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Incredibile 66 anni dopo / “La sposa di allora sono… io: conservo ancora il tuo ‘paracadute nuziale””

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“Con il mio paracadute di guerra una ragazza fece l’abito di nozze. Sarebbe bello ritrovarla ed incontrarla”. Questo l’appello lanciato su Redacon, nei giorni scorsi, da David Kirkpatrick, 87enne highlander scozzese che il 24 marzo 1945 si paracadutò in kilt ai piedi del Cusna.

Kirkpatrick, come racconta, donò “il suo paracadute ad una famiglia che lo ospitò nei borghi intorno al Cusna. Serviva loro per fare il vestito da sposa della figlia”. Poi partì con i reparti speciali del 2° SAS britannici ed i partigiani garibaldini, russi e del “Gufo Nero”, per suonare la cornamusa sessanta chilometri più a valle a Botteghe d’Albinea, durante l’assalto al comando tedesco della Linea Gotica. Episodi narrati e romanzati nel libro “Il bracciale di sterline” edito da Aliberti e scritto dai giornalisti reggiani Matteo Incerti e Valentina Ruozi. Proprio in queste pagine è raccontato questo episodio del “paracadute nuziale”. Una vicenda per la prima volta resa nota da un articolo di Incerti sul “Carlino”, lo scorso 18 agosto.

Ma è grazie a Redacon che è accaduto l'insperato. Qualche giorno fa, infatti, abbiamo recensito il romanzo che sta vendendo copie in tutta Italia e, il 25 maggio, abbiamo intervistato David Kirkpatrick che 66 anni fa venne paracadutato in kilt a Case Balocchi e, sulla nostra testata, ha lanciato il suo appello: per ritrovare la sposa che di quel paracadute fece un vestito di nozze, episodio di cui ancora il soldatino di allora ricordava.

E come per magia e con un po' di fortuna il cerchio si è chiuso e tutti i protagonisti sono vivi e vegeti. La sposa di sessantasei anni fa ed il “paracadute nuziale” sono stati ritrovati. E’ bastato un semplice messaggio sulla bacheca di Redacon, in risposta all’articolo che parlava delle leggendarie gesta di questo scozzese calato dal cielo in kilt e i fili d’Arianna della Storia si sono riallacciati di nuovo. A poche ore dalla notizia inserita il 25 maggio ecco un unico commento: “L’abito da sposa fatto con il paracadute dello scozzese in tempo di guerra è quello di mia madre. E’ molto bello, è a disposizione e lo conserva ancora per chi lo volesse vedere” firmato dottoressa Enrichetta Giampellegrini di Castelnovo ne' Monti.

Singolare, assolutamente, anche il fatto che nel romanzo “Il bracciale di sterline” Kirkpatrick racconta di quell’aneddoto e riceve in cambio, dall'autore Incerti, la buffa “promessa da lupetto” (lo scozzese era un boy scout) di ritrovare sposa e paracadute. Il libro è diventato così realtà. E' una delle tante storie al confine tra il vero e la storia da cinematrografia che sono accadute in questo romanzo e che vedono l’Appennino Reggiano e tanti suoi abitanti al centro.

Il giornalista Incerti letto il messaggio sul Redacon ha contattato la dottoressa Giampellegrini, arrivando poi alla madre. La ottantottenne Albertina Magliani in Giampellegrini che oggi vive tra Parma e Collagna. “E’ proprio quello il paracadute” dice l’arzilla signora la cui famiglia, durante la seconda guerra mondiale, ospitò soldati inglesi e americani nella casa di famiglia a Cinquecerri.

Vi sono tre particolari che fanno pensare in maniera inequivocabile al paracadute di Kirkpatrick. “So che il paracadutista arrivò da solo” - spiega oggi l'arzilla sposa di allora a Redacon - e Kirkpatrick infatti fu lanciato da solo da un Dakota il 23 marzo 1945. “Il paracadute di seta bianco con il quale fu fatto il mio vestito di nozze fu dato a due medici partigiani delle Fiamme Verdi tra Lama Golese, Febbio e Case Balocchi. Questi erano , il mio futuro marito Olfeo Giampellegrini nome di battaglia Albertina in mio onore e Taddeo Castellini “Niveo” ispettore generale sanitario del Comando Unico partigiano che era di Villa Minozzo e curava i feriti a Lama Golese”. Proprio le zone dove atterrò in maniera roccambolesca lo scozzese.

“Il paracadute che era grandissimo fu diviso in due. Metà lo prese il mio futuro marito per me, poi io feci anche l’abito del battesimo per mia figlia Marisa – spiega Albertina Magliani in Giampellegrini – l’altra metà la prese il dottor Castellini per l’abito da sposa di una sua sorella”. “Il paracadute mi ricordo arrivò a casa nostra a fine marzo, massimo primi d’aprile, quindi coincide con l’atterraggio sul Cusna qualche giorno prima” spiega l’anziana.

“Ora il vestito è nella mia casa a Parma, per vederlo dovrete pazientare un pò visto che ora vado in vacanza dieci giorni nelle Marche…” racconta ridendo di corsa mentre sta partendo per le vacanze insieme alla figlia Enrichetta. Completamente a bocca aperta Kirkpatrick raggiunto telefonicamente nel villaggio di Girvan in Scozia. “E’ incredibile, dopo così tanti anni! Spero gli sia piaciuta la tela del mio paracadute…” scherza. I due intanto, si sono fatti una promessa da duemila chilometri di distanza. “Invierò un pezzo del vestito, allo scozzese” dice Albertina. “Io in cambio donerò un pezzettino del mio kilt con il quale mi paracadutai e lanciai all’attacco a Botteghe suonando la cornamusa” giura Kirkpatrick.

PRESENTAZIONE A CAVOLA DI TOANO DOMENICA 12 GIUGNO– La prossima presentazione del libro “Il bracciale di sterline. Cento bastardi senza gloria. Una storia di guerra e di passioni” si svolgerà domenica 12 giugno a Cavola di Toano alle 10.30 nella nuova piazza Pietro Baroni con il patrocinio del Comune di Toano e della locale pro loco di Cavola.

GRUPPO FACEBOOK “IL BRACCIALE DI STERLINE” – Su Facebook è stato aperta anche una pagina Facebook sul libro e le sue storie. (Gabriele Arlotti)

2 COMMENTS

  1. complimenti.
    Complimenti a Redacon e a chi ha scritto il libro, senza il quale non si sarebbe potuto ritrovare una bella pagina della nostra storia. Non oso pensare a che emozione per i due protagonisti, la Sig.ra Albertina e il paracadutista.

    (Donatella)

  2. il paracadute nuziale
    La sposa in oggetto è nata a Cinquecerri di Ligonchio – il mio stesso paese – e quando ho visto la foto sinceramente mi sono commossa. Conoscevo benissimo lei e la sua famiglia d’origine. Una storia questa da Libro ” cuore”, come se ne sentono poche. Una vicenda bellissima, che ci dimostra l’imprevedibilità della vita, e come, a volte possa riservare sorprese belle come questa… Ciao Albertina!

    (Marta Alberti)