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Il lambrusco sulle tavole montanare c’è eccome. E, ora, il suo Consorzio ha uno nuovo presidente

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REGGIO EMILIA (12 maggio 2011) – Solo la parte bassa dell'Appennino è interessata dai vigneti. Una differenza sostanziale anche solo rispetto alle cartoline degli anni Sessanta. Eppure il lambrusco la fa da padrone sulle nostre tavole e, per le sue qualità, ben si sposa ad accompagnare i nostri migliori piatti.
Da nemmeno una nuova settimana si è insediato il nuovo presidente per la tutela del Consorzio dei Vini Reggiani (due i consorzi, uno per la tutela e uno per la promozione) che, in Italia, è uno dei più giovani in assoluto.

Si tratta di Davide Frascari, 36 anni, che, di fatto, preside sia il Consorzio per la tutela dei vini Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa, dove sarà affiancato alla vicepresidenza da Ennio Prandi, sia il Consorzio per la promozione del marchio storico dei vini reggiani, con vicepresidente Giorgio Medici.

“Accordi di filiera, estero, giovani: con una nuova certezza, il Lambrusco è un grande vino” sono queste la parole con le quali si è presentato.

“Vorrei portare un messaggio di unione, nella filiera, e di nuovo slancio – spiega Davide Frascari eletto all’unanimità dai due consigli di amministrazione riuniti nella sede Consortile presso la Camera di Commercio – soprattutto verso quei mercati che si stanno aprendo al consumo del vino e dove, il nostro Lambrusco, è di fatto primo ambasciatore”.

Perché?

“Ci sono nazioni economicamente molto importanti per il nostro mercato come Cina, India, Giappone, Russia, Ucraina, Messico, Brasile dove è in espansione il consumo del Lambrusco che, in molte famiglie, prima era del tutto assente. E’ in questi Paesi che abbiamo registrato il nome e il logo del Lambrusco. Dinnanzi al crollo del consumo dei vini in Italia (dai 120 litri pro capite degli anni Settanta ai poco più dei 38 del 2010), ci troviamo ora innanzi a una grande opportunità. Il consumo dei vini frizzanti è aumentato, nell’ultimo anno, dell’1,75% a livello mondiale e, in particolare, quello del lambrusco è salito del 6,1%”.

Ma nel 2010 i redditi per i viticultori (prezzo del vino per ettolitro 24 euro per quintale di uva contro gli oltre 55 del 2002) sono stati i più bassi in assoluto…

“La soluzione c’è e chiama in campo i produttori nel controllare la filiera. Per questo ritengo che sia indispensabile l’istituzione del Consorzio dell’Igp Emilia, anche al fine di verificare la rispondenza tra i volumi prodotti e confezionati di Lambrusco (se si considera, ad esempio, che oggi è possibile imbottigliare lambrusco – non Doc – legalmente integrando in parte con altri vini). Se si controlla la filiera sarà più facile operare all’estero”.

Ma non c’è il rischio delle imitazioni?

“Oltre al brevetto abbiamo un unicum eccezionale che ci tutela. Il Lambrusco è difficile da imitare. Lo spiegano gli enologi: è un vino ribelle e molto caratterizzato”.

“E finalmente – gli fa eco Gianmatteo Pesenti, direttore dei Consorzi dei Vini Reggiani – ora il Lambrusco sia in Italia che nel mondo è considerato un grande vino per altro ben adatto ad accompagnarsi a diversi tipi di alimentazioni nel mondo. E’ frizzante, ha un ridotto tasso alcolico (con moderazione può essere consumato da giovani e meno giovani), ha un profilo aromatico e di profumi inconfondibile. Non è casuale che è il vino italiano più esportato negli Stati Uniti”.

Eppure l’Emilia propone un metodo cooperativo di approccio al mercato…

“Oggi cooperare significa fare imprenditorialità – riprende il nuovo presidente Frascari -. E’ come estendere il valore della cooperazione che, in passato, è riuscita a contenere i costi della produzione e oltrepassare i limiti della frammentazione aziendale. Mi sento di esprimere, pure, un ringraziamento al mio predecessore Giorgio Gianotti per quanto ha saputo ben fare anche in questo senso”.

Come sono cambiati i vigneti negli ultimi anni?

“In senso positivo. Molte delle oltre 3.700 aziende vitivinicole reggiane hanno saputo innovare. Sono stati ristrutturati 720 ettari di superficie vitata con investimenti da parte dei viticultori per oltre 10 milioni di euro negli ultimi tre anni nonostante la situazione di mercato. E’ per questo che sono critico nei confronti di una politica comunitaria che ha pagato premi per l’estirpazione dei vigneti quando, invece, la priorità deve essere l’accompagnare le aziende al mercato”.

In sintesi il mandato di uno dei più giovani presidenti in Italia in questo settore?

“Coesione tra i protagonisti della filiera: le 3700 aziende che producono uva, tra chi la trasforma in vino (le 23 cantine nostre associate che rappresentano il 96% della produzione provinciale) e tra chi commercializza. Questo avviene abitualmente in tutte le denominazioni di successo”.

Nel 2111 si berrà ancora Lambrusco?

“Assolutamente sì. Anche perché questo è un mondo che guarda lontano, parlando di agricoltura, ambiente e cultura. Sono convinto che potremo ritrovare, uniti, energie per valorizzare il prodotto ancora a lungo”.

CHI E’

Davide Frascari, 36 anni presidente dei Consorzi Vini Reggiani

Davide Frascari, 36 anni, dottore agronomo, diplomato presso l’istituto agrario Zanelli, laureato in Scienze delle produzioni animali nel 1999, con una tesi di laurea d’estimo sull’investimento, è imprenditore agricolo presso l’azienda omonima a Casalgrande, dove coltiva 42 ettari di superficie vitata. E’ presidente della Cantina di Arceto dal dicembre 2005. E’ stato nominato presidente del Consorzio Vini Reggiani dal 5 maggio 2011, succedendo a Giorgio Gianotti, giunto al termine dei due mandati consecutivi.

I NUOVI CONSIGLI

Consorzio per la promozione del marchio storico dei vini reggiani

Consiglio di Amministrazione: Roberto Baccarani, Domenico Bonetti, Mirco Castagnetti, Romano Fantini, Davide Frascari, Antonio Giacobazzi, Paolo Giovanetti, Carlo Grazzi, Giorgio Medici, Regolo Medici, Ennio Prandi, Paola Rinaldini, Erika Sartori, Giovanni Sidoli, Renzo Zaldini; presidente Davide Frascari, vicepresidente Giorgio Medici.

Collegio Sindacale: presidente Fausto Castagnetti, membri effettivi Alberto Lasagni, Luigi Tamburini, membri supplenti Roberto Iotti, Giorgio Davoli

Consorzio per la Tutela dei vini Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa

Consiglio di Amministrazione: Roberto Baccarani, Domenico Bonetti, Lucio Brighenti, Mirco Castagnetti, Romano Fantini, Davide Frascari, Antonio Giacobazzi, Paolo Giovanetti, Carlo Grazzi, Giorgio Medici, Regolo Medici, Ennio Prandi, Erika Sartori, Renzo Zaldini; presidente Davide Frascari, vicepresidente Ennio Prandi.

Collegio Sindacale: presidente Fausto Castagnetti, membri effettivi Alberto Lasagni, Luigi Tamburini, membri supplenti Roberto Iotti, Giorgio Davoli