Casina: A Bergogno Medievale il “sì” degli Sposi celebrato nell’antico oratorio. Giunge, a sorpresa, anche una pergamena col saluto di Matilde.
Sabato 7 maggio 2011. Due reggiani scelgono la medioevale Bergogno per il loro sì di nozze. Ed è gioia grande, anche, per “Bergogno Medievale”, a Paullo di Casina. La neonata associazione culturale, che proprio quest’anno, ai primi di giugno, spegnerà la sua prima candelina, oltre a rilanciare il borgo sotto l’aspetto storico, architettonico, gastronomico e turistico, ha pure contribuito a far coronare il loro sogno d’amore a una giovane coppia di sposi affascinati dall’incantevole e storico luogo.
Luca Cagossi Usai, impiegato presso il Teatro municipale di Reggio Emilia, e Stefania Catellani, responsabile ufficio stampa di Arteballetto, che da poco hanno acquistato casa nell’antico e suggestivo borgo canossano scelto pure per il loro “sì” per sempre. Tutto è così avvenuto nel piccolo oratorio del borgo, da poco restaurato anche grazie al contributo di “Bergogno Medievale”.
Il rito religioso è stato celebrato dal parroco di Casina don Luciano Iori e da don Matteo Mioni, insigne biblista e docente di Sacra Scrittura all’Istituto di Scienze religiose di Reggio Emilia.
Tutta la comunità di Bergogno, oltre ai parenti e agli amici degli sposi, era presente. Ma, udite, udite, all’uscita dall’oratorio, complice una fiorita e odorosa giornata di maggio, dopo l’immancabile lancio di riso, al momento dell’aperitivo sull’aia, sono comparse, a sorpresa, tra dolcissime note musicali, due damigelle canossane in abiti medievali. Una ha donato agli sposi un cesto di pane, ottenuto con farina di un’antica qualità di grano locale, l’altra una pergamena contenente il saluto della Grancontessa di Canossa. di cui riportiamo la parte finale: “…oggi voi siete come i narcisi del piano, come i gigli delle convalli, mettete sigilli sul cuore, mettete anelli d’oro alle dita e danzate perché grande ed eterno è l’amore”.
Attraverso la nostra migliore Storia medievale dunque anche la rinascita architettonica e nuova vita per i nostri borghi montani poiché “prima di fare è necessario porsi in ascolto di un luogo e di un tempo, di chi lo abita e di chi lo ha abitato, per iniziare un cammino carico di memoria e aperto al futuro”.