Finalmente, si è ritornati a Casa Nostra!
Dopo il toccante ed intenso spettacolo “NUDI - Le ombre della violenza sulle donne” proposto il 4 maggio al “Bismantova” da Monica Morini e Bernardino Bonzani del Teatro dell’Orsa, la Fondazione Don Artemio Zanni torna per una nuova iniziativa nel luogo che fu “Casa Nostra”. E che sarà “Casa Nostra”.
Venerdì 20 maggio, le porte della piccola cappella adiacente alla casa fondata da Don Zanni si sono riaperte per ospitare la serata “Chiamarlo amore non si può”. Relatrice dell’evento Maria Stella D’Andrea, medico legale, docente di Medicina Sociale all’Università di Parma e Responsabile della prevenzione all’abuso sui minori dell’AUSL di Reggio Emilia.
La preparatissima e pluri-impegnata dottoressa ha raccontato le proprie esperienze di assistenza a minori, donne e anziani vittime di violenza e abusi sessuali. Una piaga terribile e profondamente dolorosa, ancora molto nascosta ma assolutamente presente nella nostra società. E anche molto “vicina”.
Numerosa ed interessata la platea (composta anche da alcune autorità) che ha partecipato alla serata, con la D’Andrea che ha analizzato le violenze e i loro effetti sulle vittime (e sugli esecutori) dal punto di vista medico, psicologico, giuridico ed umano.
Tematiche decisamente scomode, delicate, toccanti ma proposte in modo impeccabile dalla docente, capace di alternare momenti di teoria a racconti di esperienze realmente vissute sul lavoro dalla dottoressa. Colpiscono i numeri del fenomeno (18 milioni le donne italiane vittime di violenza), presente ad ogni livello sociale, d’età e, confermato dalla Responsabile AUSL reggiana D’Andrea, molto più “vicino” di quanto non si creda. Ma c’è ancora paura di denunciare la maggior parte di questi fatti: gli abusi conosciuti rappresentano solo la punta di un iceberg di cui non si conosce ancora completamente l’entità e la dimensione. A presentare l’evento e ad ospitare la serata, due fondatori della associazione: il presidente della Gianni “Jungla” Grisanti (ex ragazzo di Casa Nostra) molto emozionato per i ricordi spiritualmente presenti in quei luoghi e Don Giordano Goccini, ex vice parroco di Castelnovo Monti e attuale responsabile della Pastorale Giovanile Diocesana di Reggio Emilia.
Attraverso queste iniziative, si sono poste le prime basi del futuro di “Casa Nostra”, che avrà proprio il compito di donare speranza e una seconda opportunità a madri con figli minori, vittime di esperienze simili. La strada è molto lunga, il lavoro da fare tanto a livello formativo, umano e materiale. Ma i primi passi sono già stati fatti: la comunità è interessata, partecipa alle proposte della Fondazione e ha compreso la gravità del problema che questa associazione si è posta di affrontare nei prossimi anni.
Questi primi passi diventano poi ulteriormente intensi nel momento in cui lasciano di nuovo orme sui pavimenti della vecchia Casa Nostra. La cittadinanza ha infatti avuto il primo vero assaggio di quei luoghi, che trasudano mille emozioni e mille ricordi. E adesso è arrivato il momento di far rivivere quei momenti, quel clima, quell’amore e quell’umanità sempre presenti nella Casa. Come Don Zanni ha insegnato.