima maggioranza la cittadinanza di Busana ha bocciato l’ operato dell’ amministrazione comunale, non sarà che gli stessi amministratori si sono bocciati da soli con un bel si.
Il degrado e la confusione totale spiazzano e sconcertano i cittadini, amministratori e “politici” che con semplicità cambiano opinioni e idee senza nemmeno giustificarsi, anzi rimangono ai loro posti ed addirittura traggono forza dagli eventi elettorali. La chiesa che, in questo caso si espone, mentre in occasione dell’ operazione Iren ha taciuto, come pure in occasione di alti importanti momenti, Legge 40, temi sulla famiglia…….
Come si suol dire “siamo alla frutta” anzi all’ “acqua”
Fabio Leoncelli
Si accettano suggerimenti.
Gentile Leoncelli, se lei erano uno di quelli contrari ad affidare a società quotate in borsa ( ma a controllo pubblico) la gestione e razionalizzazione della rete idrica, sin dalla prima ora, non dovrebbe tirarsi indietro adesso, ma suggerire lei stesso la risposta sul da farsi.
E’ stato stimato che servono 60 miliardi per rinnovare la rete idrica italiana per non incorrere in pesanti sanzioni UE. Gli enti locali ce li hanno questi soldi? Io dico di no? Lo stato centrale ce li ha? Io penso di no? E allora? Allora penso che i casi siano due: 1) ce ne freghiamo della rete idrica e finchè dura continuiamo a perdere il 30/40% dell’acqua (che tanto è gratis e quindi chissenefrega) e ci porremo il problema quando arriveremo a perdere l’80%,[sorvolando sulla realizzazione di depuratori, fognature ecc] 2) Tremonti caccia fuori i soldi e poi li recupera con una bella stangata sulla fiscalità generale a carico dei contribuenti (così raggiungiamo il doppio scopo: a) fare felici i contribuenti che non avrenno aumenti in bolletta (se poi i costi li pagheranno per vie traverse poco importa) b) fare felici coloro che si sono costruiti la piscina olimpionica abusiva che tanto continueranno a pagare non in base all’effettivo consumo. Altre soluzioni? Vedremo tra un pò se chi ora festeggia per la vittoria avrà avuto ragione. Me lo auguro caldamente. Io ho il dubbio che si sia adottata, per questi referendum, la tecnica che tanto si contesta al centro dx: vincere alimentando le paure della gente. Chi non sarebbe terrorizzato sapendo che domani ti faranno morire di sete ( gli italiani, probabilmente i più grandi consumatori di acqua minerale al mondo…)? Chi non sarebbe terrorizzato dal sapere che la centrale nucleare ti esploderà con certezza come a Fukushima? Adesso attendiamo gli eventi e vedremo se il “terrorismo” avrà effetti positivi o negativi.
Ma sull’irrazionalità dei Comuni che prima sostengono una tesi e poi invitano gli elettori a votare contro le decisioni da loro stessi prese sono perfettamente d’accordo con lei.
Salute
R.S.
Non è poi così male questo risultato…
E’ abbastanza comprensibile e prevedibile il risultato referendario qui in montagna riguardo l’affluenza alle urne… In primis in molti comuni del crinale ci sono centinaia di persone che vivono per lavoro all’estero(a Villa Minozzo mi pare incidano intorno al 7% degli aventi diritto al voto per esempio..)o comunque lontano dalle proprie terre natie e difficilmente tornano a casa per un referendum questo è già sufficiente a far abbassare i votanti… Se poi ci aggiungiamo la complessità e la vastità del territorio montano che rendono più complicato creare reti di collaborazione tra attivisti/comitati ed in ultimo ci mettiamo il fatto che l’elettorato montanaro è prevalentemente anziano e quindi lontano dalle realtà di chi ha proposto i referendum cioè i giovani (soprattutto quello sull’acqua) ecco che la frittata è fatta… Comunque tutto sommato i risultati della montagna non sono poi così male….
(Commento firmato)
la volontà sembra chiara!!
Se prima si intendeva come obbligatoria la privatizzazione delle municipalizzate ora, almeno per quanto riguarda l’acqua, il politici hanno chiara la volontà popolare. Penso che spetti a loro trasformare tale volontà in norme che garantiscano l’acqua a tutti(che implica anche gli investimenti affinche rimanga accessibile ora ed in futuro. Abbiamo eletto persone che anno dichiarato di essere in grado di ammministrarci … penso che siano loro a doversi preoccupare degli aspetti pratici, a noi spetta di vigilare e se manterremo la giusta attenzione non dubito che la corruzione che sta dietro gli impianti non funzionanti avrà vita corta.
Saluti
(MG)
Gentile MG, non è proprio così vero che il decreto Ronchi obbligasse la privatizzazione dell municipalizzate. Ma a prescindere da questo (che ormai non conta più nulla), mi incuriosisce la motivazione che lei dà per il risultato referendario sull’acqua, poichè sembra collocarsi in aperta antitesi con quello sul nucleare. Sul nucleare si diceva che mai e poi mai bisognerebbe affidare a dei politici, che non sanno neppure risolvere il problema dei rifiuti comuni, delle scorie nucleari da smaltire. Ora lei dice che l’ente pubblico (alias la politica) è certamente in grado di garantire la gestione e gli investimenti necessari ( la situazione disastrosa della rete idrica italiana è da attribuirsi certamente al pubblico e non al privato). Dove starà la verità? La verità, a mio parere, è che il decreto Ronchi prevedeva almeno della gare pubbliche e ora non ci sono nemmeno più quelle. Autostrade aperte alle lottizzazioni, agli “amici degli amici” ecc ecc. Saluti.
(R.S.)
il referendum per sia natura pone un divieto, chiude un percorso:
no alla privatizzazzione dell’acqua
no alla realizzazioni di centrali nucleari.
L’aspettativa è di una saggia e sana politica delle risorse ma il controllo di questa non spetta ai referendum ma alla partecipazione dei cittadini alla vita politica. In questi anni si è pensato di avvicinare la politica come tifo calcistico…cosi però si fanni solo gli interessi di chi usa le paure della gente per lucrosi appalti.
Il giornalismo ha derogato la sua funzione di controllo (gabanelli e pochi altri esclusi) cercando di far credere la spartizione sia democrazia…. in sintesi non bisogn cercare sciorciatoie ma pretendere che ogni organo svolga le proprie funzioni.
(MG)
Genitle MG, su una cosa concordo cone lei: gli italiani hanno fatto una scelta. Ma scegliere disinteressandosi di come , in pratica, la propria sceltà potrà essere effettivamente attuata è davvero scegliere consapevolmente? Ho già esposto sopra, rispondendo a Leoncelli, quali potranno essere i rischi di questa scelta. Le aspettative sono un’altra cosa e si basano sul presupposto (sbagliato) che la politica sia diventata, di colpo, sana, ligia al dovere e disinteressata. O sulla convinzione ( a mio avviso altrettanto sbagliata) che qualcuno possa esercitare un effettivo controllo, specie in mancanza di gare di appalto e di spese che non devono essere rendicontate in un vero e proprio bilancio, come farebbe qualunque azienda. Di tutte queste cose gli italiani hanno preferito disinteressarsi ma mi auguro che comunque le cose vadano per il meglio. Di sicuro i soldi qualcuno li deve mettere e a metterceli saremo noi , con buona pace di chi non vedrà le bollette aumentate.
Saluti.
(R.S.)
CAPITALE….
Dall’esito referendario sulle acque, sembra, dico SEMBRA che la capitale sia LIGONCHIO.
Perché menzionare non correttamente l’avvenuto esito MONTANARO!
(L.C.)